Capitolo 27 - Un libro nero.

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Il fine settimana era volato e, prima del previsto, mi ritrovai al lunedì mattina pronta per il corso extracurriculare che si svolgeva esattamente quel giorno, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio.

Purtroppo eravamo stati divisi in gruppi ed io non ero capitata con Sharon, che avrebbe partecipato a quel corso il giorno successivo.

Così, insieme ad altri miei compagni di corso, andai in una delle scuole elementari migliori che si trovava al centro di Orlando.

Dovevamo andare in una classe prima, in cui l'età dei bambini variava dai sei ai sette anni, non di più ed io ero elettrizzata più che mai.

Specie quando, una volta varcata la soglia della classe, vidi tutti quei bambini seduti dietro a dei banchetti minuscoli, su sedie minuscole.

Erano a dir poco adorabili!

La loro maestra non appena ci vide si avvicinò a noi e si presentò.

Era una donna sui quarant'anni, non di più, con i capelli color mogano legati in una crocchia disordinata, gli occhiali scivolati sul naso e occhi color miele.

Era un po' paffutella ma ciò le donava un'aria simpatica.

«Bene, ragazzi, adesso ad ognuno di voi assegnerò un bambino», disse sorridente «Credo che vi abbiano già spiegato tutto, naturalmente sarete liberi di andare via nonappena i loro genitori verranno a prenderli da scuola», continuò.

Tutti, compresa io, annuirono.

E, dopo qualche chiacchierata, mi fu assegnata una bambina adorabile.

Era magrolina e davvero bassa rispetto ai suoi coetanei, aveva dei lunghissimi capelli biondi legati in due trecce che le scendevano lateralmente per poi finire poco sopra il fondoschiena, degli occhiali da vista con la montatura color rosa pastello, ed indossava una gonnellina rosa abbinata ad una maglia bianca con la stampa della sirenetta Disney, Ariel.

Mi avvicinai lentamente a lei e mi sedetti su una piccola sedia libera al suo fianco.

Stava disegnando qualcosa su un foglio, oserei dire fosse il mare.

«Sei molto brava, sai?» provai subito un approccio.

Lei sollevò il piccolo visino e mi guardò.

I suoi occhi erano di un castano scurissimo, totalmente in contrasto con la sua carnagione ed i suoi capelli chiari.

E, ahimè, avevano qualcosa di familiare, seppur non sapessi cosa.

«E tu chi sei?» mi chiese con la sua vocina adorabile, sistemandosi gli occhiali.

«Oh, scusami, che sbadata! Io sono Ally», mi presentai, allungando una mano verso di lei.

Mi guardò attentamente, come se stesse appurando se meritassi di parlare con lei oppure no, poi me la strinse.

«Il mio nome è Caroline», disse.

Le sorrisi raggiante. «È davvero un nome bellissimo», mi complimentai e lei ridacchiò, arrossendo leggermente per poi ringraziarmi.

Mi disse che anche il mio nome le piaceva e che aveva soltanto sei anni.

Mi chiese cosa ci facessi lì, quanti anni avessi e se fossi fidanzata.

«No, non ho il ragazzo tesoro», risposi all'ultima domanda e lei ridacchiò.

«Fai benissimo! I maschi a volte sono davvero scemi. Un mio compagnetto voleva darmi un bacio l'altro giorno, ma io gli ho dato un pizzicotto e l'ho fatto piangere», mi raccontò facendomi ridere.

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