Prologo

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NADIA

A volte la paura ti porta a fare delle scelte sbagliate, scelte che non avresti mai immaginato di poter adottare, scelte che in quel momento sembrano quelle giuste. È quello che è successo a me quando mi sono ritrovata davanti a Greg, impaurita.

Ho scelto di stare con lui per paura che potesse fare del male a me o al ragazzo di cui sono innamorata. Credevo che fosse la cosa giusta da fare, ma se avessi saputo che quella scelta mi avrebbe strappato via dalle braccia Cameron, avrei trovato il coraggio di ribellarmi molto tempo prima.

Quando Cameron è scappato via e mi ha lasciata in quella biblioteca, ho capito quanto tengo a lui. Il problema è che me ne sono resa conto troppo tardi. Adesso che ho smascherato Greg, che l'ho mandato una volta per tutte a quel paese e sono andata a cercare Cameron per dirgli che finalmente possiamo stare insieme, lo trovo appiccicato ad una ragazza.

Che ingiusta la vita, no? Peccato che me la sono cercata. Sapevo che lui avrebbe lasciato Ellie appena l'avrebbe vista, sapevo che a differenza mia, non era costretto a fingere di amarla. Litigavano così tanto che non avevano neanche il tempo per pomiciare. Mi sento così stupida per aver creduto che fossero andati a letto dopo l'inizio della nostra relazione clandestina.

Trovo il coraggio di staccare i piedi dall'erba e cercando di non fare rumore, mi incammino per raggiungere l'auto. Vorrei correre, ma so bene che se lo facessi Cameron mi sentirebbe e non voglio che mi veda qui.

Miriade di singhiozzi riscuoto il mio corpo mentre le lacrime rigano il mio viso ininterrottamente. Continuo a camminare, fino a quando non vado a sbattere contro qualcuno. Alzo la testa e i miei occhi castani incrociano quelli azzurrissimi di Nash.

Lo vedo schiudere le labbra per dire qualcosa, ma gli posa una mano sulla bocca portandomi l'indice dell'altra vicino al naso. <<Shh, ti prego.>> riesco a sussurrare.

Il suo sguardo sembra confuso, ma capisco subito che prova compassione per me nel vedermi in questo stato. Afferra delicatamente il mio polso e mi allontana la mano dalla sua bocca. <<Che ti succede?>> domanda affrettandosi ad asciugarmi le guance.

<<Niente.>> rispondo guardandomi alle spalle. Riesco a sentire il rumore dell'erba calpestata. <<Non glielo dire. Per favore. Non dirgli che sono stata qui.>> non gli lascio il tempo di rispondere. Comincio a correre fino a quando non raggiungo l'auto e non sfreccio via senza smettere di piangere.

Anche se volessi trattenere le lacrime, non ci riesco. Sono incontrollabili e non c'è modo per scacciarle via.

CAMERON

Non ho mai avuto fortuna in amore. Anzi, diciamo che non me n'è fregato mai un cazzo di trovarmi una ragazza da amare. Avevo Ellie e me la potevo fare tutte le volte che volevo. L'unica cosa che le bastava era sentirsi dire quello stupido ed insignificante <<ti amo>>, nonostante sia io che lei, sapessimo che non era vero. All'inizio non sopportavo l'idea di poter provare così tanto interesse per qualcuno, ma poi mi sono rassegnato.

Ho deciso che era il momento di accettare l'idea di poter provare qualcosa per lei quando un giorno, durante la lezione di matematica ho cominciato a disegnare il suo volto sul foglio del mio quaderno. Era alla lavagna e non aveva idea di come svolgere quelle stupidissime equazioni.

Avrei voluto prendermi a pugni in piena faccia perché non riuscivo a smettere di guardarla. La osservavo mentre si mordeva il labbro inferiore in preda al panico, mentre con una mano si accarezzava il braccio e fissava il pavimento, imbarazzata.

Ricordando quel giorno, mi viene voglia di andarla a cercare e dirle che non voglio del tempo, che ho solo bisogno di stare con lei. Non avrei mai voluto litigare con lei, ma non sopportavo l'idea di vederla ancora con quel coglione, soprattutto dopo ciò che è successo tra noi ieri mattina.

Lost in confusion 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora