21

6.2K 217 2
                                    

Io e Cameron siamo seduti quassù da almeno un' ora, e sembra che il tempo sia passato così in fretta anche restando in  silenzio.

«Come mai eri un bambino solitario?»
«Non c'è un perché. Quello era il mio carattere, e non potevo farci niente. Anzi mi piaceva stare da solo, perché quando stavo insieme ai miei cugini della mia stessa età litigavo spesso e finivo per piangere perché non volevo che loro toccassero le mie cose»
«Ahhaa, e perché?»
«Perché ero molto possessivo di tutto ciò che mi apparteneva»
«E adesso non lo sei più?»
«Si.» dice, ed io non chiedo nient'altro, e restiamo in silenzio per un bel po', poi e lui che mi chiede, «Tu invece?»
«Io cosa?»
«Tu, non sei..ehmm...la vera sorella di Nash e.. e Cristel?»
«Esatto. Non preoccuparti a dirlo, sono stata adottata, e ad oggi mi è indifferente questo dettaglio perché voglio bene tutti loro come se fossero i miei veri genitori e i miei veri fratelli»
«Non è stato facile vero?»
«No. Non lo è stato per niente. Avevo quasi cinque anni quando iniziò e finí tutto allo stesso tempo. Quel pomeriggio come se fosse ieri, è un ricordo che non dimenticherò mai in tutta la mia vita anche se ero molto piccola, ricordo che ero una bambina molto capricciosa, e una sera volevo assolutamente un giocattolo che avevo visto in tv, ed ero decisa ad averlo a tutti costi, e quindi mio padre convinse mia madre che in fondo era solo un giocattolo, e potevano pure fare uno strappo alla regola essendo anche la loro unica figlia, e quindi uscimmo tutti e tre per andare in un centro commerciale e cercare questo giocattolo che tanto desideravo. Durante il tragitto, cantavo la sigla del mio cartone animato preferito, e battevo le manine a ritmo, e non pensavo minimamente che dopo venti secondi i freni dell'auto non avrebbero più risposto ai comandi, facendo andare la macchina fuori strada, cadendo in un burrone. Ricordo ogni singolo dettaglio dell'incidente. I rumori mentre la macchina rotolava giù, e anche le grida di mia madre che cercava di chiedere aiuto anche se sapeva benissimo che tutte le sue fatiche sarebbero state invane. Ricordo anche il momento in cui la macchina si fermò ed io persi i sensi. Mi svegliai tre settimane dopo in un ospedale, con aghi alle braccia e macchine attaccate al mio corpo, una specialmente che faceva uno strano rumore e nello schermo apparivano delle linee che si muovevano, si trattata del meccanismo che controllava i miei battiti cardiaci. Al mio risveglio accanto a me c'era solo mia nonna, la madre di mio padre, ero felice di vederla, ma avrei voluto tanto che al suo posto ci fosse stata mia madre, e infatti la prima cosa che ho detto è stata proprio chiedere sue notizie, e mia nonna rispose che mia madre era partita per lavoro e che sarebbe tornata presto. Mi rimisi nell'arco di alcuni giorni, e quando tornai a casa mia mi accorsi che era vuota, e che oltre alla mamma mancava anche papà ma non dissi nulla. Passarono mesi e continuavano a dirmi che sarebbero tornati presto, e che avevano avuto dei contrattempi al lavoro. Un anno dopo, mi ritrovai una mattina in un'altra casa, con due signori e due bambini che non appena mi  videro per la prima volta mi offrirono tutti i loro giocattoli e il loro affetto, si trattava proprio di Cristel e Nash. Io non volevo saperne niente, soprattutto di queste nuove persone che non conoscevo nemmeno, anzi ero convinta che fossero stati loro a rapire i miei genitori, e li odiavo. Aprivo bocca solo per dire 'grazie' o per qualche altra parola monosillabica, fino a quando il giorno del mio settimo compleanno la mia nuova madre mi spiegò che i miei veri genitori non sarebbero più tornati, dicendomi tutta quanta la verità e che lei era lì per me, per aiutarmi nel caso ne avessi avuto bisogno»

«Come l'hai presa?» mi chiede Cameron
«L'ho presa malissimo perché ho iniziato a pensare che fosse stata tutta colpa mia se i miei genitori avevano perso la vita, perché io avevo insistito a voler quel giocattolo. Iniziai a fidarmi dei miei nuovi genitori ma non riuscivo a chiamarli 'mamma' e 'papà', perché per me non lo erano. Solo con gli anni ho capito che di loro potevo fidarmi e a considerarli nel modo in cui si meritavano.»

«È una storia molto forte»
«Ho avuto non solo un'infanzia molto difficile, ma anche l'adolescenza perché a scuola mi prendevano in giro perche tutti dicevano che ero orfana, e che i miei genitori non mi volevano davvero. Infatti per colpa di questa forma di bullismo sono cresciuta con l'idea di ritrovarmi per la strada da un momento all'altro, ma per fortuna non è mai successo, perché mia madre e mio padre sono due persone fantastiche che per me hanno fatto tanto, e non so se sarò mai capace di ringraziarli abbastanza» dico, e nel mentre mi cade una lacrima involontaria, che asciugo immediatamente, prima che Cameron se ne accorga

«È tutto molto forte. Vivi tutto questo con così tanta neutralità che non sembra nemmeno tu abbia un passato così.» dice

«Perché hai asciugato le lacrime così in fretta?»
«Perché non voglio che le persone mi vedano piangere»
«Perché?»
«Perché nessuno deve capire quando sto bene e quando sto male. È un mio modo di essere» mentre lo dico, mi guarda e sorride.

«Si sarà fatto tardi, ti va di tornare giù?»
«Ma è buio, come faremo a scendere?»
«Ti aiuterò io» dice alzandosi e porgendomi la mano

Piano piano riusciamo a ritornare giù, anche se per Cameron credo sia stato molto difficile visto che doveva stare attento per entrambi, ma c'è l'abbiamo fatta.

«Cam che ore sono?» chiedo, mentre lui sta aprendo la porta di casa
«Sono quasi le undici»
«Le undici? Siamo stati lassù tutto quel tempo»
«Hahahaha si. Una delle cose più belle di quel posto è proprio questo.»
«In effetti..»
«Vuoi mangiare qualcosa?»
«Sinceramente non ho fame, solo una grandissima stanchezza»
«Siamo in due...Ma i ragazzi?»
«Già vero.. forse saranno usciti» dico
«No. La macchina di Shawn è qui fuori»
«E quindi come mai questo silenzio?»
«Boh. Andiamo a controllare nella stanza degli ospiti, forse staranno guardando un film»

Io e Cameron saliamo in punta di piedi al piano di sopra, e non appena arriviamo davanti alla camera, Cam apre piano piano, poi si gira verso di me e, «Ci siamo sbagliati» dice sussurrando.
«Perché?»
«Guarda tu stessa» dice indicandomi di guardare all'interno della stanza.
Faccio come mi dice, e dalla piccola fessurina aperta della porta mi accorgo che i due piccioncini stanno dormendo. La testa di Cristel appoggiata al petto di Shawn, e il braccio di quest'ultimo intorno al fianco di lei.

«Sarà meglio non disturbarli» dice Cameron richiudendo la porta e scendendo al piano di sotto
«Si, e adesso dove dormo io?»
«Con me»
«Con te?»
«Esatto. Sta tranquilla che non ti rubo»
«Hahaha, che sei simpatico. Dormiremo nella stessa stanza, ma tu a terra»
«Cosa? Io a terra? E per quale motivo?»
«Così»
«Giuro che non ti tocco»
«Giuralo»
«Lo giuro» dice, e nel frattempo va in qualche stanza e ritorna con una sua maglietta enorme, e me la lancia, «Tieni, metti questa»

Io la prendo, vado in bagno, mi lavo la faccia, pettino i capelli, indosso questa maglietta che mi arriva quasi al ginocchio, e capisco che è sua perché ha il suo stesso profumo, e dopo di che esco torno in salotto, dove lo trovo sul divano.
«Cam, devo dire che le tue maglie sono molto comode»
«Che c'è? Stai cercando di fregarmi anche questa?»
«Hahahaha no.»
«Andiamo a dormire?» chiede lui
«Andiamo, ma ricorda»
«Si si. Ricordo che devo starti lontano» dice, e cerca di avvicinarsi, ma io mi metto a correre, ma riesce a prendermi e caricarmi come al solito sulle spalle.
«Devo dire che pur avendo diciassette anni sei  leggera» dice entrando nella sua camera.
Io penso tra me e me che forse non sono io quella troppo leggera, ma è lui che ha un fisico perfetto..

Arrivati vicino al letto, mi butta su di esso, ed io mi sdraio da un lato, lasciando più di metà spazio per lui, anche perché sono una ragazza piccolina di costituzione e non occupo tanto.

Mi giro verso di lui, e noto che si sta togliendo la maglietta, e infatti gli chiedo, «cos'hai intenzione di fare?»
«Di dormire»
«Così?»
«Si. E allora? Sono troppo brutto senza maglietta?»

'No no. Per carità di Dio, chiunque dica una cosa di questa merita una fucilazione. Dico così  perché dovrò averlo accanto tutta la notte, e per quanto io sia una brava ragazza e tutto, anch'io possiedo i miei ormoni' penso

«Non essere modesto Dallas. Buona notte» dico girandomi, dandogli le spalle.
«Buona notte» ricevo come risposta.

Ricomincio con te ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora