★Capitolo 13 Irina la Maga★

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IRINA

Al termine della lezione, insieme a Igor ci intratteniamo in giardino a conversare tra di noi. «Hm, allora tesoro, cosa ti ha detto mio zio? Sono curiosa, dai dimmi tutto!» Chiedo con un tono serio e trepidante.
«Niente, amore, mi ha detto semplicemente ciò che già sapevo, che gli Adepti delle Tenebre sono sulle mie tracce e che sono in pericolo.»
E infine con un tono secco aggiunge: «Mi ha anche chiesto di andare a San Pietroburgo con lui. E ho rifiutato l'invito.» Sospira profondamente, sembra sia amareggiato.

IGOR

"Irina non puoi capire. Non posso lasciare te e mio fratello soli. Non potrei separarmi da voi, sarebbe troppo doloroso per me. Siete le persone che ho di più caro in questa vita, anche se probabilmente un giorno non ci sarò più, vorrei solo godermi quei giorni, istanti che mi rimangono con voi. So che morirò. Perché lo sento, ma non avrò nessun rimpianto, anzi un rimorso che ho, è la paura di andarmene da questo mondo sapendo di essere odiato da Maxim. Vorrei che riuscissi a riappacificati con lui."

«Cosa stai pensando? Sei triste, qualcosa ti turba. Lo sento. Che ti succede?» Chiede lei, triste.
La osservo con un’espressione indifferente. «Niente, pensavo a mio fratello, vorrei tanto che il nostro rapporto tornasse quello di un tempo. Ma niente, è inutile.»

Irina mi sfiora la guancia destra sulla quale scivola una lacrima, che  asciugo con il pollice. «Non piangere amore, vedrai che vi chiarirete e tutto tornerà come prima». 
Abbasso tristemente lo sguardo, serrando i pugni lungo i fianchi, sospiro. «Chissà, forse hai ragione. Non devo essere pessimista!»

"Ciò che mi fa più male, è un dubbio: e se Max mi odiasse davvero?"
«Su, andiamo in classe, tra poco inizieranno le lezioni», dico con un sorriso.
«Igor perché hai deciso di restare? Rischiare la vita invece di ricevere protezione dai membri degli Adepti della Luce? Ho paura che prima o poi ti perderò. Non voglio che questo accada, non riuscirei a vivere senza di te».  
Le sorrido, sfiorandole la guancia destra. «Ehi! Ehm, tuo zio mi ha detto che sei un'apprendista maga… Dunque sei in grado di usare la magia?» Chiedo fremendo dalla curiosità e con uno sguardo da cucciolo.
Irina sorride. «Già è vero, posso usare la magia!» Risponde sincera.

IRINA

Igor è entusiasta con un sorriso e sguardo sbarazzino. «Che bello! Allora puoi usare le magie. Forte... Quando andremo a casa... Mi puoi  mostrare qualche magia? Ti prego!» Dice supplichevole, guardandomi incantato. 
 «Tesoro quando andremo a casa, ma adesso andiamo in classe!»  Rispondo sorridendo.
«Promesso? Andiamo», dice lui con entusiasmo.
Io sorrido e insieme al ragazzo torniamo in classe. 
Le ore di lezione trascorrono serene, al suono della campanella salutiamo il prof. Anton, e torniamo a casa.
Maxim non c'è, siamo in soggiorno. 
Igor improvvisamente mi osserva con uno sguardo da cucciolo: «Mi mostri qualche magia?» Chiede in tono supplichevole.
 «E va bene, ti mostrerò delle magie che posso usare» annuncio sincera. Igor sorride, mentre io emano dalle mani sfere di energia di colore rosso, di elemento fuoco. Azzurro elemento acqua e delle scariche elettriche di colore giallo.  Il ragazzo sgrana gli occhi dallo stupore. «Wow! Fantastico! Gli elementi: Fuoco, Acqua e Fulmine! Che figata!» Esclama entusiasta.

IGOR

Il mio entusiasmo sparisce: "Come vorrei imparare a controllare i miei poteri".
Penso con lo sguardo basso, Irina mi sfiora la guancia. «Amore che c'è? Che succede? Eri così felice che ti mostrassi i miei poteri. Cos'è quel faccino triste?» Chiede in tono serio.
Io abbasso lo sguardo, le mani poggiate sulle ginocchia, seduto sul divano con un sorriso forzato: «Niente, è che pensavo che mi piacerebbe imparare a padroneggiare i poteri degli elementi. Non so ma credo che l'unico elemento che sono in grado di usare è quello della luce. Quando i miei genitori furono uccisi da Demoni. Quando ciò accadde persi il controllo... E senza rendermene conto scagliai contro quegli esseri delle sfere di energia di luce bianca che li dissolse. Mi chiedo chi sia io in realtà?» Sono confuso, desidero scoprire le sue origini.
Mi alzo in piedi. «Scusa, vado un po' a riposare, a dopo.» Dico in tono triste.
"Da dove provengono i miei poteri? " Penso, mentre Irina mi si avvicina: «Ehi, tutto bene?»
  «S-Sì tutto ok, tranquilla. Vado a riposare un attimo. Poi preparo il pranzo» accenno con un sorriso forzato, salendo al piano superiore.

IRINA

Io intanto sono nella mia camera, seduta sulla sedia, alle mie spalle vi è una biblioteca colma di libri. "Dopo ciò che Igor mi ha detto. Credo che i miei sospetti non siano infondati, lui è un angelo. Ecco perché possiede i poteri della luce". 
Mi intrattengo a leggere i libri di magia, che ho nella borsa a tracolla. E sorrido: "I poteri della Luce. Sono devastanti contro gli Adepti delle Tenebre. Igor ha un potere immenso dentro di sé". Sospiro e ricordo quel sogno: vedevo me stessa, insieme a un ragazzo dai capelli neri con riflessi ramati, e occhi azzurri, erano su un terrazzo. Eravamo stretti in un dolce abbraccio, ci scambiavamo un casto bacio. Il ragazzo con un sorriso sussurrava: «Irina, ti amo piccola.... Mi dispiace, deve andare»

Eravamo vicini, e come sfondo un cielo del tramonto. Io notavo che dalle spalle del giovane vi erano delle possenti ali piumate e candide. Io lo baciavo con le lacrime agli occhi. «Ti amo. Ti prego non andare, non lasciarmi!»

Il ragazzo mi guardava negli occhi, con uno sguardo triste, con delicatezza e mi asciugava quella lacrima, che scivolava sulla mia guancia. «Mi dispiace piccola, non posso restare, devo andare» Mi scostò una ciocca di capelli dal viso, e con dolcezza poggiò le sue labbra sulle sue, in un casto bacio.  Vidi il ragazzo che spariva nel nulla dissolvendosi. Quella notte mi svegliai di soprassalto, confusa e turbata da quel sogno. Entrando in soggiorno silenziosamente mi sono avvicinata verso il divano dove Igor dorme sereno. È così esausto quella sera, che nonostante avessi acceso la luce, il ragazzo continua a dormire. 
 A quel ricordo penso: " Ho paura, di perderti per sempre. Come farei senza di te?»
Sono immersa nei miei pensieri. «Irina sei qui? Ehm, il pranzo è pronto. È tornato Max, dai vieni, ho preparato l'insalata russa e i Palmeni con panna e funghi». La voce del ragazzo distoglie quei pensieri, chiudo il libro di magia: «Ok, adesso vengo». 
Apro la porta, mi trovo il mio amato di fronte, il giovane con un sorriso: «Ehm, piccola, ecco io... Volevo darti questo, è un regalino. Spero ti piaccia, non so ho pensato di dartelo come pegno d'amore». Mi mostra una collana d'argento.
«È il primo regalo che faccio a una ragazza, se non ti piace, dimmelo e lo cambierò. Va bene?» Io scuoto il capo: «Ma è stupendo! Grazie, amore, mi aiuti ad allacciarlo?»
Igor felice mi allaccia la collana al collo, mi sorride: «Sei bellissima amore, andiamo. O il pranzo si raffredderà!»
Ci guardiamo le un istante negli occhi, felici ci scambiamo un casto bacio. 
Scendiamo in soggiorno, il ragazzo sorride: «Max, eccoci, su pranziamo».
 Maxim si siede a tavola e insieme  pranziamo in armonia.

IGOR 

Terminato di pranzare, Maxim e Irina si occupano di sparecchiare la tavola.  «Intanto vai a riposarti, sei stanco io e Maxim sistemiamo qui, ok?» Lo dice con un'espressione seria. Io a malincuore annuisco. «Va bene, vado.»
E uscendo dal soggiorno, entro nella mia stanza. Mi siedo sul letto, guardando con uno sguardo triste il biglietto che mi ha donato il professore. 
 "Sono così confuso, non so se restare o andarmene. Se andrei via da qui, Irina e Max mi mancherebbero tanto. Chissà se Maxim soffrirebbe se io decidessi di andare a San Pietroburgo."
Sono immerso nei miei pensieri, avverto qualcuno bussare alla porta. «Igor, sei qui? Volevo parlarti posso?»
 Sussulto, restando sorpreso di sentire mio fratello oltre la porta che mi aveva chiesto di parlare.
"Oddio Max, mi vuole parlare... Cavolo, adesso cosa vorrà dirmi?"
 «Max, va bene, entra pure!» Biascico trepidante.
 Vedo la porta aprirsi e mio fratello entrare nella stanza.

ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟɪғᴇ #Completa (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora