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«Susan è arrivato Shawn puoi andare tu ad aprire?» grida mia madre da sotto, ed io scendo subito e vado alla porta.
«Hey ciao»
«Ciao Susan»
«Entra, accomodati»
«Grazie»
«Quindi resterai a cena?»
«Si, tua sorella ha insistito così tanto che non ho saputo dirle di no» dice, ed io annuisco
«Si lei è fatta così»

«Shawn finalmente sei arrivato» grida Cristel dall'altra stanza, per poi arrivare correndo e saltargli addosso.
«Ehmm..ciao é un piacere anche per me vederti» dice il ragazzo ridendo e stringendosela a sé.

Io mi allontano da loro perché non vorrei essere d'impaccio e vado a posizionarmi sul divano, e dopo un po' arrivano anche loro e si siedono difronte a me e continuano a comportarsi da novelli fidanzatini.
«Per la cena ci vorrà ancora un po'» ci avvisa mia madre
«Ragazzi, io allora vado a fare una passeggiata»
«Perché non stai con noi?» dice Cristel
«Voglio prendere un po' d'aria»
«Va bene. A dopo»

Cammino per un bel po' lungo la via, fino a quando arrivo nel quartiere accanto e involontariamente mi ritrovo davanti casa dei Dallas.

Dal nostro litigio di oggi pomeriggio non so come ma in qualche modo mi sento in colpa perché nonostante lui abbia sbagliato nel comportarsi in quel modo io non dovevi ricomportarmi tale. A me è dispiaciuto e ammetto che in questi giorni mi è mancato un po' vederlo e non poterci parlare.
Decido in pochi secondi di suonare alla sua porta, solo per scusarmi del mio comportamento insolito.
Arrivo davanti la porta e quando sto per suonare al citofono sento balzi di un pallone e presa dalla curiosità mi precipito nel retro di casa sua e mi accorgo che era Cameron a provocare quel rumore lanciando il pallone alla parete e farlo rimbalzare.
Lui mi vede, mi nota immediatamente, e infatti mi chiede, «Tu cosa ci fai qui?»
Mi siedo accanto a lui, e «Vedi, volevo chiederti scusa»
«E perché? Cos'hai fatto? Quello a scusarsi qua dovrei essere io»
«No quella a scusarmi dovrei essere io per due motivi. Principalmente perché ho sicuramente commesso qualcosa che ti ha portato a comportarti in quel modo, a darti così tanto fastidio, e poi come seconda cosa per come mi sono voltata oggi con te, ero agitata già per colpa di mio fratello e non volevo prendermela con te, ma è accaduto tutto così veloce che non ci ho riflettuto»
«Certo che sei strana» dice sorridendo
«Perché?»
«Perché sono le persone a trattarti da schifo e poi tu trovi sempre una scusa per incaricarti delle colpe che non hai»
«Perché forse è la verità»
«No. Forse perché sei speciale»
«Lo sai che mi è mancato parlare con te?» dico
«Lo so. Anche a me. Ahahahaha non puoi immaginare quanto sia stato difficile vederti e non poterti dare fastidio o farti il solletico»
«Quindi non sei più arrabbiato con me?»
«Non lo sono mai stato, e so che adesso mi chiederai il perché io mi sia comportato in quel modo ma te lo spiegherò più in là forse»
«Perché eri qui tutto solo con un pallone?»
«Perché ero nervoso»
«Come mai?»
«Perché stavo pensando»
«Tu quando pensi ti innervosisci?»
«Non esattamente. Mi succede quando non riesco a capire certe cose, ehmm...»
«A cosa pensavi? Alla tua ragazza?»
«Non stavo pensando alla mia ragazza, perché non ho più la ragazza» dice ridendo
«E Lia?»
«Ahahahahahahaha è stato solo per qualche giorno, ma poi l'ho lasciata subito, non era abbastanza interessante» dice guardandomi
«E allora a cosa stavi pensando?»
«Non posso dirtelo»
«E daii» dico ridendo
«Guarda una stella cadente» esclama di colpo puntando il dito verso la scia luminosa
«Si, ho visto»
«Hai espresso il desiderio?» mi chiede
«Si, tu?»
«Si. Cos'hai espresso?»
«Non posso dirtelo»
«Perché?»
«Perché altrimenti non si realizzerà»
«Quindi è una cosa che tu vuoi si realizzi?» mi chiede
«Si» dico e lui si alza e mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi.
«Mi dispiace comunque..» dice ma io lo interrompo abbracciandolo, e dopo qualche secondo ricambia.
«Mi è mancato stare con te» sussurro
«Anche a me»

Per sfortuna in quell'esatto momento suona il mio cellulare, lo prendo, ed è mia madre.
«Hey mamma»
«Susan, dove sei?»
«Sono andata a fare quattro passi»
«Torna a casa» dice, e Cameron sente e mi fa immediatamente segno di non tornare
«Ascolta.. Io non torno a cena»
«Che significa? Eravamo d'accordo che avremmo passato la serata..» sta per continuare ma la interrompo
«Lo so mamma, scusami. Hai ragione ma avevo già un impegno e..»
«Che impegno scusa? Susan dove sei? E non osare prendermi in giro altrimenti chiamo tuo padre»
«Mamma stai tranquilla»
«Cerca di non metterti nei guai»
«D'accordo grazie» dico e riattacco

«Perché non dovrei tornare a casa?» chiedo
«Perché vorrei portarti in un posto»
«Dove?»
«Vieni con me» dice prendendomi per mano
«Cameron dove mi stai portando?»
«Andiamo in spiaggia»
«A quest'ora? Saranno super giù le dieci di sera, e non ci sarà nessuno lì»
«Appunto per questo»
«Che hai intenzione di fare?»
«Sei troppo curiosa» dice, e dopo di che mi prende per mano e inizia a correre, anzi iniziamo a correre.

Ha detto che vuole portarmi in spiaggia, e dal nostro quartiere non è lontana, super giù meno di un chilometro.
«Cameron perché stiamo correndo?» dico ridendo
«Perché è più bello»
«Tu sei folle» grido
«Lo diventerai anche tu»
«Ahahahaha sei un'idiota» dico continuando a correre e tenerlo per mano.

Arriviamo in spiaggia e come avevo già detto non c'è nessuno perché tutti i ragazzi saranno nei locali, infatti il luogo è del tutto deserto.
Cameron continua a correre e si dirige verso la riva
«Non vorrai mica farti il bagno a quest'ora?!» chiedo
«Si, dai facciamolo. Butta il cellulare nella sabbiaa altrimenti si brucerà» dice correndo verso il mare.
Faccio come mi dice e tra un passo e l'altro ci ritroviamo tutti e due in acqua, come se fosse giorno e ci fosse il sole.

«Cam è bellissimo» dico, ed è la verità. Non avevo mai fatto il bagno di sera, al chiaro di luna, e devo ammettere che è strano. L'acqua è scura e non si vede nulla di tutto ciò che ti circonda.
«Lo so che è bellissimo» dice guardandomi negli occhi e sorridendomi in un modo che non aveva mai fatto prima.

Mi avvicino a lui, e mi aggrappo al suo collo.
«È fredda l'acqua»
«Lo so»
«E allora perché hai insistito affinché ci entrassimo?»
«Perché mi andava»

Continua e continua a sorridermi, e vorrei solo farlo smettere baciandolo. Troppe volte abbiamo cercato di provarci, ma non ci siamo mai riusciti. Adesso siamo veramente da soli e in un posto perfetto.

«Perché mi guardi così?» dice
«Così come?»
«Non lo so, non mi avevi mai guardato per così tanto negli occhi»
«Cosa c'è di strano?»
«C'è di strano che io invece non riesco a guardarti più di cinque secondi negli occhi perché già mi imbarazzi» dice circondandomi con le sue braccia.
Dopo aver sentito queste sue parole non riesco a rispondergli, ma sorrido perché è l'unica cosa che riesco a fare involontariamente.
«Lo sai che tutte le volte che sorridi mi viene voglia di baciarti?» dice sussurrando, e il mio cuore inizia a battere forte, e sento le mie mani sudare da sole.
Io mi avvicino di più e lui pure.
Mi guarda le labbra, le guarda intensamente, ed io inizio a tremare perché inizio a sentire freddo stando in acqua.
I nostri nasi si toccano, i nostri respiri si fanno sempre più pesanti, e dopo qualche millesimo di secondo sento le sue labbra posarsi sulle mie. Non so come sia successo, ma è reale.

Mi bacia senza fermarsi. Era qualcosa che volevo da troppo tempo e adesso che è successo ho brividi ovunque, sento solo le nostre labbra che vanno l'una verso l'altra. Gli salto in braccio e unisco le mie gambe dietro il suo bacino, e lo ribacio. Una sensazione così non l'avevo mai provata. In diversi baci mi chiede l'accesso con la lingua che questa volta non tarda ad arrivare. Si stacca solo per prendere fiato per poi ricominciare.

«Susan..» sussurra sulle mie labbra
«co..sa» dico tra un bacio e l'altro
«Se continui così mi farai perdere il controllo» dice ridendo
«Non importa» dico, e lo zittisco baciandolo ancora

Lui mi piace, è un bel ragazzo e tutto, lo ammetto, e in questi giorni ho capito una cosa importante e cioè che mi è mancato, e non riuscivo più a starmene ferma. Mi ha fatto provare certe cose che nessuno mai era stato capace. Tutt'ora in quest'istante non ho idea se mi stia prendendo in giro ma sinceramente non mi interessa, voglio godermi il momento.

«Dimmi solo che non mi hai baciata perché mi consideri all'altezza delle altre» dico, e lui al posto di rispondermi o di fare qualcosa, mi ribacia
Continua così per un bel po' di secondi, forse anche minuti, fino a quando mi allontano perché voglio guardarlo negli occhi «potrei perdere il controllo» dice ridendo
«Non mi importa»
«Lo sai che mi stai mettendo alla prova?»
«Ahahahah» scoppio a ridere.
«Cosa ridi?»
«Nulla» dico ed esco dall'acqua scappando, e lui mi insegue fino a quando mi prende da dietro e mi butta sulla sabbia, e finiamo entrambi per rotolare su di essa.
«Sei matto? Adesso siamo tutti sporchi»
«Vuol dire che ritorneremo in acqua» dice
«Te lo sogni, ci asciugheremo e cadrà da sola»

Ci sediamo sulla sabbia, e restiamo lì per un bel po' a guardare le onde.

«Andiamo» dice lui
«Dove?»
«Con me»
«Cos'hai intenzione di fare adesso?»
«Tu seguimi».



Ricomincio con te ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora