Capitolo 46 - Decisione infelice.

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«Quindi sei riuscito a non farti espellere?» domandò Paul, riferendosi al suo migliore amico.

«Esatto», confermò sbuffando.

Alex e Brian gli conficcarono i loro gomiti nelle costole a quel bipolare di un ragazzo.

«Non fare finta di non essere contento, sappiamo che ti dispiaceva lasciarci», esclamò il riccioluto tra i due fratelli, ridacchiando.

«Sarei stato contento di liberarmi di voi rompipalle, in realtà», precisò ironicamente Kyle, lanciandomi poi un'occhiata di sfuggita.

Mi chiedevo cosa pensasse dopo ciò che gli avevo confidato e, specialmente, mi domandavo il motivo per il quale non l'avesse ancora detto a nessuno.

«Quindi questa festeggeremo!», disse euforica Margaret, battendo le mani come una bambina felice.

«Un'altra festa?», domandò Sharon accigliandosi «Non credo di poterla reggere, ho ancora i sintomi del postsbornia», concluse.

Margaret scosse la testa. «No, una serata in piccolo, solo tra di noi! Magari film e pizza, che ne dite?» propose.

Tutti si mostrarono entusiasti davanti alle sue parole, tranne Trevor, notai che aveva solo annuito velocemente, cosa che mi parve molto strana.

Il suo umore era cambiato radicalmente nel giro di ventiquattr'ore.

Mi avvicinai a lui e gli domandai all'orecchio: «Devi dirmi qualcosa?»

Raddrizzò le spalle, sapendo di essere stato colto in flagrante e sbiancò.

Poi mi guardò, aveva lo sguardo perso e sembrava preoccupato per qualcosa.

«Sì, ma non ora, Ally», rispose in un mormorio appena udibile.

Sinceramente, il suo comportamento mi preoccupava.

Non era un ragazzo che si riduceva in questo modo per una stupidaggine, ciò valeva a dire che era accaduto qualcosa di grave.

Cominciavo a spaventarmi.

Ad un tratto, la mia amica dai capelli scuri si avvicinò a noi due e, dopo avermi rivolto un sorriso raggiante, ma dannatamente falso, chiese a Trevor di andare a fare un giro.

Lui accettò e i due si allontanarono, attirando l'attenzione di tutti noi.

«Nascondo qualcosa quei due», osservò Sharon, con un'espressione pensierosa dipinta in viso.

«Magari non sono gli unici a nascondere qualcosa», affermò Kyle.

Mi voltai di scatto verso di lui e lo minacciai con lo sguardo.

Era impazzito?

Era naturale che si stesse riferendo a me.

«Che intendi dire?» chiese la mia migliore amica.

Lui fece spallucce. «Proprio niente. Ci si vede in giro», concluse il discorso per poi allontanarsi.

Lo inseguii e quando lo raggiunsi lo afferrai per la mano.

Quando i nostri occhi si scontrarono, lessi la delusione nel suo sguardo e ciò mi ferii parecchio, poiché credevo che l'unica a dover essere delusa ero io.

Non di certo lui.

«Ti ha dato di volta il cervello?» sussurrai con fare minaccioso, tentando di non far caso a lui e alle sensazioni che stava lasciando trapelare.

«A me o a te?» rispose lui.

Risi nervosamente. «Non giocare allo scarica barile con me, adesso, Hunter».

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