8.

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«Susan svegliatii» sento dire da una voce, credo che sia quella di mia madre.
«No, ti prego altri cinque minuti»
«No signorina. Sono già le undici. Sveglia»
E visto che io non le rispondo, apre le tende e tutta la fastidiosa luce di fuori mi va dritta in faccia.
«Mamma ti prego, chiudii» dico con la testa sotto il cuscino.
«Ti ho detto alzati.» dice togliendomi le coperte.
Sembra che non mi lasci altra scelta, e mi alzo.
«Oh finalmente. Ascolta Susan, io e tuo padre oggi non saremo in casa, perché siamo stati invitati oggi a casa di colleghi di lavoro per passare una giornata insieme, quindi io e tuo padre abbiamo dato il permesso a tuo fratello di poter far venire qui i suoi amici. La stessa cosa vale per te e tua sorella, potrete chiamare alcune vostre amiche.»
«Grazie mamma. Allora divertitevi»
«Grazie Susan. Noi stiamo per andare. Se vi serve qualcosa chiamateci.»
«Va bene»

Scendo al piano di sotto e trovo mia sorella sdraiata sul divano
«La mamma ha detto pure a te di invitare qualcuno?» chiedo
«Si. Però ho già chiamato Lia e Sendy, ma non possono venire perché sono fuori città»
«Vabbè. Passeremo la giornata in due ahahahaha»
«Buongiorno sorelline.» questo è Nash
«Buongiorno a te. Hai già chiamato i tuoi amici?»
«Si. Possono venire solo Cameron, Jack e Shawn. Gli altri vanno alla partita»
«Hai detto Cameron e Jack?» dico
«E anche Shawn?» aggiunge Cristel
«Si che ce? A te Susan non va bene Jack?»
«Oh, si si certo»

Io e Cristel ci guardiamo, e poi ci scaraventiamo in camera.
«Shawn..» lei non fa altro che ripetere quel nome
«Almeno rendiamoci presentabili.»
«Hai ragione»
Iniziamo a prepararci, e a liberarci dei nostri pigiami, e in poco tempo siamo pronte.

Scendiamo giù, e ci accomodiamo nel divano.
Pochi minuti dopo suona il campanello e immediatamente Nash va ad aprire e nel frattempo Cristel mi guarda come se avesse timore.

«Hey amico» a questa voce Cristel si gira immediatamente verso il ragazzo, Shawn.

Quest'ultimo si avvicina anche a noi due, e ci saluta.
«Ciao Susan. È da molto che non ci vediamo» dice Shawn.
Poi si avvicina a mia sorella e, «Ciao Cristel» come se fosse imbarazzato, senza nemmeno guardarla. Lei ricambia senza far trasparire alcun emozione.

Suona nuovamente il campanello, Nash va ad aprire ed è Jack. Io mi alzo e vado a salutarlo
«Hey Jack.» dico sorridendo
«Hey Susan» dice dandomi un bacio sulla guancia

«Permesso» dice una voce da dietro, entrando dalla porta, che ancora aperta.
«Hey Cam. Finalmente» dice Nash.

Non appena entra, ci guardiamo subito, io però distolgo subito lo sguardo e pochi secondi dopo  anche lui.

«Noi andiamo sopra» dice Cristel
«Perché?» Risponde Nash
«Togliamo il disturbo. Insomma ci sono i tuoi amici» dico io
«No no. Assolutamente. Voi starete con noi»
«Sicuro?»
«Certo»
«Raga che facciamo?» chiede Shawn
«PlayStation? Partite? Xbox? A voi la scelta» dice Nash ridendo

Io nel frattempo vado in cucina a bere qualcosa, e Jack mi segue.
«Tutto bene» mi chiede
«Si. Tu?»
«Ehmm...si » dice passandosi una mano tra i capelli
«Devi dirmi qualcosa?» chiedo
«Volevo chiederti scusa per ieri sera. Baciarti forse è stato inopportuno.»
«No tranquillo. Sai ci sta sempre il bacio della buona notte alla fine di un appuntamento» dico sorridendo
«Ahahahaha già» ricambia lui

Ritorniamo di là, e ci sediamo sul divano.
Il tempo passa guardando i ragazzi mentre giocano alla Play. Sembrano come dei bambini. Penso che a questo punto farebbero di tutto pur di vincere queste cosiddette partite.

«Ragazzi ho fame» esclama Shawn
Stranamente tutti, tranne Cameron, iniziano a guardarmi come se mi stessero implorando con gli occhi di trasformarmi in una cuoca.

«Perché mi state fissando?»
«Dai sorellina, hai già capito» risponde Nash
«Ahahaha. Non potete sfruttarmi in questo modo. E poi non sono brava in cucina»
«Certo. Sarà brava in altre cose» sento bisbigliare, dall'ultima persona che avrei voluto sentire, Cameron
«Come scusa?»
«Hai capito bene»
«Tu forse non hai ancora capito chi sono io. Si certo non una delle tue puttane Cameron. Fatti gli affari tuoi»
«Guarda che hai frainteso tutto. Non sono io quello che si interessa dei fatti degli altri, vero Susan?»
«Ma guarda che stronzo che sei.»
«Lo sai Nash com'erano affiatati ieri i due piccioncini qui presenti?» afferma Cameron indicando me e Jack
«Quindi? Qual'e il problema?» dici
«Sai Nash, in qualità di fratello maggiore avrei seri dubbi sul fatto che sta notte non abbiano fatto niente»
«Cameron sai bene quante me quello che è successo ieri.» Dico riferendomi al nostro litigio non appena son ritornata a casa, ma lui fa finta di non recepire.
«Non ero mica con voi. E poi guardati, sei la prima a prender per troie le mie ragazze, e poi se la fa con l'amico di suo fratello»
Io mi avvicino a lui e perdo totalmente il controllo. Senza che me ne accorga gli do uno schiaffo in faccia, forse con una forza tale da dimostrare la mia rabbia in quest'istante «Vattene da casa mia» esclamo
«Cameron vai via prima che possa far qualcosa che poi potrei pentirmi» dice Nash
«Anzi no. Me ne vado io. Coglione. Resta pure quanto vuoi, ma io non intendo passare un altro attimo sotto lo stesso tetto in cui ci sei tu.»

Dico queste parole ed esco di casa sbattendo la porta.

Adesso l'unica cosa che veramente voglio è allontanarmi da questa casa, da tutti. Come ha potuto prendermi per una poco di buona davanti a tutti quanti? Voleva vendicarsi, ma scegliendo questo modo ha scelto la via peggiore. Non c'è vendetta in un qualcosa che non esiste. Sarà circa la seconda o terza volta che abbiamo uno scontro, e va sempre peggio. Chi si crede di essere? Un principe? Un figo? Un qualcuno che può permettersi di dire o fare tutto quello che gli passa per la mente? No. Non è nessuno di questi. È solo un coglione che questa volta ha davvero esagerato.

«Susan» sento una voce gridare il mio nome
Ma io non mi giro, anzi aumento il passo. Non mi interessa nemmeno capire chi è, in questo momento.

«Susan fermati» insiste ancora
Io mi giro e mi accorgo che si tratta di Jack
«Jack vai via, voglio stare da sola.»
«No. Non ti lasceró da sola. Posso benissimo comprendere che le sue parole ti abbiano fatto male, ma non evitare me perché io non c'entro nulla»
«Per colpa mia hai subito un umiliazione davanti a tutti i tuoi amici e credo che non sia affatto giusto. Tutto per colpa di un coglione»
Si avvicina, mi prende il viso tra le mani e, «Non dire cosi perché non è la verità. Ti assicuro che Cameron non è la persona che sembra. Non è da se comportarsi così.»
«Non è da sé? Ma cosa significa Jack. Io posso avere le mie mille ragione per essere incazzata con il mondo o con me stesso, ma non vado in giro a dire cazzate. Ieri dopo che tu mi hai accompagnata lui è venuto a casa, a cercarmi e a rimproverarmi di aver sbattuto la verità in faccia alla sua fidanzata. Poi il discorso al locale, e anche prima ancora di uscire con te, e poi adesso. Scusa Jack se non riesco a vedere il suo vero lato però so solo che non riesco più a sopportarlo. Non è nessuno e deve iniziare a rendersene conto.»

Jack si avvicina e mi abbraccia, dopo qualche secondo ricambio
«Sfogati, anche con me se vuoi, ma stai tranquilla.»
«Grazie» dico semplicemente

Ricomincio con te ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora