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«Tu seguimi» dice prendendomi per mano

Camminiamo per un poco, fino a quando arriviamo davanti casa sua.
«Mi porti a casa tua?»
«Hahahaha no, prendiamo solo la macchina»
«Per andare?»
«Sorpresa»
«E che sorpresa è?»
«Dai sali in macchina» dice sorridendo
«Sono salita, adesso mi dici cos'è?» dico mettendomi la cintura di sicurezza
«Ahahah no, non te lo dico, altrimenti non è una sorpresa»
«A me non piacciono le sorprese, quindi di qualunque cosa si tratti dillo»
«No»
«Si»
«E dai, stiamo arrivando» dice

Dopo cinque minuti accostiamo davanti ad un altissimo grattacielo di circa trenta o più piani.
«Siamo arrivati, puoi scendere» dice.
«Aspetta ma dove siamo? Io conosco questo posto»
«Come fai a conoscerlo?»
«Credo sia l'ufficio di mio padre»
«Hahahahah, davvero? Se per questo è anche l'ufficio di mio padre»
«Ah Ah che cosa interessante»
«Ci sei mai entrata?»
«Si, qualche volta. Ma che vorresti fare proprio qui?»
«Vedi...nel caso tu non lo sapessi, quest'ufficio ha i turni anche di notte, fino a tarda ora, quindi adesso è accessibile»
«E?» chiedo
«Entriamo No?»
«Hahaaha entrare? Ma per fare cosa?» dico, ma lui mi prende per il polso e insiste talmente tanto fino a convincermi.

«Cam ma è un agenzia di lavoro, non può entrarci chiunque»
«Tu sta zitta» dice, dirigendosi verso l'ascensore.
«E adesso che vorresti fare?»
«Dai entra in ascensore» dice mentre si aprono le porte di esso.

Entriamo entrambi, le porte si chiudono e vedo Cameron schiacciare il pulsante dell'ultimo piano.
«Perché l'ultimo piano?»
«Per buttarti giù, così almeno smetterai di fare domande»
«Sei uno stronzo» dico, e lui si avvicina talmente tanto da farmi appoggiare la schiena alla parete, «Nel caso vorresti saperlo nell'ultimo piano c'è un albergo, e quindi passeremo la notte insieme, ok?»
«Hahahaha qua non ci sono alberghi, mi dispiace»
«Certo che tu non riesci proprio a stare zitta» dice avvicinandosi ancora di più.
«Cameron spostati» dico abbassando lo sguardo
«Perché? T'imbarazzo?» alzandomi il viso dal mento
«Sei troppo vicino, e c'è caldo»
«Non sono troppo vicino, non abbastanza» dice e si avvicina talmente tanto questa volta da farmi mancare quasi il respiro.
Appoggia le sue labbra sulle mie e mi lascia qualche bacio.
«Che c'è? Non vuoi baciarmi?» dice visto che non ho ricambiato.
«No, solo che vorrei farti impazzire un po'»
«Sei sicura?» chiede ed io annuisco, e per provocarmi continua a baciarmi, però ad ogni bacio sempre con più intensità, fino a quando non sono più riuscita a restare indifferente e cedo.
«Menomale che dovevi farmi impazzire» dice ridendo
«Ci sarà sempre una prossima volta no?»
«Quindi vuoi che tra di noi ci siano altri baci?» e mentre lo dice le porte dell'ascensore si aprono
«Smettila con queste domande» dico uscendo da lì e sento che lui scoppia a ridere.

«Adesso che siamo qua, dove dovremmo andare?» chiedo, e lui mi prende la mano e andiamo verso delle scale che portano ancora in un piano superiore.

Arrivati lassù, c'è solo una grande stanza vuota e una porta che credo porti fuori.
«Vieni» Dice aprendola
Lo seguo e andando oltre quella porta si presenta davanti a me uno scenario mozzafiato.
«È bellissimo, da quassù si vede tutta Los Angeles»
«Non proprio tutta, ma abbastanza» dice mettendosi accanto a me.

È spettacolare vista da questa altezza. Non so come spiegarlo, si vedono milioni e milioni di lucine che si muovono, nell'insieme è tutto così bello, non vedo da qui la città in cui sono cresciuta, ma un posto visto da un' altra prospettiva, mai vista da certi punti di vista.

«Ma tu vieni spesso qua?» chiedo a Cameron
«No in realtà questa è la seconda volta. L'altra sera mi trovavo qui con mio padre e ho scoperto questo punto dell'edificio e stasera invece ho pensato di farlo vedere anche a te»

Ricomincio con te ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora