Capitolo 16

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NADIA

Ho sentito male o Cameron mi ha appena detto che la sua ragazza è incinta?

<<C-cosa?>> riusco a stento a balbettare. Deglutisco a fatica, provando ad eliminare quello stupido nodo alla gola, ma senza riuscirci. Ho trattenuto le lacrime per miracolo, ma adesso escono dai miei occhi senza che me ne renda conto.

<<Io... non so come sia successo. Io voglio...>> cerca di parlare, ma lo interrompo.

<<Non sai come sia successo?>> urlo dando il via ad un pianto isterico. Rido e piango nello stesso momento e ho una voglia matta di prendere a pugni qualcuno. Tipo Sasha o Cameron.

Come ha potuto farmi una cosa del genere? Mi ha mentito spudoratamente dicendomi che non era stato a letto con quella ragazza e adesso scopro che l'ha messa incinta.

<<Ci hai scopato. Ecco com'è successo!>> strillo mettendo un piede dietro l'altro per allontanarmi da lui. Non voglio più vederlo. Non voglio più avere niente a che fare con questo stronzo.

<<Nadia, lasciami spiegare.>> mi supplica provando ad avvicinarsi.

<<Non azzardarti a fare un altro passo.>> dico tra le lacrime. <<Con me hai chiuso, Cameron. Io e te abbiamo chiuso definitivamente.>> mi volto e corro verso la mia auto. Lo sento implorarmi di lasciarlo parlare, ma mi fa schifo anche solo guardarlo. Questa volta l'ha combinata bella grossa.

Salgo in auto e chiudo le portiere a chiave, visto che mi è corso dietro. Cerca di convincermi ad aprirgli per parlare e si posiziona davanti l'auto per evitare di farmi partire. Mi sembra di vivere in un fottuto film.

<<Spostati o ti investo.>> lo minaccio asciugandomi le lacrime. Fa cenno di no con la testa, così decido di passare al piano B. <<Entra.>> schiaccio il bottone che rimuove la chiusura delle portiere e finalmente si leva dai piedi.

Appena sta per salire, schiaccio l'acceleratore e sfreccio via dal parcheggio. Lo guardo dallo specchietto retrovisore. Si mette a dare calci alle auto, poi cade in ginocchio per terra tenendosi le mani fra i capelli.

Odio vederlo così, ma mi ha spezzato il cuore, di nuovo. Non posso perdonarlo.

Gwen è impegnata ed Adam è nel bel mezzo di una partita. Non credo neanche di poterne parlare con loro. L'unica con cui posso posso confidarmi è mia nonna, sperando di trovarla in uno dei suoi momenti buoni. Ormai peggiora sempre di più e per gran parte del giorno non si ricorda nemmeno chi sia.

Guido fino a casa senza smettere di piangere. Le parole di Cameron mi rimbombano nella testa ininterrottamente e se non smetto di pensarci, ho paura che avrò una crisi isterica.

Ero così felice di aver chiarito le cose con lui. Dire che ero al settimo cielo è un eufemismo. Ovviamente non posso essere felice per più di due giorni consecutivi in questa vita di merda.

Entro in casa e noto che i miei ed Aiden sono usciti. Sono felice che non siano in casa o avrebbero cominciato a riempirmi di domande. <<Perché non sei alla partita?>> o <<Hai pianto? Hai gli occhi gonfi. Cosa è successo tesoro?>>

Mi precipito in camera di mia nonna nel momento in cui la sua infermiera, Rosa, le fa indossare la camicia da notte. <<Salve signorina Hill.>> mi saluta lasciando che le sue labbra si curvino in un debole sorriso.

<<Ciao Rosa, ti ho detto mille volte di chiamarmi Nadia e di non darmi del lei.>> puntualizzo sedendomi su una sedia accanto al letto della nonna. <<Puoi lasciarci sole? Vorrei parlarle.>>

Lost in confusion 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora