Capitolo 36

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NADIA

Mio padre cinge la vita di mia madre con un braccio e lei tiene la mano sulla sua. Hanno appena detto che il mio padre biologico potrebbe essere il dottor Harvey. <<Perché pensa di essere mio padre?>> domando in sussurro.

<<Afferma che tu sia uguale alla donna che ti ha messo al mondo.>> risponde mia madre stringendo la mano di mio padre. <<Secondo lui i tempi coincidono, ma noi non siamo così sicuri, tesoro.>>

<<Devo andare a cercarlo.>> annuncio afferrando la giacca sopra la sieda. Sto per uscire dalla stanza, ma mio padre mi afferra per un braccio dicendo: <<Non andarci. Non siamo sicuri che sia veramente lui tuo padre.>>

<<Curtis! Lasciala.>> urla mia madre prendendo il braccio di mio papà fra le mani per farlo allontanare da me. Lo guardo atterrita e senza aggiungere una parola, esco dalla mia stanza, pronta ad andare a cercare il dottor Harvey.

Io posso capire la paura che provano i miei, posso capire che potrebbe essere dolorosa l'idea che io trovi i miei genitori biologici, ma perché mio padre deve arrivare a tanto? Non è mai arrivato ad essere così violento come negli ultimi due giorni.

L'ho sempre visto come una sorta di angelo, ma adesso sembra che si sia trasformato in un diavolo.

Dopo aver chiamato Cameron, mi siedo sugli scalini di casa sua per aspettarlo. Appena mi vede piangere -non mi ero neanche accorta di farlo- insiste nel raccogliere informazioni, ma mi limito a dirgli lo stretto necessario.

Quando siamo in auto, continua a fare domande, allora cedo.

<<Cosa?>> domanda frenando di colpo. Si volta a guardarmi con aria smarrita. Ha la bocca semiaperta e la fronte corrugata. Mi chiedo cosa gli passi per la testa in questo momento.

<<Sì, ma adesso per favore, vai.>> faccio segnale con la testa per indicare la strada e lui, per fortuna, non si oppone e riparte. Durante il tragitto non spiaccico neanche una parola, al contrario di Cameron che fa di tutto per smorzare la tensione mormorando frasi che mi strappano mezzo sorriso.

<<Adesso ho tre o forse anche quattro suoceri? Sono doppiamente svantaggiato!>> continua facendomi scoppiare a ridere. Lui, soddisfatto del suo lavoro torna a concentrarsi sulla strada con aria raggiante.

<<Grazie.>> sussurro sporgendomi verso di lui per lasciargli un bacio sulla guancia. Come se niente fosse, si volta a sorpresa e posa le sue labbra sulle mie. <<Fortunato che ci sia il semaforo rosso.>> mormoro sulle sue labbra.

<<Non voglio più vederti così.>> dice scuotendo la testa. <<Insomma... intendo dire, non voglio rivederti stare di nuovo male in quel modo. Odio vederti piangere, Nadia.>>

<<Ero semplicemente furiosa con mio padre. Non voleva che cercassi il dottor Harvey.>> spiego cercando di eliminare dalla testa l'espressione di mio padre mentre andavo via. Non sostituirò mai i miei genitori, anche dopo aver trovato le persone che mi hanno fatta nascere.

Mia madre e mio padre mi hanno cresciuta, mi hanno educata e tutto ciò che so adesso lo so grazie a loro. Non mi importa che non ci sia un legame di sangue, loro sono i miei genitori e non ho intenzione di rimpiazzarli quando saprò con certezza chi sono le persone che mi hanno dato la vita.

<<Credo che sia spaventato, tutto qui.>> cerca di giustificarlo Cameron, ma io decido di non ribattere. Non ho nessuna voglia di discutere anche con lui. Poi non capisco per quale motivo adesso si preoccupa tanto di difendere una persona che vuole picchiarlo.

Lost in confusion 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora