-tanto per essere precisi, questo capitolo avviene nella sera stessa del capitolo precedente, solo è dal punto di vista di Margot-
**Margot's Pov**
Probabilmente ero paranoica, ma il fatto che Gigi non mi avesse chiamato mentre era al lavoro mi aveva fatto preoccupare, motivo per cui continuavo a rigirarmi il telefono fra le mani indecisa se pigiare o no quel benedetto tasto verde.
Alla fine, mi diedi dell'idiota dicendomi che ero esageratamente ansiosa.
Gigi stava sicuramente bene.
O almeno speravo fosse così.
Ricominciai a fare avanti ed indietro per casa con il telefono in mano, quello che m'interruppe fu il campanello del mio attico che continuava a suonare ripetutamente.
Mi diressi verso la porta con Salem al seguito e non appena aprii, mi si presentò davanti un Niall completamente zuppo, aveva iniziato a piovere a dirotto da poco, e completamente ubriaco.
"Cosa diamin-" iniziai, ma Niall m'interruppe dicendo, con pause dovute alle varie risate e barcollamenti:"Hai accettato?"
"Cosa diavolo...Niall sei tutto zuppo ti prenderai una febbre da cavallo così! Poi come diavolo ti è venuto in mente di bere così tanto?!" mi lamentai sorreggendolo a fatica.
Lo feci sedere sul divano del mio salotto, mentre lui continuava a farneticare parole su parole.
"Non m'interessa..." rise "non ho camminato sotto la pioggia per niente, quindi, rispondimi." Disse, ora serio.
Fantastico, era lunatico anche da ubriaco.
"Niall smettila di farneticare, devi assolut-"
"Dimmi se hai accettato." Ripeté di nuovo interrompendomi, al che m'innervosii.
"Accettato, cosa?!" Sbottai guardandolo e mi diedi dell'idiota per aver reagito così, nonostante fossi davvero arrabbiata con lui per il casino che aveva combinato licenziandomi, ora come ora mi sembrava privo di ogni difesa e appariva, davanti ai miei occhi, come un semplice ragazzo che aveva sofferto molto nella sua vita e ora voleva solo proteggere se stesso da tutto e tutti.
"L'offerta di lavoro." Disse secco, incastrando i suoi occhi azzurro gelido nei miei.
"Vuoi dirmi che ti sei fatto tutti questi chilometri a piedi con la pioggia, ubriaco per di più, solo per chiedermi questo?!" Sbraitai, preoccupata per la salute del biondo.
"Sì." Rispose semplicemente, iniziando a ridere come uno psicopatico un minuto dopo.
"Beh la risposta è no." Dissi sincera dopo un po' che eravamo rimasti a fissarci e vidi i suoi occhi accedersi di poco.
"Marg-" iniziò, ma lo interruppi dicendo categorica:"Niente Margot, va a farti una doccia calda. Ora." Annuì per quel poteva, poi però quando provò ad alzarsi iniziò a barcollare e a farneticare cose inerenti il golf.
"Gesù, Niall quanto cazzo hai bevuto?" Dissi esasperata e perfino il biondo, da ubriaco, dischiuse le labbra stupito dalla mia improvvisa 'volgarità'.
"Tanto." Rispose ridendo.
"Non farlo più." Lo rimproverai.
"Oh non sarai di certo tu a dirmi cosa fare." Disse freddo. Lunatico.
"Oh ma sta' zitto!" Ribattei, non facendo caso a cosa aveva detto poco prima. "Se ti sorreggo riesci ad arrivare in bagno e a farti una doccia?" Chiesi poi.
"Boh" rispose ridendo di nuovo, se avesse continuato a ridere in quel modo gli sarei saltata addosso e l'avrei riempito di baci.
"Perché mi guardi in quel modo?" Chiese guardandomi e diventai subito rossa.
"Come?" Gli chiesi balbettando, mentre lo sorreggevo portandolo in bagno.
"Come se fossi la cosa più bella del mondo." Rispose sincero, ora sembrava avesse smesso di ridere, ma io speravo ricominciasse a ridere come uno psicopatico.
Rimasi in silenzio non sapendo cosa dire e lui iniziò a togliersi la camicia, pronto per entrare in doccia. Io invece, ero già pronta a blaterare qualcosa riguardo il fatto che non poteva spogliarsi davanti ai miei occhi, ma la bocca era diventata improvvisamente asciutta e io necessitavo di litri d'acqua fredda.
Entrò nella doccia con indosso solo i boxer, volevo morire.
"Aspetta che finisca non vorrei andare a sbattere contro qualcosa." Disse ridendo leggermente.
"A me sembra che tu abbia riacquistato tutta la sanità mentale." Ribattei sbuffando e incrociando le braccia al petto.
"Beh tu fa finta che non sia così." Disse a voce un po' più alta, tanto per sovrastare il suono del getto d'acqua e nonostante non vedessi la sua espressione, sapevo che in quel momento aveva un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
"Stronzo malefico." Brontolai in italiano."Passami l'asciugamano." Disse e nel mentre vidi Salem venire da me in cerca di coccole.
Un momento migliore no eh?
"La parolina magica?" Chiesi sarcastica, prendendo uno degli asciugamani bianchi.
"Stai per avere il dio del sesso davanti ai tuoi occhi e tu vuoi sentire la parolina magica?" Ironizzò, lasciandomi a bocca aperta.
"Non è che se sei su tutte le riveste, o miliardi di donne ti sbavano dietro o se il mondo intero ti reputa uno degli uomini più sexy del mondo, allora, vuol dire che io ti veda come un dio del sesso." Lo stuzzicai passandogli l'asciugamano.
"E perché mai?" Chiese lui mentre si dava un asciugata veloce ai capelli.
"Perché la bellezza è soggettiva." Risposi, ma praticamente mi smentii non appena il biondo aprì le ante della doccia e si presentò davanti a me come una visione mandata dal cielo.
"I-io vado di là...p-pare tu ti regga in piedi" balbettai deglutendo a fatica, lo vidi sorridere leggermente e non disse altro.
Presi Salem e andai in salotto chiudendomi la porta del bagno alle spalle.
Inutile dire che mentre facevo le coccole al mio gattone, mi stavo terribilmente contenendo dal non tirare un urlo di sclero. Cercai di assumere la posizione più naturale possibile sul divano, con scarsi risultati.
Scarsissimi.
Niall uscì poco dopo dal bagno e mi raggiunse in cucina.
"Senti io...ora vado a dormire...quindi...ecco" balbettai. Dovevo smetterla di balbettare, è eccessivamente imbarazzante.
"Margot non me ne vado. Sappilo." Disse serio.
"Ma è casa mia!" Esclamai basita.
"Non si mandano via gli ospiti." Ribatté, incrociando le braccia al petto.
"MA-" rimasi interdetta, poi protestai:"Sei tu che ti sei introdotto in casa mia completamente ubriaco e zuppo! E io aspetto ancora le mie scuse!"
"Non voglio dormire da solo." Ammise, guardando tutto fuorché me. Sapevo che si stava esponendo davvero tanto e questo mi bastava.
Rimasi in silenzio, poi spensi le luci e presi la coperta ripiegata accuratamente sotto al tavolino del salotto.
"Cosa stai facendo?" Chiese confuso.
"Dormo" risposi, poi sospirai e dissi:"Ti unisci?" E lo sentii ridere leggermente ma comunque non rispose, semplicemente si sdraiò sul divano e nel momento stesso in cui gli stavo passando la coperta, mi prese per i fianchi e mi fece sdraiare accanto a lui.
"Cosa diamine stai facendo TU?" Chiesi e sentii le guance diventare del medesimo colore della coperta, bordeaux. Mentre il mio gatto miagolava in segno d'approvazione guardando la scena. Ecco un altro stronzo che si univa al team Niall.
"Dormo, ma se parli m'impedisci di farlo." Rispose secco.
"Niall, non ci entro." Dissi, dopo un po' che facevo di tutto pur di non toccarlo, ma cercavo anche di non cadere dal divano.
"Non è colpa mia se sei obesa." Scherzò.
"Oh! Non sono obesa! Sei tu che occupi tre quarti di divano" Dissi basita, mentre lui rideva leggermente.
"Margot, stai in silenzio e lasciati andare." Disse con voce tranquilla e sentii dei forti brividi percorrermi tutta la schiena.
Circondò i miei fianchi con un braccio facendomi aderire completamente al suo corpo, mentre con l'altra mano mi circondò le spalle. Potevo morire anche adesso, con la faccia affondata nel suo petto e le gambe intrecciate nelle sue.
La prossima volta dovrò ricordarmi di comprare un divano ancora più piccolo.
"Margot." Disse, dopo svari minuti di silenzio dove udivo solo il suo battito cardiaco leggermente accelerato.
Nulla in confronto al mio, temevo quasi che il mio cuore potesse uscirmi dalla cassa toracica, per quanto forte stava battendo.
"Uhm?" Chiesi, mentre cercavo un posto decente dove mettere le mani, senza fare terribili figuracce.
"Scusa." Disse, stringendomi maggiormente a sé.Com'è che si respirava? L'avevo dimenticato.
Il mio cuore non era pronto a tutte quelle emozioni in un colpo solo.
Quando stavo con Andrea non era mai così, eravamo fidanzati da anni e non ero mai stata così attaccata con lui come lo ero con Niall, il problema era che io e il biondo non eravamo nient'altro che...amici?
Andrea non mi aveva mai fatto battere il cuore così forte, nemmeno quando mi aveva detto ti amo o avevamo fatto l'amore, per la prima volta.
La verità era che questa era la prima volta, in tutta la mia vita, che avevo paura che qualcuno potesse sentire il mio cuore.
La prima volta che qualcuno potesse capirmi veramente.
La prima volta che qualcuno sapesse come rendermi felice davvero."Io- È okay." Sussurrai, affondando maggiormente il viso nel suo petto, nel tentativo di spegnere il mio evidente imbarazzo.
Il ragazzo rise leggermente e non mi preoccupai nemmeno di chiedergli perché, era evidente che stesse ridendo intenerito dalla mia reazione.Poi non ci fu nient'altro che dolce silenzio.
Si udivano solo i nostri respiri pian piano più calmi che si fondevano assieme, così come i nostri battiti.
E forse non sarei mai stata come Diana, ma una cosa era certa: Riusciva a farmi stare bene, per cui avrei fatto di tutto pur di eliminare i suoi demoni.
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outlaws|| n.h.
FanfictionI segreti distruggono le persone. E Niall Horan, capo della Horan's Corporation, era pieno di segreti. Nessuno era mai stato capace di smuovere qualcosa se non Lei, eppure, Margot Robbie con il suo solito portamento un po' goffo, ma allo stesso tem...