Capitolo 26

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NADIA

Continuo ad affacciarmi dalla finestra, ma il vialetto di casa Dallas è ancora vuoto e la luce nella stanza di Cameron è spenta.

È andato via più di un'ora fa, ma non è ancora tornato. Non so per quale motivo, ma c'è qualcosa che mi spinge a credere che oggi non parleremo di un bel niente.

La suoneria del mio cellulare interrompe i miei pensieri. Mi allontano dalla finestra e rispondo alla chiamata di Gwen.

<<Hey.>> dico sdraiandomi sul letto.

<<Ciaoo. So che hai appena perso un componente della tua famiglia, ma credo che uscire a prendere un caffè ti farebbe più che bene.>> sentenzia, ma in tono dolce.

<<Non sono così convinta.>> sbuffo coprendomi la faccia con una mano. Per quanto posso sembrare strano, mi sento già in colpa a preoccuparmi per la storia amorosa, figuriamoci ad uscire con i miei amici.

<<Nadia, stiamo solo andando a prendere un caffè, non stiamo andando in discoteca.>> cerca di convincermi lei.

Dopo qualche secondo di silenzio, mi convinco che mia nonna mi avrebbe spedito a calci a prendere quel caffè. <<A che ora passi a prendermi?>> chiedo guardando il soffitto.

<<Adesso.>> alla sua risposta, balzo giù dal letto e mi precipito verso l'armadio. <<Oppure non sei ancora pronta?>>

<<No, va bene. Puoi venire.>> dico chiudendo la chiamata per poi cominciare a frugare nell'armadio in cerca del mio vestito nero.

Appena la casa si è svuotata del tutto, ho subito indossato il mio amatissimo pigiama, quindi devo trovare il mio vestito e indossarlo in tempo, prima che arrivi Gwen.

Di solito tengo l'armadio in ordine, ma in questo ultimo periodo, non si capisce nulla li dentro.

Quando finitamente trovo il vestito che cercavo, lo indosso e calzo un paio di scarpe comode e  semplicissime. 

Ho tenuto i tacchi per tutto  il giorno e i miei piedi non sopporterebbero mai un secondo round.

<<Tesoro.>> la voce di mia madre sopraggiunge da dietro la porta della mia camera. <<Posso entrare?>>

<<Sì.>> rispondo legando i capelli in una treccia scompigliata.

<<Stai uscendo?>> domanda mia madre posizionandosi dietro di me. Guardo il suo riflesso dallo specchio e non posso non provare una fitta allo stomaco, vedendo lo stato in cui è.

Adesso che si è struccata, riesco a vedere le occhiaie nere sotto gli cocchi e lo sguardo spento.

<<Vuoi che rimanga a casa?>> mi affretto a chiedere. Non uscirei mai se sapessi che mia madre ha bisogno di me qui.

<<No, esci con i tuoi amici.>> risponde posando una mano sulla mia spalla. Sta sorridendo, ma so benissimo che non è un sorriso del tutto sincero. Tutti noterebbero il dolore che prova attraverso il suo viso. <<Tua nonna non vorrebbe mai che tu restassi a casa.>> aggiunge infine.

<<Hai ragione.>> sussurro appoggiando una mano sulla sua. <<E la nonna non vorrebbe neanche vederti così.>> mi volto a guardarla mi affretto ad abbracciarla.

<<Credimi, sono felice che adesso lei abbia trovato pace. Ormai era morta da tanto tempo.>> ha la voce spezzata, ma non si azzarda a versare una lacrima. <<Sai anche tu che non era quella di prima.>>

Lost in confusion 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora