«Complimenti, non pensavo avessi queste qualità» dice Cameron ridendo assaggiando il mio piatto.
«Quindi me la cavo bene nei panni di una cuoca?»
«Abbastanza, certo te la cavi meglio in qualità di fidanzata, ma anche in questo campo non sei da buttar via»
«Ahaha grazie comunque» rispondo, andando in salotto
«Dove stai andando?» mi chiede girandosi verso la mia direzione.
«A vedere un po' la tv»
«Non mangi?»
«No»
«No cosa?»
«Non ho fame»
«Non puoi continuare così, anche perché non te lo permetteró»
«Scusa ma per sta sera non mi va, è come se avessi lo stomaco chiuso»
«Passi solo per sta sera»
«Tranquillo, non morirò mica se non mangio per una volta»Suona il mio cellulare e visto che si trova vicino Cameron, è lui stesso a leggere subito il nome di chi mi sta chiamando.
«Cristel...» dice porgendomi il telefono
«Non rispondere»
«No, tu adesso rispondi, lei non c'entra nulla con questa storia» risponde accettando la chiamata e passandomela.«Susan, dove sei?» sento la voce di Cristel non appena avvicino il cellulare all'orecchio. Il suo tono non è completamente tranquillo, ma sembra proprio che stia piangendo.
«Cristel che hai?»
«Ti ho chiesto dove sei?» continua ad urlarmi singhiozzando
«Io...io non posso dirti dove sono, ma stai tranquilla che sto bene. Ma tu cos'hai? Spiegami perché stai piangendo?»
«So tutto, ho saputo tutto. Ho sentito mamma e papà parlarne»
«Mi dispiace, avrei voluto che tu lo avessi saputo da me»
«È stata colpa tua, potevi benissimo spiegarmelo»
«Cerca di capirmi, in quel determinato momento non me la sono sentita di rivivere tutto»
«Non significa niente. Io sono tua sorella, noi ci siamo sempre detto tutto»
«Ho detto che prima o poi te l'avrei detto e non che non l'avrei fatto. Io in quel momento non potevo, perché ancora adesso a distanza di qualche ora non riesco a credere che tra me e la tua famiglia esiste davvero un reale legame di sangue»
«Sei scappata di casa e hai costretto anche me a farlo» dice proprio con un tono che fa palesemente capire che sta piangendo.
«Cosa significa? Sei andata via di casa? Dove sei?» dico alzandomi di scatto dal divano.
«Sono in macchina. Si sono scappata perché dopo aver ascoltato le parole di nostra madre non sono riuscita a trattenermi e ho reagito d'istinto»
«Torna immediatamente indietro. La mamma ha bisogno di te, non può sopportare che anche tu faccia la mia stessa cosa»
«Non mi importa né di lei e in questo momento sto odiando anche te» continua a dire urlando.
Le sue parole mi spezzano il cuore più di quanto non l'abbia fatto il contesto in generale.
Forse ha ragione, dovevo parlargliene e adesso sto solo sentendo un grandissimo senso di colpa. Resto in silenzio per qualche secondo ascoltando i suoi singhiozzi. Non riesco a riflettere, non so cosa dirle per farla calmare. Improvvisamente sento dei rumori, dei suoni strani, seguiti da un urlo.
«Cristel..?» dico, ma non ricevo nessuna risposta. Inizio ad agitarmi, perché immediatamente ripenso al particolare che stava guidando e vengo sommersa da presentimenti negativi. E se avesse avuto un incidente? Una cosa del genere non me la perdonerei mai.
Stacco la chiamata, e la richiamo nuovamente ma questa volta risponde la segreteria. Ci riprovo altre due, tre e quattro volte di seguito ma sempre la stessa cosa.«Susan che succede?» chiede Cameron avvicinandosi
«Non lo so, lei era molto agitata, stava piangendo, mi ha detto che è scappata di casa perché l'ho fatto anch'io. Ha saputo tutto e avrebbe preferito che l'avesse saputo da me, e poi mi ha detto che stava guidando, ad un tratto un rumore strano, un urlo e poi non ha più risposto» dico scoppiando in lacrime
«Aspetta, stai tranquilla. Non pensare negativo, sicuramente non prende, non c'è linea»
«No, Cameron le è successo qualcosa. Io me lo sento, era troppo agitata e non capiva nemmeno quello che stava dicendo. Oddio non me lo perdonerei mai se per colpa mia...»
«No no, non pensare una cosa del genere perché non sarebbe colpa tua in ogni caso e poi non le è successo nulla» dice abbracciandomi.Passa circa una mezz'ora circa, e durante tutto questo tempo io non faccio altro che provare a richiamarla ma l'unica risposta è quella della segreteria telefonica. I miei presentimenti solitamente non si sbagliano mai, e questa volta ne ho uno di quelli che mi fanno davvero paura. Non faccio altro che fare avanti e indietro per tutta la stanza. Cameron mi guarda e continua a parlare cercando di tranquillizzarmi ma non ci riesce in nessun modo.
Suona nuovamente il mio telefono ed io immediatamente mi fiondo addosso e leggo il nome di Nash, inutile dire che rispondo subito.
«Susan, Cristel ha avuto un incidente. Ti prego ovunque tu sia lascia tutto e corri qui» dice agitatissimo. Dopo quelle parole sento le gambe non sostenermi più, socchiudo gli occhi per un attimo solo per capire se è tutto vero.
«Cosa? Cristel ha avuto un... incidente?»
«Si, dei dottori hanno chiamato papà dicendogli di raggiungerli in ospedale»
«Quale? Quale ospedale?»
«Quello più vicino casa» dice attaccando la chiamata.«Cam io lo sapevo, te l'avevo detto» dico scoppiando di nuovo in lacrime
«Stai tranquilla, starà bene» risponde abbracciandomi
«Dobbiamo andare da lei, subito»
«Certo» dice prendendo le chiavi della macchina.
Usciamo di casa nell'arco di pochissimi minuti.
«Ti prego vai più veloce che puoi»
«Credo che dovremmo andare ad una velocità adeguata, tranne se volessi fare un incidente anche tu»
«Basta che ti sbrighi»
«Stiamo quasi per arrivare»
«È tutta colpa mia. Non dovevo andarmene, o almeno prima avrei dovuto parlare con lei. Il mio è stato tutto un unico capriccio»
«Non dirlo nemmeno per scherzo. Il tuo non è stato un capriccio, il tuo è stato solo aver sentito il bisogno di staccare un attimo tutto quello che ha reso complicata la tua vita»
«Evidentemente ho fatto bene, guarda cos'è successo? Se io fossi rimasta a casa lei non avrebbe mai avuto quella reazione»
«No, non hai nessuna colpa, smettila di dire il contrario» dice prendendomi la mano, facendo intrecciare le nostre dita.Qualche minuto dopo arriviamo in ospedale ed io scendo subito dalla macchina ed entro nel primo reparto in cerca di un infermiera che mi dica dove si trovi.
«Mi scusi, Cristel Grier?» chiedo fermandone una
«Si è appena arrivata, stanza 165, terzo piano»La ringrazio e insieme a Cameron corriamo verso l'ascensore, per raggiungere il più velocemente possibile mia sorella.
«Shawn lo sa?» chiedo girandomi verso di lui
«Credo di si, in caso lo chiamo»Le porte dell'ascensore si aprono ed io corro per tutto il corridoio in cerca della 165. Finalmente la trovo e vado per spingere la maniglia della porta che mi separa da lei, ma un medico mi ferma.
«Signorina, non può entrare»
«Perché non posso entrare? È mia sorella, io voglio vederla»
«Mi dispiace capisco la situazione ma momentaneamente non può ricevere visite, stiamo completando gli ultimi controlli» chiarisce entrando in quella camera senza dirmi di più.
Mi giro istintivamente e vedo arrivare Nash, gli corro subito incontro e lo abbraccio.
«Quindi sei venuta?» mi chiede
«Certo, come non avrei potuto»
«Susan, anch'io so tutto» dice guardandomi negli occhi
«Mi dispiace»
«Devo dispiacermi io per te. Credo non sia stato facile scoprire una cosa del genere»
«No, non lo è tutt'ora, ma adesso l'unica cosa che mi importa è la salute di Cristel»
«In tutto questo c'è una cosa positiva...»
«E cosa? Aver scoperto di esser stata venduta, oppure vedere mia sorella in queste condizioni?»
«No, che almeno abbiamo qualcosa che ci lega veramente»
«Hai ragione» dico guardandolo e sorridendogli leggermente.A noi si avvicina anche Cameron
«Hey, a quanto pare non l'abbandoni nemmeno per un attimo?» gli chiede Nash riferendosi a me
«No» risponde Cam in modo deciso
«Mi dispiace averti giudicato prima»
«Giudicato?»
«Quando pensavo, anzi ero convinto che tu non fossi stato adatto per Susan»
«Non dirlo nemmeno per scherzo. Confesso che anch'io all'inizio ho pensato che tu non fossi quello giusto per Sierra»
«Questo è tutt'altro discorso» risponde cercando di cambiare argomento, poi si avvicina ed entrambi si abbracciano come due vecchi fratelli che hanno recuperato il loro rapporto.
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Ricomincio con te ||Cameron Dallas
FanficSusan è una ragazza con un passato molto difficile. A causa di un incidente stradale a soli quattro anni perse la madre e il padre. Fu adottata tempo dopo da una famiglia di Los Angeles, cui ne fanno parte già due bambini, Cristel e Nash, figli biol...