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«Forza Susan, faremo tardi solo per colpa tua. Tua sorella e Sierra sono già pronte, e tutti gli altri stanno solo aspettando te» urla mia madre dal momento in cui è entrata in camera, e incoraggiando a sbrigarmi
«Mamma ti prego non urlare. Se urli io non riesco a sbrigarmi»
«Perché sta mattina non ti sei svegliata? Insomma sei salita in camera interrompendo la cena»
«Mamma sta notte non mi sono sentita bene e quindi ho fatto fatica ad addormentarmi, ti prego non insistere»
«Entro 5 minuti devi essere all'ingresso»
«Va bene mamma, va bene» dico sbuffando e lei esce dalla stanza.

Non passano nemmeno venti secondi che la porta si riapre, «Mamma ti ho detto che sto arrivando, ti prego un attimo»
«Ti sembro una mamma?» chiede Cameron presentandosi davanti a me
«Scusa Cam, pensavo fossi mia madre che mi sta torturando»
«Non mi dai nemmeno il buongiorno?»
«Buongiorno»
«Non intendo così» dice prendendomi per i fianchi, ed io lo bacio.
«È scomparso il mio antifurto?»
«Non del tutto, si vede ancora tranquillo» dico ridendo e mettendomi le scarpe
«Senti ti vuoi calmare un attimo?»
«No perché è già tardi»

Improvvisamente in camera mia si fionda Cristel,
«Susan ha detto papà di sbrigarti..» si blocca non appena vede Cameron
«Mi avete fatto impazzire, e si sono pronta alla fine»
«Finalmente» risponde Cameron mettendomi il braccio sulla spalla, ed io lo sposto.
«Ti aspetto sotto» dice Cristel
«Sto arrivando»

«Cameron andiamo dai» dico prendendolo per mano e uscendo dalla stanza.
«Che fretta che hai»
«Senti io scendo, se vuoi venire vieni altrimenti ti resti qua»
«Sei troppo agitata» dice bloccandomi per il polso
«Cameron lasciami andiamo dagli altri»
«Vieni qua» dice avvicinandosi e baciandomi fino a quando capisce di essere più calma.
«Va meglio adesso?» chiede lui
«Va meglio, andiamo dai»
Questo per esempio è uno degli effetti di cui lui è capace di provocare, mi fa calmare anche con un solo gesto.

Arriviamo in pochi secondi dagli altri, e  Cristel, Shawn è soprattutto Sierra, non appena si accorgono di me e Cameron insieme iniziano a guardarci in modo strano.
«Ma siete tornati insieme?» chiede Shawn
«No, siamo solo amici» rispondo io
«Voi due non potete essere amici» dice Cristel
«Perché?»
«Perché non sembravate dei semplici amici nemmeno quando lo eravate, immaginiamo adesso che insomma...»
«Cristel ti prego» rispondo passandogli davanti

«Sei seccata con me?» mi chiede Cameron
«Tu sei l'ultima persona con cui potrei prendermela»
«E se ti baciassi qui? Tanto loro avranno già capito qualcosa»
«No, non puoi approfittartene»
«Si che posso» dice lui sorridendo facendomi quasi sciogliere.
«Ragazzi andiamo» dice Gina
«Andremo a piedi, considerando il fatto che bisogna camminare solo per qualche metro» aggiunge mia madre.

Durante il tragitto io sono stata con Sierra e Cristel, mentre lui con Shawn.

«Susan, scusa se te lo dico, ma sei sicura che tu e mio fratello non siete ritornati insieme?» chiede Sierra
«Certo che sono sicura, non potrei sbagliarmi su una cosa del genere»
«Ma lui è diverso. Dopo che vi siete lasciati era tornato di nuovo tale e quale a prima, anzi peggio. Era scontroso, freddo, sempre con la testa tra le nuvole, distratto. Invece da quando siamo qui è sereno, lo vedo felice»
«Capisco tutti i tuoi dubbi, ma per adesso abbiamo chiarito e pensato di restare amici»
«Ci sarà sempre qualcosa che andrà oltre l'amicizia»
«Lo so. Prima di tornare come prima bisogna rivolvere i nostri problemi»
«Tu Cristel invece?» chiede Sierra
«Io cosa?»
«Perché non ci hai detto che tu e Shawn state insieme?»
«Ma infatti noi non stiamo insieme»
«No, dai non puoi prenderci in giro»
«Sono seria ragazze. Forse in fondo lo siamo ma non riusciamo a esternare i nostri sentimenti»
«Vedrete che ci riuscirete» dice Sierra

«Ragazze di cosa parlate?» dicono Shawn e Cameron avvicinandosi
«Di shopping» risponde Cristel
«Shopping? Tra tutte le cose di cui potevate parlare, avete scelto lo shopping?» chiede Cameron mettendosi accanto a me
«Perché? È una cosa molto interessante..» risponde Sierra

«Ragazzi siamo arrivati, ci fermeremo e faremo il nostro picnic qua. È un bel posto non trovate?»
«Si è veramente bello» rispondo io
«Tu sei veramente bella» mi sussurra Cameron
«Ma smettilaa» dico girandomi verso di lui
«Ma quindi domani arriverà tuo fratello?»
«Si e credo sarà un brutto colpo per tua sorella»
«Speriamo bene»

«Sarà meglio per oggi che noi due stiamo lontani» dico
«Perché? Lo sai che è impossibile per me»
«Perché potremmo non accorgerci di essere in compagnia, e comportarci in un modo sbagliato»
«Sai che c'è? Quando abbiamo deciso di tornare insieme ma senza dirlo a nessuno non pensavo fosse cosi difficile. Non mi posso avvicinare, non ti posso toccare, baciare. Questa cosa mi urta»
«Ti sembra che questa cosa non urti pure me? Ma l'abbiamo deciso entrambi»
«Io non intendevo questo»
«Non puoi sopportare? O magari solo fingere?»
«No, se è questo che vuoi sapere no»
«Sei stato tu a dire che doveva restare tra me e te. Me e te significa solo noi e nessun'altro»
«Non funziona così, sta diventando insostenibile la cosa» dice per ultimo lui allontanandosi da me.

Ogni volta che litighiamo è come se io non riuscissi più a comportarmi come vorrei, come se ogni cosa che facessi mi servisse lui, altrimenti resta incompleta.
Dopo il nostro litigio il resto della giornata passa nella noia totale.
I nostri genitori chiacchierano e i ragazzi si divertono, io invece non riesco ad alzare lo sguardo da terra, non riesco a guardarlo, non riesco a fare nulla.
Forse ha ragione che tutta questa situazione sta diventando insostenibile ma è stato lui a chiedermi questa cosa, lui a spingermi ad accettare affinché tornassimo insieme senza dirlo a nessuno, io ho accettato pur di stare con lui. Il fatto che non accetti di starmi lontano quando non è il momento sono problemi suoi.
Per tutto il tempo, prima del pranzo, durante e dopo siamo rimasti lontani, senza parlarci e a guardarci di tanto in tanto.
I ragazzi credo se ne siano accorti che abbiamo nuovamente litigato, infatti non hanno detto nulla, quando di solito ne dicono di tutti i colori.
In alcuni momenti confesso di non averlo mai voluto conoscere, perché da quando ci conosciamo è cambiato tutto.
Soffro quando litighiamo, quando stiamo lontani e quando soprattutto come ora non riusciamo a risolvere i nostri problemi.
Avrei voluto passare questa giornata diversamente, insieme a lui, e invece no. In fondo ci sono abituata perché le cose non vanno mai come immagino.

Siamo tornati in hotel da qualche ora, e adesso saranno circa le cinque del pomeriggio, e mi trovo in camera, distesa nel letto.
Ad un certo punto bussano alla porta.
«Chi è?» chiedo
«Sono la mamma. Posso?»
«Si certo»
Mia madre entra e si siede nel letto accanto a me.
«Tutto bene?»
«Si, tutto bene»
«Per caso oggi avete litigato?»
«Si»
«In effetti vi ho visti un po' giù»
«Passerà»
«Ascolta io sono venuta qui per un altro motivo»
«Dimmi»
«So che a te sarà una cosa che ti renderà sicuramente sollevata. Vedi, tuo padre e il padre di Cameron hanno saputo di avere un impegno di lavoro improvviso la prossima settimana, e quindi di conseguenza non possiamo restare qui per due settimane, ma solo qualche altro giorno»
«Va bene» dico solo
«Non mi sembri molto sollevata»
«Si lo sono. Solo che avrei voluto che oggi sarebbe andata in modo diverso»
«Cos'è successo?»
Dal momento in cui ovviamente non posso raccontarle come stanno realmente le cose, invento una scusa
«Una schiocchezza, solo che lui è molto esagerato»
«Avete parlato di quel che è successo con Lia?»
«No, non abbiamo potuto» mento
«Oggi anche sua madre si è accorta che lui è pazzo di te»
«Come?»
«Ha visto come lui non voleva allontanarsi da te, vi ha visti litigare, vi ha osservati tutto il tempo, e soprattutto ha visto come suo figlio ha cambiato atteggiamento subito dopo che avete litigato»
«È così evidente?»
«Certo. È più che evidente. Dalle un'altra possibilità qualsiasi cosa abbia fatto. Quel ragazzo ci tiene davvero a te»
«Tu dici?»
«È la verità. Ti consiglio adesso di andare da lui»
«Va bene»
«Ci vediamo a cena?»
«Grazie» dico, lei mi sorride ed esce dalla camera.

Rifletto sulle sue parole e credo che abbia perfettamente ragione. Inutile piangerci su o pensarci, chiarire sarà la scelta migliore.
Mi alzo ed esco dalla mia camera, andando verso la sua.
Arrivata davanti la 916 busso, e lui risponde 'Avanti'. Apro la porta ed entro, e lo vedo sdraiato. Nonostante sappia il fatto che stia entrando qualcuno in camera sua non si gira nemmeno.
«Shawn non voglio vedere nessuno voglio stare da solo»
«Vorresti stare da solo anche se al posto di Shawn ci fossi io?»

Ricomincio con te ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora