Capitolo 11

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NADIA

Dopo aver accompagnato Chris in segreteria ho provato ad evitarlo per un po', ma è stato praticamente impossibile.

Abbiamo quasi tutte le lezioni in comune e lui non ha fatto altro che seguirmi per tutto il tempo. All'inizio lo liquidavo con la scusa di dover correre in classe, ma poi mi ha beccata subito dopo il suono della campanella.

Abbiamo dieci minuti per cambiare aula, quindi questa volta la scusa del dover andare a lezione non avrebbe funzionato.

<<Ho fatto qualcosa che non va?>> chiede mordicchiandosi il labbro nervosamente.

<<No, non hai fatto nulla.>> rispondo frugando dentro il mio armadietto alla ricerca del libro di storia. <<Solo che... sabato non ero in me. Di solito non vado in giro a baciare gli sconosciuti.>>

<<E con questo cosa vorresti dire?>>

<<Dico solo che sabato ho agito senza pensare. Insomma, non ci conosciamo neanche...>> mormoro evitando in tutti i modi di guardarlo. Parlare di queste cose, per quanto naturali possano sembrare, mi mette un po' a disagio.

<<Abbiamo tutto il tempo a disposizione per conoscerci però.>> mi volto verso di lui, sorpresa dalle sue parole e Chris si limita a strizzare l'occhio e si allontana.

Lo rivedo durante la lezione di chimica. Si siede al mio fianco e come se nulla fosse, si presenta di nuovo. <<Che stai facendo Chris?>> chiedo scoppiando a ridere, guardandolo accigliata.

<<Mi sto presentando. Sarebbe maleducato da parte mia non presentarmi alla mia compagna, sopratutto se sono seduto al suo fianco.>>

Da quel momento in poi non abbiamo fatto più riferimento al bacio e io l'ho quasi scordato.

Quasi.

Sarebbe impossibile dimenticare realmente in modo in cui bacia dopo aver recuperato i miei ricordi post-sbornia.

<<Sto morendo di fame.>> piagnucola Aiden aprendo lo sportello dell'auto.

<<Adesso mangerai, tranquillo.>> risponde mia madre. Scendo dall'auto e li seguo all'interno del lussuoso ristorante.

<<Salve signori, avete prenotato?>> domanda la bionda dietro un bancone. Mentre mio padre risponde, mia madre saluta un ragazzo -credo che non abbia più di venticinque anni- che ha appena varcato la porta d'ingresso.

<<Mason, lei è mia figlia Nadia.>> dice mia madre indicandomi. Il ragazzo ha i capelli neri e gli occhi blu... niente male.

<<Piacere.>> si presenta porgendomi la mano. Dopo le presentazioni -e nell'attesa che il nostro tavolo sia pronto- Mason non fa altro che complimentarsi con me.

Continua a dire che sono uno schianto e che se non fossi figlia della sua avvocatessa, ci proverebbe volentieri con me. <<Tesoro, Mason sta scherzando.>> puntualizza mia madre scuotendo la testa con aria divertita.

Con la coda dell'occhio, all'improvviso scorgo un ciuffo biondo che mi ricorda molto quello che aveva Cameron.

Mi volto il direzione di quel ciuffo con un gesto automatico e mi rendo conto che non è simile a quello che aveva Cameron, ma è proprio il suo.

Il sorriso che avevo sulle labbra mi muore all'istante appena i nostri sguardi si incrociano e comincio ad avere una voglia matta di urlare ed uscire da qui.

Lost in confusion 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora