★Capitolo 64 Igor e Maxim conto Vladimir★

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IGOR

Sono  a torso nudo, Vladimir mi fissa con uno sguardo malevolo. «Mi dispiace tanto, interrompere. Che peccato vi siete appena ritrovati... vieni con me, non vuoi che tuo fratello morirà per salvarti non è così?» Chiede con un ghigno sulle labbra mentre mi fissa guardingo.

Serro i pugni lungo i fianchi e, senza esitare evoco la spada di luce che impugno tra le mani, Maxim fa la medesima cosa e insieme, ci prepariamo a un'estenuante battaglia.

Lo scontro si prolunga, tra attacchi magici e fisici nessuno cede, ho innalzato una barriera magica, che protegge mio fratello da fulmini oscuri scagliati da Vladimir, ma in questo istante vengo investito in pieno dai fulmini oscuri. Esausto cado in ginocchio: i jeans sono strappati e mostrarono ferite sanguinanti,  subite durante la battaglia, stringo tra le mani la spada e con fatica mi alzo in piedi, barcollando. «Addio Vladimir!» Mi avvento contro di lui con la tecnica Slow rallento il tempo. Vladimir è rallentato nei movimenti in un istante lo colpisco con raffiche di fendenti a una velocità incredibile e, provoco una potente esplosione di fuoco, che avvolge il corpo del nemico che si disintegra lentamente.

Sorrido trionfante, esausto, ansimante. «È finita,  finalmente!» Vladimir è sconfitto.»

Maxim corre ad abbracciarmi e con gli occhi lucidi sussurra: «È finita?» Dice ancora incredulo.

 «Questa volta è  finita definitivamente, Vladimir è sconfitto! Possiamo tornare a casa, guarda lì, è il varco dimensionale per il nostro mondo! Torniamo a casa!» Esclamo con un sorriso, mentre Maxim mi sorregge con un braccio intorno alle spalle. «Stai bene? Sei ferito... Hai bisogno di cure» Domanda ansioso mentre mi guarda con uno sguardo triste. «Non sono riuscito a aiutarti, non ho fatto altro che creare problemi in battaglia. Non sono forte come te, sei un vero guerriero . Volevo esserti di aiuto invece»

«Max,  fratello, smettila di dire assurdità,  sei forte invece, dai ci siamo quasi, forza ancora un altro sforzo» il varco dimensionale si sta restringendo a vista d'occhio.

Sorrido e con il potere del tempo ho rallentato il flusso del varco dimensionale. Entrambi oltrepassiamo il varco e ci troviamo catapultati a Mosca.

MAXIM

Il varco dimensionale sparisce e mi trovo Igor svenuto tra le braccia, sorrise e con delicatezza lo sorreggo in braccio. "Sei esausto, lo scontro con Vladimir è stato molto duro. Devi riposare" penso, mentre resto sorpreso poiché vedo la mia Bmw bianca che si ferma, e dall'auto scendono Irina, Aleska e i nostri genitori.

Tutti sorpresi nel vederlo con in braccio Igor svenuto chiedono, «Cos'è successo sta bene?» Annuisco. «Sì, ha solo bisogno di riposare» rispondo con voce tremante dalla gioia che mio fratello è vivo e che è lì con noi.

«Ma guardalo, dorme come un "angioletto"» ridacchia Aleska sottovoce.

IGOR

 Mi sveglio poco dopo, mi trovo nel mio letto sorpreso e confuso: «Sono a casa? Ma cos'è successo? Dov'è Max?» Scosto le coperte e scendo dal letto con il cuore in tumulto per uno strano presentimento mi catapulto fuori dalla stanza e con gli occhi colmi di lacrime avanzo per il corridoio, svolto l'angolo e senza rendermene conto mi scontro contro un muro, ovvero contro qualcuno che in un istante mi blocca tra le sue braccia in un caloroso abbraccio. «Ehi, tu?! Dove vai così di fretta? Torna subito a letto. Riposati che sei stanco!» Ordina una voce familiare.

Alzo lo sguardo verso il mio interlocutore e con gli occhi lucidi sorrido e stringo a me il ragazzo che ho di fronte: «Max, mi sono ricordato una cosa...»

" L'incubo che feci quella sera era il mio subconscio. Mi ricordo quella volta che papà e mamma furono uccisi, i tuoi occhi divennero rossi e senza un motivo mi pugnalasti al petto. Mi svegliai e mi trovai tra le tue braccia piangevi" sussurrò: «Max, ascoltami. Quella sera che i nostri genitori furono uccisi ricordi? Morii tra le tue braccia, avevi lo sguardo spiritato, gli occhi rossi, eri così cambiato mi avevi pugnalato al petto, quando mi risvegliai piangevi» sussurro con lo sguardo basso.

MAXIM

Mi mordo il labbro inferiore nel ricordare quegli attimi dolorosi in cui sotto l'influsso malefico di qualche demone uccise mio fratello.

Strinsi il ragazzo tra le mie braccia, con le lacrime agli occhi singhiozzavo: «Non voglio ricordare più il passato, ho fatto cose orribili, con le mie stesse mani… ho stroncato la tua vita, non volevo farlo io» sento le lacrime bagnarmi le gote, mentre il ragazzo dai capelli corvini sorride: «Non hai nessuna colpa, Max, lo so, non eri in te». Dice con un dolce sorriso, mentre mi asciuga le lacrime con il pollice.

Istintivamente accarezzò i capelli arruffati del giovane e, con dolcezza lo bacio sulla guancia: «Ti voglio bene», sussurro con un sorriso.

Igor annuisce: «Anche io e tanto. Ehm... ho un po’ di appetito, cosa c'è per cena?» Chiede arrossendo. 

Entrambi ci guardiamo negli occhi per un istante e ci lasciamo andare in una fragorosa risata allegra, spensierata.
«Andiamo, si cena», dico con un sorriso.

IGOR

Insieme entriamo in soggiorno e lì vengo abbracciato dai miei genitori, Aleska e Irina. «Finalmente è finita, sono tornato. Casa dolce casa!» Esclamo con un sospiro di sollievo.
Tutti felici ceniamo, sorrido felice finalmente sono ritornato dalle persone a me care.

ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟɪғᴇ #Completa (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora