Capitolo 34

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CAMERON

Appena entro a casa di Sasha, corro su per le scale per raggiungere la sua camera. Ho lasciato Nadia a casa mia e mia madre si prenderà cura di lei durante la mia assenza.

Non avrei voluto lasciarla lì, ma ho dovuto farlo. Sarebbe stato irresponsabile lasciare Sasha da sola dopo un malessere che coinvolge anche mio figlio.

Mi fa ancora strano pensare che tra qualche mese sarò padre. A dir la verità sono ancora incazzato con me stesso per il guaio che ho combinato. Vero, non mi aspettavo questo bambino, ma so che non potrei abbandonarlo, nonostante le circostanze.

<<Che è successo?>> domando varcando la soglia della porta di Sasha. Vicino a lei trovo i signori Simons. La madre è seduta accanto al letto e tiene la mano della figlia e il padre è in piedi davanti finestra.

Quando Sasha si volta a guardarmi scoppia in lacrime ed è lì che penso al peggio. Ha perso il bambino.

<<Oddio.>> mormoro facendo un passo indietro, come se qualcuno mi avesse spinto.

<<Ho sentito il suo cuore, amore.>> alle sue parole sospiro dal sollievo, anche se la parole "amore" pronunciata da lei per me, mi provoca la nausea. Stiamo per avere un figlio, ma non ha ancora capito che non ci sarà niente tra noi due?

Io non dimentico mica che sta cercando di portarmelo via! Il fatto che mi abbia reso partecipe di questa situazione mi ha sorpreso a dir la verità.

<<Fantastico.>> dico grattandomi la nuca. Sarebbe piaciuto anche a me, ma non è questo il punto adesso. Mi ha chiamato dicendo che il bambino aveva avuto un malessere e ho lasciato Nadia per correre da lei. <<Quindi non è successo nulla al bambino?>>

<<Il nostro medico è corso a casa quando Sasha si è svegliata a causa di alcuni crampi allo stomaco.>> spiega il signor Simons. <<Ha portato l'ecografo, ma per fortuna era tutto a posto. Ci ha spiegati che potrebbe essere successo a causa di un po' di reflusso gastrico.>>

<<Ah.>> sibilo chiudendo gli occhi. Sono sollevato che non sia successo nulla al bambino, ma perché Sasha mi ha chiamato per venire se è tutto okay?

<<Potete lasciarci soli?>> chiede la madre di mio figlio mettendosi a sedere sul petto. I due non dicono nulla, si incamminano verso l'uscita come richiesto da Sasha ed il signor Simons, prima di lasciare la stanza, mi rivolge un'occhiataccia che ignoro.

<<Dimmi tutto.>> dico sedendomi sulla sedia in cui c'era la signora Simons poco fa.

<<So che vuoi stare con lei, ma potresti rimanere qui questa notte? Ho bisogno di te!>> mi supplica con lo sguardo.

<<Mi dispiace, ma non posso.>> rispondo fingendomi dispiaciuto. Non ho intenzione di rimanere qui tutta la notte. Lei sta bene, il bambino anche, mentre Nadia mi aspetta a casa con la febbre alta.

Inoltre conosco bene Sasha e so che avrebbe il coraggio di provarci nonostante sia a conoscenza dei miei sentimenti nei confronti di Nadia. Proverebbe a scoparmi nonostante nell'altra stanza ci sia i suoi genitori.

<<Sicuro?>> chiede a malincuore. <<Giuro che mi comporto bene. Ho bisogno di te.>> sporge il labbro inferiore, tentando di suscitare tenerezza, ma non mi fa né caldo né freddo.

<<Mi dispiace, ma devo andare a casa.>> ripeto alzandomi. <<Sai che puoi chiamarmi se succede qualcosa al bambino, ma non capisco il motivo per il quale mi hai fatto correre qui sapendo che non c'era stato nessun malessere.>>

Lost in confusion 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora