MATIAS'POV
Dire che sono furioso in questo momento é un eufemismo, ma non ne capisco realmente il motivo.Infondo Deborah ha ragione sono consapevole di non essere stato coerente con lei, ma non voglio rimanere deluso nuovamente.
L'amore per me non esiste, é solo una grandissima stronzata che ci rende deboli e ci illude, perché alla fine tutti prima o poi ti abbandonano, ed io non voglio cascarci di nuovo.
Nonostante tutto non mi fido di quello che sta succedendo, non voglio che le accada nulla di brutto, e credo che sia troppo arrabbiata e brilla per badare a se stessa, così la seguo.
É veloce, sta correndo via in lacrime come una scheggia e questo mi fa sentire veramente in colpa, ad un certo punto però vedo una cosa che non avrei mai voluto vedere in vita mia.
Per un breve lasso di tempo la perdo di vista, ma cerco subito di capire dove sia finita, e quando la trovo devo dire che non sono affatto sollevato.
Una delle persone a cui tengo di più in questo momento é inerme, nel bel mezzo di una strada stesa e sanguinante.
Ha perso sicuramente conoscenza, ed io sono nel più completo panico.
Chiamo immediatamente l'ambulanza, e cerco di riconoscere l'artefice di tutto questo.
Appena lo vedo non capisco più nulla, la mia mente é completamente annebbiata dalla rabbia, per questo mi catapulto su di lui, é Marcus, ed io non posso permettergli di farle ancora del male cosi inizio a picchiarlo senza pensare alle conseguenze.
Lo picchio con foga,sfogo tutta la rabbia che tenevo da dentro su di lui attraverso pungi e calci.Mi fermo solo quando realizzo che non é piu in grado di reagire, e mi avvicino a Debby.
Mi sento incredibilmente in colpa per non essere arrivato prima, non riesco a vederla così, non so cosa mi succederebbe se non riuscissi più a vedere quel sorriso che mi piace tanto, a specchiarmi in quegli occhi color ghiaccio così limpidi e sono certo che non potrei vivere senza sentire almeno per un'ultima volta il dolce sapore delle sue meravigliose labbra sulle mie.
Fortunatamente l'ambulanza ha fatto presto, ma non so per quale assurdo motivo Abby si sia precipitata qui prima di quest'ultima.
"Ragazzi la situazione é molto critica, dobbiamo sbrigarci però solo una persona può venire con noi "ci spiega preoccupata la dottoressa.
"Okay vado io"le dico sicuro.
"Io non penso proprio, é sicuramente colpa tua se lei ora si trova in queste condizioni, vengo io"mi contraddice Abby, e a quell'affermazzione mi sento ancora peggio di prima e la lascio salire.
Mi dirigo velocemente verso la mia macchina, e seguo attentamente l'ambulanza fregandomene del tutto dei limiti di velocità stabiliti.
-Sto cazzo dì traffico
Sbraito contro chiunque mi capiti davanti,è un quarto d'ora che sto in macchina mentre Debby,se non assistita subito potrebbe essere a rischio.
***
Arriviamo all ospedale e l'ansia e i sensi di colpa mi stanno divorando l'anima, non so più cosa fare cosi la prima cosa che faccio è chiedere informazioni ad un infermiera."Salve,da circa 20 minuti dovrebbe essere arrivata un ambulanza che portava una ragazza sui 17 anni...sa in che stanza l'hanno portata?"dico tutto d'un fiato.
"Nome e cognome della ragazza?"chiede mentre si avvicina al computer.
"Deborah Blake."dico e la signorina digita qualcosa sulla tastiera.
"Terzo piano stanza numero 143"e subito mi fiondo al terzo piano.
Appena ci arrivo noto Abby,Colton e Emily seduti sulle sedie.
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Meravigliosamente diversi
RomanceLei, Deborah Blake, 17 anni è una ragazza fuori dagli schemi, nel suo cuore combattono due anime perennemente in contrasto, così diverse, ma allo stesso tempo così dipendenti l'una dall'altra. Obbligata a cambiare frequentemente casa per fuggire d...