Capitolo 34

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Francesco si butta sul divano con una coperta presa nell'armadietto sotto la tv, bevo un sorso d'acqua e mi dirigo in camera, vedo il suo volto cosi triste da farmi male, è sdraiato con le mani sul viso, e io, lo lascio li mentre il mio cuore si rompe in mille pezzettini.
Il giorno seguente mi svegliai per le 7, chiamai Nathan e in poco tempo siamo già pronti per uscire, lui andrà a scuola e poi da mia mamma per qualche giorno, andranno alla casa in montagna per rilassarsi un po mentre io cercherò di mettere in ordine i miei pensieri più oscuri.
Andiamo in salotto, Francesco dorme rannicchiato alla coperta come un bambino, intorno a lui ci sono 6 bottiglie di birra vuota, un altra lama entrò in me ferendomi per la millesima volta.
Nath: "èè tornatooo" grida avvicinandosi al divano.
Io:"nathan lascialo dormire che è distrutto, lo vedrai tra 3 giorni"
Nath: "ok però salutamelo" risponde triste.
Lo lascio a scuola, gli bacio la fronte e mi fiondo al bar dalle mie migliori amiche, mi sfogo con loro come se non ci fosse un domani, stranamente le lacrime non sono entrate in possesso del mio corpo ma sento l'agitazione delle vene, continuo a ripetere quando mi mancato ma che la fiducia è sparita nel nulla, loro vogliono che mi butti, che ci riprovi ma non ci riesco.
Il telefono nella tasca vibra insistentemente, mi scuso con le ragazze e rispondo ad Alessandro.
Io: "oh"
Ale: "Che bel saluto" dice ridendo.
Io: "perdonami padrone, ben tornato"
Ale: "ma frà?"
Io: "Bho"
Ale: "Dai pay sono serio dov'è? ieri ci ha inviato un messaggio vocale dicendo che stava male, che non riusciva a guardare in faccia la realtà, era letteralmente ubriaco.... siamo un po preoccupati perchè non risponde"
Io: " stava dormendo tranquillo"
Ale: "pay.... parlaci"
Io: "Dopo"
Sotto si sente la voce di lorenzo che urla "ORA"
io: "okok vado"
riattacco senza di altro, saluto le mie migliori amiche con un abbraccio e corro a casa, prima di aprire la porta faccio un lungo respiro e giro le chiavi.
è seduto con la faccia tra le mani, la canottiera è sparita dal suo corpo, i suoi tatuaggi scuri lo rendono ancora più attraente.
Sbatto la porta per attirare la sua attenzione ma l'unica cosa che è uscita dalla sua bocca è stata: "Fai piano cazzo".
Butto il giubbino sulla sedia vicino alla porta e mi avvicino lentamente a lui, mi siedo sul morbido divano di pelle, sistemo il cappuccio della mia felpa nera targata Spaghetti Funk e incrocio le mani fissandolo, il mio sguardo si fa triste appena lui incontra i miei occhi.
Frà: "Mi dispiace"
Io: "non ti sei fatto più sentire....."
Frà: eri incazzata come potevo?"
Io: "lo so"
Frà: "senti io sono stufo ok? stufo di te gelosa per un cazzo ma sopratutto sono stufo di me e di questa mente bacata"
Io: "io gelosa? porca troia francesco ma sei scemo?"
Frà: "è cosi payton e lo sia benissimo, so quanto quel giorno al telefono stavi per esplodere dal nervoso, penso che altre avrebbero perdonato un bacio innocente ma tu no, tu devi sempre ingigantire le cose"
Io: "Ma vaffanculo, sei solo un bambino del cazzo che pensa solo a se stesso, quella è la porta ed esci porca troia, SUBITO" sbraito alzandomi dal divano e indicando la porta.

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