Capitolo 4 - Cominciano le lezioni.

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Erano passati due giorni dalla festa ed il lunedì mattina era arrivato prima di quanto sperassi.

Diciamoci la verità: io non amavo particolarmente studiare ma nonostante ciò ero riuscita a diplomarmi con voti abbastanza elevati.

Mi impegnavo il giusto necessario, né troppo da raggiungere l'eccellenza, né troppo poco da avere a mala pena la sufficienza.

Però ero a posto così, lo facevo soltanto per mia madre, solo ed unicamente.

Lei non era mai andata al college, perché era rimasta incinta di me quando ancora andava al liceo e voleva, dopo essersi diplomata, dedicarsi interamente e solamente a me.

Non voleva essere come una di quei genitori che abbandonano i propri figli ai nonni, per esempio, poiché ancora troppo giovani per accudire un bambino.

No, lei si era sempre assunta le proprie responsabilità e si era presa cura di me, da sola.

La ammiravo molto per questo, perché ci voleva coraggio per crescere una figlia da sola a quell'età.

Nonostante ciò, però, era riuscita a realizzarsi con la giusta dedizione anche nel campo del lavoro.

Ebbene, mia madre era una ballerina di danza classica, la danza era tutta la sua vita e il suo duro impegno e la sua bravura riuscirono a portare i loro frutti nel corso del tempo.

Adesso era diventata una delle coreografe più ambite e ricercate di Miami ed era riuscita a portare i ragazzi della scuola in cui insegnava alla vittoria delle nazionali.

Ricordavo ancora la felicità di quel giorno, le si poteva leggere negli occhi quanto fosse fiera di sé stessa e del suo lavoro. E lo ero anch'io.

Mi mancava molto, così le mandai un messaggio augurandole di passare una buona giornata.

Fortunatamente oggi la mia prima lezione iniziava alle dieci del mattino.

Il campo che avevo scelto di frequentare, così come me anche Sharon, era Istruzione e Human Performance.

Sarei rimasta volentieri un altro po' sotto le coperte, al calduccio, dato che avevo ancora un'ora di tempo a mia completa disposizione.

Ma Will era appena arrivato all'università ed io dovevo andare a salurarlo, ci teneva e ci tenevo anch'io.

Così, dopo essermi alzata - controvoglia - dal letto e averlo abbandonato, mi preparai frettolosamente, indossando un paio di jeans e una felpa dell'università.

Il mio ragazzo mi aspettava già alla caffetteria del campus.

Appena prima che aprissi la porta della camera, Sharon che si trovava ancora beatamente sdraiata sul suo letto mi chiese dove stessi andando.

«È arrivato Will, ci vediamo direttamente a lezione?», le dissi e lei annuì, mentre mi guardava con ancora un occhio chiuso ed uno aperto.

«Non fare tardi anche il primo giorno, Walker», si raccomandò ed io le dissi di stare tranquilla, per poi andarmene.

Raggiunsi la caffetteria del campus nel giro di dieci, forse quindici, minuti.

Avrei impiegato molto meno tempo se non mi fossi persa.

Il mio senso dell'orientamento non era mai stato un granché, ed il college gigantesco in cui mi trovavo non mi aiutava di certo.

Quando varcai la soglia di quel grazioso luogo, un profumino di caffè mi inondò immediatamente le narici.

Ecco una cosa da cui ero praticamente dipendente: la caffeina, riusciva sempre a mettermi di buon umore e farmi cominciare bene la giornata.

Non esisteva buongiorno, per me, senza una grande tazza di caffè, preferibilmente macchiato.

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