NADIA
<<Mi dispiace che la serata si sia conclusa così in fretta.>> si scusa Mason alzandosi. Mentre spiega ai miei che deve scappare perché la madre è finita in ospedale, lancio un'occhiata a Cameron che cammina verso l'uscita. Perfino da qui riesco a percepire la rabbia che ha addosso. Tiene la mascella contratta e i pugni stretti lungo i fianchi.
Non so per quale motivo, ma il mio istinto mi suggerisce che dovrei alzarmi ed io sono talmente idiota che decido di assecondarlo.
<<Scusate, devo... fare una chiamata.>> dico alzandomi dalla sedia.
<<Va bene, vai pure.>> risponde mio padre continuando a parlare con Mason. Nel momento in cui mi alzo, Sierra fa la stessa cosa e capisco che sta seguendo il fratello. Non so cosa diavolo sia successo, ma credo che non sia nulla di buono.
Esco dal locale, ma non c'è nessuna traccia dei due fratelli. Sto per rientrare, ma delle urla mi bloccano. <<Cancella il mio nome dalla lista degli invitati, perché non verrò al tuo matrimonio neanche se dovesse cascare il mondo.>> La voce di Cameron. Lui e Sierra hanno litigato?
Lo sento camminare verso di me, quindi mi nascondo dietro un pilastro. Quando mi passa accanto senza rendersi conto della mia presenza, torno a respirare. Non mi ero neanche accorta di star trattenendo il fiato.
Mi guardo attorno e ad un certo punto, mi ritrovo a seguire Cameron. È come se i miei piedi avessero volontà propria. Non so cosa diavolo sto facendo e non so perché cavolo lo sto facendo, ma ringrazio Dio per non aver indossato tacchi altri, altrimenti la mia missione "pedina Cameron" non andrebbe a finire bene.
Arriviamo in spiaggia e mentre Cameron si siede sulla sabbia, ne approfitto per chiamare i miei genitori. Sono andata via senza avvisarli e non so neanche cosa inventarmi. Cerco una scusa plausibile, ma non me ne viene in mente nessuna, quindi decido di improvvisare.
Digito il numero di mio padre e per fortuna non ci mette tanto a rispondere. <<Dove diavolo sei finita?>> sbraita. <<Ho provato a chiamarti cento volte.>> Vero, ma ho messo il silenzioso per evitare che la mia copertura saltasse e non ho sentito il cellulare squillare.
<<Scusami papà. Quando sono uscita fuori per parlare al cellulare... era Gwen.>> mento massaggiandomi le tempie con una mano per cercare una soluzione. <<Lei... mi ha detto che stava male, quindi sono corsa da lei e ho completamente dimenticato di dirvelo.>>
<<Che succede alla tua amica?>>
<<Be'... ha avuto un mancamento e... scusa papà. Era sola a casa e aveva bisogno di aiuto.>> Ogni tanto lancio un'occhiata a Cameron, che nel frattempo ha accesso una sigaretta.
<<Spero che non succeda più, Nadia. Non fare tardi.>> conclude e riattacca. Mi sento in colpa per aver detto una stronzata del genere, ma che potevo fare? Non potevo mica confessargli di aver pedinato Cameron perché... non so neanche io il perché.
Poso il cellulare dentro la borsa, tolgo le scarpe e cammino lentamente verso di lui. Affondo i piedi nella sabbia e più mi avvicino, più capisco che quella che tiene in mano Cameron non è una sigaretta.
<<Perché hai ricominciato a fumare, Cameron?>> domando piazzandomi davanti a lui. Alza la testa e mi guarda accigliato.
<<Cosa ci fai qui? Allora eri tu che mi seguivi.>> dice scoppiando a ridere. Dio, quella maledetta risata mi fa impazzire.
<<No!>> mento palesemente. <<Perché dovrei farlo?>> Non dovrei neanche rivolgergli la parola, ma ovviamente sono talmente stupida che mi sono messa pure a pedinarlo.
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Lost in confusion 2
FanfictionNadia ritorna a casa dopo due settimane di assenza. Le cose sono cambiate da quando è andata via, tranne una: l'amore che prova per Cameron, nonostante l'abbia visto baciare un'altra. Il dolore che ha provato è indescrivibile e per quanto sia f...