L'allarme della sveglia risuonò per tutta la stanza. Nonostante Mario fosse immerso nel sonno più profondo la sentì, e si svegliò di soprassalto. Si stiracchiò nel letto, ed impiegò qualche secondo prima di ricordare che Claudio fosse lì, a pochi passi da lui. Si sentì improvvisamente sopraffatto dalle sensazioni. Non sapeva spiegarsi per quale ragione, ma ultimamente il pensiero dell'amico lo tormentava. Un lento stillicidio, un pensiero costante.
Era diventato incredibilmente difficile fingere di non provare per lui un sentimento profondo e passionale. Era diventato difficile guardarlo negli occhi e non lasciar trasparire quanto disperatamente, contro ogni sua volontà, lo amasse.
Si voltò verso il letto di sua sorella ed osservò di sottecchi il corpo dormiente e muto di Claudio. Avrebbe potuto trattarsi di una statua, per quanto perfetto fosse. E, di certo, era la cosa più bella che Mario avesse mai avuto a portata di mano.
Un sorriso gli scappò dall'anima finendo nelle sue labbra.
Alessia si stava vestendo frettolosamente. Sarebbe uscita per andare in biblioteca. Era una ragazza assennata e diligente, del tutto diversa da Mario. Lui, ad esempio, non amava studiare, e dopo il liceo aveva smesso di farlo. Ma era così fiero della sua piccola Alessia, così felice che lei stesse realizzando il sogno della sua vita, quello di laurearsi in giurisprudenza per poi diventare avvocato. Ed era convinto che sarebbe stata un grande avvocato, una donna piena di passione ed amore per il proprio lavoro.
L'osservò mentre inseriva i libri nello zaino per poi chiudere la zip, attenta a non fare rumore. Prima di uscire si diresse verso il proprio letto e lasciò un bacio leggero sulle carnose labbra di Claudio. E, di nuovo, quella fitta si ripresentò, fredda come una lama, pungente e dolorosa.
Ogni volta era come se qualcosa gli si squarciasse dentro. Provava la sensazione di essere nel punto più alto di una montagna, pronto a lanciarsi nel vuoto. E lo avrebbe fatto, se solo avesse potuto. Avvertiva i suoi organi tremare spasmodicamente, ma, in fin dei conti, si trattava soltanto di una percezione della sua mente.
E poi qualcosa in fondo al suo cuore si spegneva. Giorno dopo giorno, mese dopo mese.
Era sempre più difficile accettare la relazione tra Claudio ed Alessia, anche se stavano insieme da così tanto che avrebbe dovuto esserci abituato. Si erano fidanzati durante l'ultimo anno di liceo, e stavano insieme da sei anni. Era diventata un'abitudine della sua vita, quella di condividere l'uomo di cui era innamorato con sua sorella.
A volte si diceva che preferiva così, tutto sommato. Visto che non poteva essere lui ad averlo, meglio che lo avesse sua sorella che qualsiasi altra ragazza. Certo, soffriva da morire a vederli insieme, e probabilmente questa sofferenza non sarebbe stata così compatta, così totalizzante, se avesse evitato di trascorrere così tanto tempo insieme a lui e alla sua ragazza. Tuttavia Mario non riusciva a considerare una condanna il fatto che Claudio fosse così tanto dentro la sua vita. Lo sentiva parte della sua famiglia, parte di lui, e tanto bastava. O, in verità, non potendo avere altro, se lo faceva bastare.
Intanto, mentre il cuore continuava a battere forte nella cassa toracica, vide Alessia allontanarsi con un sorriso dall'uomo che lui amava più di se stesso, e si rese conto di quanto male potesse fare la consapevolezza che non avrebbe mai potuto avere Claudio, neppure in un'altra vita.
***
Mario scese dall'auto e raggiunse l'Urban café, il bar che Claudio, con fatica ed impegno era riuscito a mettere su. Non gliel'aveva mai detto, ma era sempre stato fiero di lui, da quando, due anni prima, all'età di soli ventitré anni, il suo amico aveva deciso di aprire un'attività propria, e aveva investito tempo, denaro e tutti i suoi sogni e le ambizioni per realizzare quello che da sempre era un suo desiderio.
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L'altra parte di me
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Mario e Claudio sono amici. Un'amicizia viscerale ma piena di ombre e di tormenti. Un'amicizia che li rende complementari e dipendenti l'uno dall'altro, ma mai veramente vicini. Non come vorreb...