Abbiamo appena lasciato questo bellissimo posto che ci ha ospitati in questi giorni.
Non pensavo che questo momento fosse arrivato così velocemente e ammetto di non essere del tutto tranquilla.
«Ragazzi, ritorniamo esattamente nel modo in cui abbiamo fatto quando siamo venuti. Voi con la vostra auto e noi con la nostra va bene?» dice mia madre prima di far salire qualcuno in auto.
«Ma mia figlia?» chiede Gina
«Sapete dov'è Nash?» chiede anche mia madre
«Si, loro sono già partiti con la macchina di Nash un po' prima di noi» risponde Cameron.Per quanto riguarda al messaggio di prima, quello in cui faceva capire che probabilmente Sierra e Nash fossero tornati insieme era tutto un grande falso allarme perché entrambi ci hanno detto che sono solo tornati amici, hanno un po' chiarito la loro posizione. Io ne dubito altamente che quei due riusciranno a restare nell'ambito di un amicizia ancora per molto.
Entro in macchina e allaccio la cintura. Cristel e Shawn sono già seduti nei sedili di dietro e manca solo Cam.
«Susan, tutto bene?» chiede mia sorella
«Si va tutto bene tranquilla»
«Sei turbata, distratta e con la testa tra le nuvole. Non ti sei nemmeno accorta che ti stavo chiamando da un po'. Hai per caso litigato con Cameron?»
«No. Con Cameron va tutto bene» rispondo ed è esattamente la verità. L'unica grande cosa che mi preoccupa e che provoca questo mio umore è quella che non riesco a immaginare cosa possa scoprire domani, la curiosità e maggiormente la paura mi stanno divorando.
Pochi secondi dopo arriva Cameron e adesso siamo davvero pronti per ritornare a casa. Evito di guardarlo negli occhi per non fargli capire la mia preoccupazione, non voglio che lui si penta di aver organizzato l'incontro con Lia, perché altrimenti potrebbe esser disposto a rinunciare a tutto, lo conosco fin troppo bene, ma non voglio che questo accada perché voglio chiarire questa discussione una volta per tutte, rischiando qualsiasi cosa.
«Possiamo partire?» mi chiede lui stesso
«Si, andiamo dai che c'è molta strada da fare» rispondo senza guardarlo
«Che hai?»
«Cameron ha qualcosa, anch'io le ho chiesto prima che tu arrivassi» dice mia sorella
«No tranquilli. Non ho niente, sono solo stanca»
«Appena arriviamo noi due dobbiamo parlare» dice Cameron girandosi verso di me e poi mettendo in moto la macchina, io non gli rispondo neanche, anche se comunque so nel profondo di me stessa che non ho voglia di parlare con lui.
La strada da percorrere è tanta, circa due ore e mezza, salvo imprevisti ovviamente.
C'è così tanto silenzio tra di noi che dalla noia inizio a fissare il paesaggio fuori del finestrino e pian piano mi addormento.
Qualche ora dopo circa qualcuno mi chiama svegliandomi, «Susan svegliati»
«Che c'è?» riesco a dire ancora con gli occhi chiusi
«Sono Cameron, apri gli occhi»
Faccio così come ha detto, e non appena metto a fuoco la vista davanti a me capisco di esser già tornata in città.
«Ma ricordavo ci fosse più strada, perché siamo già qua?»
«Susan hai dormito per più di due ore»
«Ah si? Va bene» dico passandomi la mano sugli occhi, poi mi giro nei sedili dietro e mi accorgo che siamo da soli, non c'è né mia sorella né Shawn.
«Cam dove sono gli altri?»
«Loro sono già a casa da circa un quarto d'ora, io ho preferito svegliarti dopo»
«Perché? Riportami indietro»
«No perché volevo parlarti, e quindi non ti ho riportata a casa. Se vuoi usare la scusa che i tuoi genitori si potrebbero preoccupare stai tranquilla che a questo ci ho già pensato io perché Cristel sa che sei con me»
«Di cosa volevi parlarmi?» chiedo, ma lui resta in silenzio, percorre qualche chilometro fino a quando arriviamo davanti la spiaggia, lui parcheggia e mi invita ad arrivare in riva.
Ci sediamo entrambi sulla sabbia, «Dai, parla»
«Non sono io quello a dover parlare»
«L'hai detto tu che volevi farlo, non sono mica stata io»
«Voglio sapere cos'hai»
«Non ho niente»
«Susan ti conosco meglio di qualsiasi altra cosa al mondo, hai qualcosa e con me puoi parlarne»
«Cameron non è niente»
«Io invece lo so cos'hai»
«Allora perché chiedi?»
«Tu hai paura di ascoltare ciò che ti dovrà dire Lia»
«Io non ho paura, avrei più paura a perdere te»
«Lo sai, se tu non volessi parlarle domani basta dirlo»
«No, io resto ferma sulla mia decisione»
«E allora perché sei così preoccupata?»
«Non te lo so spiegare»
«Tu mi ami vero?» mi chiede
«Che domanda è? Certo che ti amo»
«A qualsiasi costo? Nonostante i miei errori e tutto?»
«Si, ma perché?»
«Ascoltami bene, in realtà anch'io dovrei dire qualcosa»
«Cosa?»
«In un certo senso so qualcosa di ciò che Lia potrebbe farti»
«Che cosa? E fino ad ora non mi hai detto niente? Hai deciso di farlo adesso per pulirti la coscienza prima che io l'avessi potuto scoprire da sola?»
«No, non è nulla di tutto questo. Io non sono nemmeno sicuro della cosa, è solo una mia supposizione»
«Cam parla ti prego, cosa sai? Cosa presupponi? Cosa pensi?» dico alzando notevolmente il tono della voce
«Credo che lei voglia parlarti della tua famiglia»
«Della mia famiglia? Cosa c'entra?»
«Io giuro che so solo questo, può anche darsi che non sia vero»
«Se è per il fatto che io non sono figlia biologica dei miei genitori questo lo sanno tutti»
«Non credo sia questo. Quando lei mi ha in un certo senso accennato la cosa, parlava di qualcosa di grave, di qualcosa che c'entravano pure tua madre e tuo padre»
«Non potevi insistere? E farti raccontare tutto?»
«Ti sembra che io non ci abbia provato? Non ci sono riuscito. Questo è uno dei validi motivi per cui io non voglio che tu domani parli con lei»
«Adesso più che mai voglio parlare con lei. Cam ti prego giurami che non sai nient'altro?»
«Lo giuro. Sentivo come un peso sulla coscienza, qualcosa mi diceva che io dovevo parlartene»
«Avrei preferito l'avessi fatto prima»
«Volevo ma non sapevo quale potesse essere la tua reazione e non volevo rovinarti la vacanza»
«Va bene. Lasciamo perdere le spiegazioni, l'importante che tu l'abbia fatto» dico con tono diverso, amareggiato e triste.
«Adesso cos'hai?» mi chiede avvicinandosi
«Stavo solo pensando al motivo per cui Lia ce l'abbia così tanto con me. Capisco che non siamo mai stati in ottimi rapporti ma quest'odio non è giustificabile, perché deve farmi così tanto male?»
«Si che il suo odio è giustificabile. Più che odio la sua è solo gelosia. È gelosa di te perché lei non ha ottenuto quello che sei stata in grado di fare tu »
«Ma tu per me non sei mai stato una scommessa da giocare con altre»
«Lo so, ma lei è fatta così»
«Senti Cam....» chiedo
«Dimmi»
«Se ciò che scopriremo domani non ci piacerà, ti do' il consenso di rapirmi. Portami in un posto lontano da Los Angeles»
«Vorresti scappare da qui? Con me?»
«Si, se dovesse servire non ci penserei due volte»
«Sei sicura?»
«Tu verresti con me?»
«Io verrei con te ugualmente»
«Grazie» dico girandomi verso di lui e guardandolo negli occhi.
Gli dico grazie per tutto, per ascoltarmi, capirmi, esserci sempre, insomma per tutto quello che nel mio carattere non è sopportabile ma che lui continua a sopportare.
«Adesso riportami a casa, è già tardi e sono stanca»
«Ma tu sei sempre stanca? Sta notte hai dormito tutto il tempo e sta mattina ti sei anche svegliata tardi. In macchina hai dormito per tutto il tempo...»
«Ahahaha hai ragione, ma ho bisogno del mio letto»
«Quindi vuoi dire che preferisci il tuo letto anziché me?»
«Hahaha no questo mai»
«Di certo non è stato il tuo letto a farti la sorpresa con la cena a lume di candela e a portarti la colazione a letto»
«Giusta considerazione» dico alzandomi dalla sabbia e liberandomi di quest'ultima nei pantaloni.
«Ti accompagno?» chiede
«Si» rispondo, e si alza, mi avvicina a lui circondandomi le spalle con il suo braccio e dirigendosi verso la macchina.
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Ricomincio con te ||Cameron Dallas
FanfictionSusan è una ragazza con un passato molto difficile. A causa di un incidente stradale a soli quattro anni perse la madre e il padre. Fu adottata tempo dopo da una famiglia di Los Angeles, cui ne fanno parte già due bambini, Cristel e Nash, figli biol...