Capitolo 22

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CAMERON

Parcheggio l'auto nell'enorme cortile che circonda la villa dei Simons. Mia madre ha gli occhi a cuoricino mentre osserva l'abitazione e la stessa cosa vale per mia sorella.

<<Mica ci stai per i soldi, vero?>> scherza Sierra uscendo dall'auto.

<<Certo che sì.>> rispondo ridendo. Cerco di non far trasparire l'emozione, ma il nervosismo mi sta divorando dall'interno.

<<Tutto bene?>> domanda mia madre posando una mano sulla mia schiena. Faccio cenno di sì e mi sforzo di sorridere.

<<Ti dispiace per cosa?>> domanda mia madre tenendomi stretto a lei. Ormai era passato molto tempo dall'ultima volta che l'avevo abbracciata.

<<Non voglio litigare con te per colpa di Dan e...>>

<<Allora sforzati di farlo entrare nella tua vita.>> mi interrompe staccandosi dall'abbraccio. Mi rivolge uno sguardo dolce e comprensivo mentre mi accarezza la guancia.

L'amore che provo per mia madre è indescrivibile, ma non può convincermi a perdonare quello stronzo di Dan. <<Mi serve del tempo.>> mento per farla felice, ma so che neanche quello servirà per farmi cambiare idea su quell'uomo.

<<Quindi stai dicendo che...>> la blocco vedendola fin troppo euforica.

<<Ci proverò, ma ad una condizione.>> puntualizzo alzando l'indice. <<Non dovete obbligarmi quando non mi va di fare qualcosa con lui.>>

<<Okay, va bene. Ma se ogni volta che lui ti chiede di vedervi o fare altro insieme, tu rifiuti sempre, sappi che rimarrò delusa.>> confessa. <<Perché vorrà dire che non ci provi affatto.>>

<<Okay.>> dico allontanandomi per prendere le sigarette da sopra la scrivania.

<<Oh e Cameron, cerca di smettere.>> indica il pacchetto di sigarette che stringo fra le mani scuotendo la testa.

<<Certo.>> borbotto alzando gli occhi al cielo. Lei non riesce a vedermi perché sono girato di spalle.

<<Ti voglio bene.>> Nel momento in cui pronuncia quelle tre paroline, mi volto a guardarla con aria stupita. Tre paroline. Solo tre paroline mi sono bastate per sollevarmi il morale.

<<Ti voglio bene.>> rispondo a mia volta sorridendo. Mi mancava mia madre.

Suono il campanello e in men che non si dica, Dolores apre la porta sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.

<<Benvenuti in casa Simons. Accomodatevi.>> Dolores spalanca la porta per farci entrare e la richiude subito appena siamo tutti dentro.

<<Potete lasciarmi i vostri cappotti.>> ci informa tendendo una mano. Mia madre, mia sorella e Brent lasciano il loro cappotto a Dolores e la ringraziamo, ma io decido di tenerlo con me per avere sempre a portata di mano le chiavi dell'auto e le mie sigarette.

Se dovesse andare a finire male potrei correre fuori, prendere l'auto e scappare in Messico fumando una ad una ogni sigaretta rimasta nel pacchetto.

<<Scusate l'attesa.>> dice il signor Simons entrando in salotto. Dietro di lui ci sono la moglie e la figlia vestite così elegantemente che mi sembra di essere ad una serata del gran gala.

Entrambe indossano un vestito lungo. Quello di Sasha è rosa confetto, mentre quello della madre è azzurro.

Ed io che volevo indossare una normalissima felpa invece che una camicia. Menomale che c'è la mamma, caro Cam.

Lost in confusion 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora