Capitolo 16 - Una sbronza di troppo.

17.3K 637 20
                                    

Quando varcai la soglia della confraternita l'odore di alcol, erba e sudore mi inondò le narici, provocandomi un conato di vomito.

Tentai in ogni caso di non farci caso e concentrarmi su quello che era l'obbiettivo principale: trovare Sharon e assicurarmi che andasse tutto bene.

Mi infilai tra la calca di gente, mentre con lo sguardo tentavo di intercettare qualcuno di loro, affinché potessero tranquillizzarmi e dirmi che era un falso allarme, che non c'era niente di cui preoccuparsi.

Cercai di telefonare a Paul ma il mio cellulare che ormai stava perdendo colpi non dava alcun segnale.

«Cazzo», borbottai tra me e me.

Mi avviai, con un po' di fatica data la quantità di gente scalmanata ancora presente, in cucina con la speranza di trovarli.

Ma l'unico che vidi fu Alex che come al solito si trovava dietro il bancone a servire alcolici.

Mi avvicinai a lui e quando mi vide mi salutò, ma non ero andata lì per fare conversazione.

«Hai visto Paul e Sharon?» gli chiesi.

«Come?» urlò.

Ripetei la domanda un paio di volte, cominciando quasi ad infastidirmi.

Ormai era una di quelle sensazioni che mi capitava di provare spesso.

Quando finalmente riuscì a capirmi, il suo volto sembrò illuminarsi.

«Dovrebbero essere al piano di sopra in qualche stanza!», gridò.

Lo ringraziai e sbuffando mi diressi verso le scale.

Sapevo che era inutile chiedere a lui informazioni, perché probabilmente oltre ad essere ignaro di tutto, era anche un po' brillo.

Quando mi ritrovai al piano di sopra vagai per i corridoi, c'erano moltissime stanze: ci avrei impiegato una vita per aprirle tutte e trovarli.

Ma per una volta il fato sembrò essere dalla mia parte e dal fondo del corridoio sentii le urla di Paul che intimava a qualcuno di calmarsi.

Mi avvicinai quasi correndo alla porta di quella fatidica camera e provai ad aprirla, ma era chiusa a chiave.

Così bussai in modo molto brusco.

«Chi è?» sentii la voce di Sharon e quando esclamai il mio nome sentii la serratura scattare immediatamente e la porta si aprì.

Sharon uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle sue spalle.

«Dio! Stai bene? Pensavo ti fosse successo qualcosa...» le chiesi mentre sospiravo di sollievo.

Lei sorrise leggermente. «Io sì, Kyle no», disse.

La guardai corrucciata. «E a me dovrebbe interessare perché...?» ironizzai in tono acido.

Alzò gli occhi al cielo. «Perché ha appena dato via ad una rissa con il tuo ex ragazzo per difendere te, ecco perché», spiegò.

Rimasi imbambolata per qualche secondo, tentando di assimilare la notizia.

«Okay, ma perché mi avete fatto venire qui?» chiesi ancora dubbiosa.

«Perché è ubriaco e arrabbiato, non siamo riusciti a farlo calmare. Ha quasi picchiato anche Paul e per qualche ragione crediamo che l'unica che sia in grado di placarlo sia tu», continuò come se stesse dicendo l'ovvio.

Scoppiai a ridere. «Io? Semmai lo farei incazzare ancor di più. E poi, hai dimenticato quello che ha fatto? Perché dovrei anche soltanto provarci?»

STORM HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora