Stava andando tutto a rotoli.
Lui non mi voleva lì con sé, voleva rimanere da solo con il suo dolore e aveva fatto la qualsiasi per allontanarmi.
Mi aveva trattata male, aveva calpestato il mio orgoglio e il mio cuore nel peggiore dei modi possibili, ma io non feci altro che ignorarlo e restare ugualmente al suo fianco.
Non potevo abbandonarlo in un momento tanto delicato e difficile e, come al solito, misi lui al primo posto, lasciando da parte i miei sentimenti.
Sapevo cosa si provasse nel perdere un genitore e non avrei potuto voltargli le spalle nemmeno se l'avessi voluto.
E, per inciso, non lo volevo affatto.
Il viaggio durò cinquantasei interminabili minuti: avevamo prenotato un volo all'ultimo momento che era costato una cifra, ma non importava.
L'importante era arrivare a Los Angeles il prima possibile.
Kyle aveva provato a farmi restare a Las Vegas con gli altri, mi aveva urlato contro parole orribili che non potevano nemmeno essere pronunciate e che mi avevano fatta sentire come se qualcuno mi avesse infilato un coltello al centro del petto e lo stesse rigirando in continuazione.
Soltanto quando aveva capito che i suoi tentativi erano inutili aveva lasciato cadere l'argomento.
Non ci eravamo più rivolti la parola, solo io, di tanto in tanto, gli sfioravo la mano per dargli conforto, nonostante lui continuasse a scansarsi.
Quando arrivammo a destinazione, Kyle telefonò ad una compagnia di taxi che ci avrebbe portati fino a casa di sua madre.
L'avevano dimessa dall'ospedale perché i medici avevano detto che non c'era più nulla che potessero fare.
A quel pensiero mi si spezzò il cuore.
Kyle riposò il cellulare all'interno della tasca posteriore dei suoi jeans e mi lanciò un'occhiata furtiva, per poi sbuffare.
«Sei patetica», asserì.
Incrociai le braccia al petto. «E per quale motivo sarei patetica?»
«Perché non ti voglio qui e continui a farti trattare di merda, perché in fondo ti piace, vero?» ribatté freddo come il ghiaccio.
Risi amaramente. «No, Kyle. Sono qui perché voglio restare accanto alla persona che amo».
«Sono cose che non ti riguardano, Ally, dannazione! Quando smetterai di fare l'eroina?» sbottò.
«Continua pure a parlare, io non mi muoverò da qui», affermai.
Senza aggiungere altro, si incamminò verso il taxi che si era fermato davanti ai nostri occhi.
Quando arrivammo davanti l'abitazione, Kyle si incamminò dentro senza nemmeno aspettarmi.
Era una bella casa, spaziosa e luminosa, ma un po' trascurata.
La cosa che più dava all'occhio erano le pareti, ricche di quadri di ogni genere e foto.
Una mi sembrò che immortalasse Kyle da bambino tra le braccia di sua madre.
Vidi il mio ragazzo parlare a bassa voce con una giovane donna che mi sembrava di aver già visto in precedenza, per poi sparire poco dopo all'interno di una stanza.
Capii poco dopo, quando mi salutò con un triste sorriso, che si trattava dell'infermiera che si prendeva cura di sua madre.
«La morte di Anastasia lo distruggerà», mormorò cercando di trattenere le lacrime.
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STORM HEART
Novela Juvenil[IN REVISIONE] UFFICIALMENTE NELLE STORIE DI TENDENZA. Miglior Risultato: 06/05/17➡#1 in Teen Fiction. 13/05/18➡#1 in Storie d'amore. Sequel of "The time of stars". Il primo impatto che Allison Walker da alla gente è quello di essere la classica bra...