*Leggete l'angolo autrice alla fine del capitolo. It's important.*
Era passata una settimana, una settimana esatta, trascorsa in modo molto monotono e noioso.
L'unica persona con cui uscivo oltre mia madre, era Steve.
A volte mi recavo nella scuola di ballo di mamma ed osservavo le lezioni, altre volte invece uscivo con il mio vecchio amico, con cui, comunque, mi trovavo molto bene a parlare di tutto.
Si era rivelato un'ottima spalla su cui piangere, era maturato molto nel corso del tempo in cui eravamo stati lontani ed era riuscito ad infondermi il coraggio che mi serviva per tornare all'università.
Non definitivamente, non ero ancora del tutto pronta, sarei andata lì solo per prendere altre cose che mi servivano necessariamente.
E, inoltre, sarei andata lì per rivedere i miei migliori amici che mi mancavano da morire. Ero abituata ad averli attorno un giorno sì e l'altro pure, era complicato cambiare abitudini ed abituarsi ad un distacco da loro.
Le uniche persone che sapevano che, da lì a poco, sarei partita per il college, erano Sharon, Trevor, Margaret, Steve e ovviamente mia madre.
Quest'ultima, durante l'ora di pranzo, non aveva fatto altro che osservarmi dalla testa ai piedi e ripetermi la stessa frase: «Stai cambiando idea, vero? Se rimarrai al college a me va bene, basta che tu sia felice».
Seguita dalla mia solita risposta: «Non cambierò idea, mamma, sta' tranquilla».
Ed ero davvero certa delle mie parole, in quel preciso istante.
Ero convinta al novantanove per cento di non voler ritornare lì, c'erano troppi casini da risolvere.
Lei, ad un certo punto, aveva lasciato perdere ed io ne fui contenta.
Mi salutò con un bacio sulla guancia e mi raccomandò di stare attenta, di lasciar perdere la moto e andare con un pullman in modo da non avere problemi a portarmi dietro tutto ciò che mi serviva.
Ma, sinceramente, a me non andava proprio di sprecare del tempo inutile stando seduta su uno stupido sedile di un odioso pullman.
Quindi, avevo deciso di prendere un taxi, pur spendendo il doppio dei soldi.
Non m'importava.
Dovevo fare in fretta, il prima possibile, così da togliermi il pensiero una volta per tutte.
Mia madre, poi, mi lasciò da sola per andare a lavoro, urlandomi di mandarle un messaggio non appena fossi arrivata a destinazione.
E, una volta sola, con i miei pensieri a farmi compagnia, sentii l'ansia assalirmi.
Anche se, parlando chiaramente, non poteva essere definita proprio ansia. Sembrava più una specie di paura, paura di me stessa e delle mie emozioni.
Avevo paura, perché non sapevo come avrei reagito.
Avevo paura di vedere lui.
Inutile negarlo, ma durante quei giorni il suo ricordo non mi aveva mollata mai, nemmeno per un istante.
Cercai di essere forte, di far finta di nulla e così corsi al piano di sopra e preparai una borsa a tracolla con dentro le cose più essenziali.
Ma, non appena misi un piede fuori da casa, il mio telefono squillò ripetutamente, facendomi salire il nervoso.
Erano tutti messaggi di Sharon.
"Cosa fai?"
"Dove sei?"
"Già per strada?"
"Rispondimi."
"Dai, quando vieni?"
"Mi manchi, cretina."
"Sbrigati o mi arrabbio."
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STORM HEART
Teen Fiction[IN REVISIONE] UFFICIALMENTE NELLE STORIE DI TENDENZA. Miglior Risultato: 06/05/17➡#1 in Teen Fiction. 13/05/18➡#1 in Storie d'amore. Sequel of "The time of stars". Il primo impatto che Allison Walker da alla gente è quello di essere la classica bra...