Il mattino seguente mi sveglio, e i primi raggi del sole filtrano dalle persiane abbassate, mi desto al cinguettio dei passerotti, appollaiati sul davanzale della finestra. Apro gli occhi ancora assonnato e sbadiglio. «Accidenti, è già mattina, ho ancora sonno. Devo sbrigarmi!» Esclamo con la voce impastata dal sonno, scendo dal divano e frettoloso vado in bagno, faccio la doccia e mentre sotto sotto gli spruzzi d'acqua calda inizio a canticchiare allegramente, esco dalla doccia, mi avvolgo addosso un accappatoio. Mentre raccolgo i vestiti da indossare infilo addosso i vestiti: dei jeans blu scuro, una maglietta color verde militare e una t-shirt con fantasie floreali. Entro in soggiorno, e inizio a preparare la colazione: crêpes al cioccolato e caffè. Poggio la colazione sul tavolo e, salgo al piano superiore busso alla porta della camera di Irina. «Irina, sveglia è mattina, ho preparato la colazione.»
Mi sono svegliata da poco, avverto la voce di Igor. Sono vestita, indosso dei leggins neri e una maglia blu. Apro la porta e mi trovo il ragazzo di fronte.
Il giovane con dolcezza mi sorride. «Buongiorno, dormito bene?» Chiede incuriosito.
«Buongiorno, ho dormito benissimo, grazie!» Rispondo di rimando, ciò dicendo mi avvio con Igor in soggiorno.
Maxim entra dall'arcata, sbadigliando, ancora assonnato. «Accidenti che sonno! Ehi! Igor hai preparato la colazione?» Mormora mentre allunga la mano e prende una crêpes ed inizia a mangiare con avidità.
Suo fratello con un sorriso dice: «Buongiorno Max, facciamo colazione!»
Io e Igor ci accomodiamo seduti a tavola, e iniziamo a fare colazione. Io mi gusto la crêpes e sorseggio il caffè, poi con un sorriso affabile. «Complimenti Igor, queste crêpes sono squisite!» Quel complimento fa arrossire il ragazzo. «Grazie», risponde timidamente. Maxim ci guarda che sedevano vicini, sorseggiando ancora il suo caffè. Igor lo guarda negli occhi. «Bene, allora io e Irina andiamo all'università. A oggi» dice il giovane, mentre si alza dalla sedia e con lui anch'io. «Ah! Ok. A oggi», mormora il biondo in tono indifferente e punta lo sguardo fisso sul giornale. salutiamo Maxim e usciamo di casa.
Con rammarico penso a mio fratello, al suo comportamento freddo, mentre Irina che è accanto a me chiede: «Cosa pensi? Sei silenzioso. Tutto bene?» Abbasso mestamente lo sguardo facendo un'alzata di spalle. «Niente, va tutto bene. Su andiamo.» rispondo con noncuranza.
Insieme giungiamo all'università. Entriamo in classe e iniziamo a studiare tranquilli. Le ore di lezione trascorrono serene. La prof. Di biologia guarda me, Irina e infine rivolge lo sguardo verso di me. «Bene ragazzi adesso faremo una pausa. Ah! Igor devo parlarti. Vieni con me!» Dice l'insegnante. Io avvampo, sento le mani che mi tremano, sono ansioso. Cosa mai doveva dirmi la prof? Questo penso, mentre deglutisco a vuoto. «Ok! Ehm eccomi», mormoro un po' titubante. Irina mi guarda . «Aspetta, voglio venire con te», mi prende per un braccio, io a malincuore scuoto il capo. «Tranquilla! Irina deve solo parlarmi. Tornerò presto», e detto ciò insieme all'insegnante ci allontaniamo dalla classe.
intanto sono nel corridoio, di fronte vi è la prof. «Ascoltami, tu sei molto speciale, ragazzo hai dei poteri paranormali solo che devi imparare a usarli. Ti aiuterò, infondo sono una maga di terzo livello!» Annuncia facendomi un occhiolino.
Inarcò le sopracciglia incredulo. «Forte! Siete una maga di terzo livello!» Esclamo entusiasta, con un tono serio e un po' curioso. «Volevo sapere una cosa, se un Licantropo morde qualcuno, la vittima è destinata a divenire un Licantropo vero?» Chiedo ansioso, attendendo che l' insegnante rispondesse alla mia domanda. La donna mi guarda negli occhi. «Hm... in effetti è così, la vittima morsa da un Licantropo diviene un suo simile a sua volta. Perché me lo chiedi?» Chiede sincera e con una nota di curiosità.
Abbasso lo sguardo, poi mi gratto la nuca a disagio. «Ecco, io… ehm, la notte scorsa sono stato morso al braccio da un Licantropo! Mi chiedo perché non mi sia trasformato?» Confesso con voce tremante.
«Santo cielo! Mi stai dicendo, che sei stato aggredito da un Licantropo? Sei stato morso, e non ti sei trasformato?! Com'è possibile?» Mormora la donna allibita.
Io sono sconvolto, perché la mia insegnante non era in grado di rispondere alla domanda? Perché aveva quell'espressione in volto? Sono ansioso, abbasso lo sguardo: «Chi sono io? Prof. La prego, mi risponda! Sa qualcosa su di me? Sulle mie origini. Perché sono diverso?» La donna si avvicina la mano alla fronte pensierosa, schiocca le dita come se avesse avuto un'illuminazione. «Ho trovato, ascoltami dovresti fare una ricerca approfondita sugli Adepti della Luce, ovvero gli angeli. Sospetto che tu sia uno di loro. Ti consiglio di fare una ricerca in biblioteca, credo potrebbe aiutarti a scoprire qualcosa sulle tue origini!» Dichiara l'insegnante facendo un occhiolino.
«Dunque, sta forse sospettando che io sia un angelo? Ma è assurdo! Non ho niente in comune con gli angeli. Sono solo un ragazzo strano, tutto qui!» Esclamo con un'espressione seria. «Tu non capisci Igor, che dentro di te c'è un'aura ancestrale». Il suono della campanella indica il ritorno alle lezioni, interrompe la conversazione.
Insieme tornarono in classe, al termine delle lezioni didattiche vengo raggiunto da Irina. «Ehi! Cosa ti ha detto la prof?» Chiede incuriosita la ragazza.
«Niente d'importante, non so mi ha chiesto di fare una ricerca su gli Angeli! Mi chiedo cosa c'entrano io con gli angeli? Mi ha detto praticamente che sospetta che io sia un angelo! È assurdo, non credi? Gli angeli hanno le ali!» Rispondo mentre mimo con le mani in tema teatrale un angelo che spiana le ali.
Irina a quella scena sorride di gusto, poi smette di ridere di colpo. «Pensandoci bene, come spieghi che non ti sei trasformato in Licantropo, quando uno di loro ti ha morso?» Afferma convinta mentre sulle labbra della giovane appare un sorriso malizioso, poi con serietà annuncia: «È ovvio che la prof. Ha ragione, in effetti guardati sembri davvero un angelo! E sto sospettando anche io che tu lo sia davvero» Dichiara dandomi una pacca sulla spalla.
A quell'affermazione io mi poggiò la mano alla fronte. “Ottimo anche Irina pensa che io sia un angelo! Ma stiamo scherzando? È ovvio che non lo sono, mica ho le ali? No!”
Irina mi prende per mano. «Andiamo a casa?» Chiede sincera. Io sobbalzo. «Ehm, ok, scusa ero sovrappensiero cosa avevi detto?» Chiedo con un tono serio e curioso.
«Ti avevo chiesto, andiamo a casa?» Risponde la giovane facendomi l'occhiolino. Sorrido, istintivamente stringo dolcemente la mano di lei nella sua. «Ok, Andiamo.» Mormoro convinto.
Usciamo dall'Università. Io durante il tragitto che percorro insieme a Irina a un tratto noto un cartellone pubblicitario con un poster raffigurante: Aleska la Rockstar. La giovane è colei che la notte scorsa è intervenuta a salvarci dal Licantropo.
“Quella ragazza, stasera farà un concerto al Leningrad Cafe Club! Vorrei tanto andarci. Faranno un concerto anche gli Amatory”. «Cosa stai guardando di così interessante?» chiede Irina con curiosità.
«Ehm, ho visto quel cartello pubblicitario, ci sarà un concerto Rock, e parteciperanno molte Band, tra cui anche gli Amatory! Adoro le loro canzoni: Two Life, In Eyes your Life, Broken World, e altre!» Rispondo entusiasta.
Irina sorride e con un gesto affettuoso cinge le mie spalle in un abbraccio. «Hm... Andremo al concerto stasera!» Incredulo la guardo con gli occhi che gli brillano dalla gioia. «Davvero? I-Irina che bello! Sì voglio andarci. Allora stasera ci divertiremo!» E sorridendo ci avviamo a casa.
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ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟɪғᴇ #Completa (In Revisione)
ParanormalMOSCA, RUSSIA 2010 La lotta tra il bene e il male continua da millenni... Gli angeli, creature alate e di animo puro dalla bellezza rara, occultano la loro origine, celando il loro vero aspetto sotto forma di normali umani. I Demoni esseri dalle se...