All'altra parte di me
Aveva bevuto troppo. Sentiva l'alcool in circolo, la testa che girava come una trottola impazzita e il fuoco nelle viscere. Il suo problema era il tempo. Quello che avrebbe dovuto rappresentare la cura, ma che si era rivelato soltanto un tiranno.
Claudio era tutta la sua vita, e quello non sarebbe mai cambiato. Si sentiva forte di quell'amore che lo circondava da parte a parte, che lo riempiva fino a farlo scoppiare, che lo rendeva fragile e insieme invincibile. Con Claudio sarebbe sempre stato invincibile.
Ringraziava ogni giorno la vita per avergli concesso almeno un tempo con Claudio. Un tempo ancora limitato, ma che sarebbe valso per l'eternità.
Uscì dalla sala grande e si diresse all'esterno. Si tolse le scarpe ed affondò le dita dei piedi nella sabbia umida. Un respiro, due, tre. Aveva bevuto decisamente troppo.
Le orme che tracciò camminando arrivarono fino al bagnasciuga. Mario si sedette in un posto solitario e buio per non sentire le grida felici della festa.
Alessia si era sposata. Alessia era tutto per lui, ma un fondo di solitudine e paura aveva preso spazio nel suo intimo. Era abbastanza? Sarebbe stato abbastanza?
Estrasse una sigaretta dal pacchetto e l'accese, il vento che gli solleticava il volto e la nuca.
Pensò che sarebbe stato bello vivere per sempre su una spiaggia, di notte, lontano da tutto.
Pensò che la vita è un modo come un altro per arrivare a quello a cui sei destinato, ma lui sarebbe potuto anche morire, perché ciò a cui era destinato lo aveva trovato molti anni prima. O forse era sempre esistito, dentro di lui.
Perso nei suoi pensieri neanche si accorse che qualcuno lo aveva raggiunto nel buio della notte. Qualcuno che aveva preso posto accanto a lui. Il profumo lo raggiunse in maniera distinta. Non c'era mai bisogno di voltarsi quando si trattava di Claudio. Il suo corpo avvertiva la sua presenza in maniera incontrovertibile prim'ancora che la sua mente lo incamerasse.
"Come stai?"
"Bene", mentì Mario. "Come dovrei stare?"
"Non dirmi cazzate. Hai bevuto troppo vino a tavola.", gli disse deciso, senza però risultare brusco. Allungò una mano e toccò quella di Mario, immersa per metà nella sabbia.
"Non ti posso nascondere niente, eh?"
Mario aveva imparato che, ormai, con Claudio era sempre impossibile fingere uno stato d'animo. Conosceva tutto delle sue espressioni, dei suoi modi di fare, dei suoi improvvisi cambi d'umore. Si rendeva conto di essere completamente nelle mani di quell'essere meraviglioso che gli sedeva accanto. Lui, senza Claudio, non sapeva neanche come avrebbe potuto fare per continuare a vivere.
"Non mi devi nascondere niente, è diverso." La voce di Claudio tuonò decisa.
Mario era improvvisamente confuso. "Ma... cosa... io non ti nascondo niente.", si difese.
"E invece sì. Oggi è il matrimonio di Alessia, la persona che più ami al mondo, e non sei felice. Hai bevuto più del dovuto, ti sei allontanato dalla festa e... hai quella faccia. Cos'altro devo aggiungere?"
"Quale faccia?"
"Quella lì. Quella di quando c'è qualcosa che non va."
Mario prese un grosso respiro.
Pensa Mario. Pensa. Tira un respiro e inventa qualcosa. Tutto ma non la verità.
Il problema, però, era Claudio. Claudio e la sua immensa capacità di comprenderlo in qualunque circostanza. Non era neppure in cantiere l'ipotesi di non dirgli la verità.
"Clà io... Mi prometti che se ti dico questa cosa non la prendi male?"
Claudio s'irrigidì e ritrasse la mano da quella di Mario. "Che è successo, Mario?"
"Me lo prometti?"
"Non posso farlo. Non posso prometterti nulla del genere, se prima non mi dici che è successo."
Mario affondò i piedi a fondo, nella sabbia, e sentì la consistenza dei granelli che s'infilavano tra le dita. Gli sembrò che la vita fosse una cosa meravigliosa, e che non l'avrebbe mai sprecata a fare qualcosa che non sentiva solo per far piacere agli altri.
"Stamattina mi ha chiamato tuo padre."
Claudio scattò di colpo, guardandolo di traverso. "Che?" La sua voce era stridula, incerta. "E che voleva?"
Mario a quel punto aveva due alternative: mentire o dirgli la verità. Avrebbe tanto voluto rivelargli tutto, raccontagli ogni singolo dettaglio di quella conversazione, ma dentro sentiva che non sarebbe stata la cosa giusta. Che non spettava a lui farlo.
"Mi ha parlato di lui e Margherita... Di lei, in particolare", gli rivelò facendosi forza. Una mezza verità. "Ha... ha detto che tua madre è in un momento difficile. Che non ha accettato la nostra relazione, che non sa se mai lo farà, ma soffre la tua mancanza. Sta male per il fatto che vi siate allontanati.", fece una pausa, la voce che gli tremava, il corpo in una strana condizione di disagio. "Mi ha chiesto di provare ad avvicinarti a lei."
Claudio lo guardò senza fiato, come se quelle parole giungessero da lontano, come se a pronunciarle fosse stato un estraneo.
"Perché non me l'hai detto?", chiese alla fine.
Mario lo guardò confuso. Non ci aveva neppure pensato a come comportarsi, a come reagire. Si era sentito attaccato, poi sollevato, poi deluso, perfino offeso. Quell'aria di sufficienza con la quale lo trattavano non gli piaceva, eppure era consapevole che i genitori di Claudio si rendessero conto di quanto lui fosse importante nella vita del figlio.
"Non sapevo se farlo o meno.", confessò alla fine. "Mi aveva chiesto di non dirti niente, e avevo pensato di non farlo, però...", s'interruppe per qualche secondo. "Beh, lo sai. Hai subito capito che qualcosa non andasse."
Claudio annuì lentamente. "Già."
Il suo tono sembrava amareggiato. Forse anche deluso.
Se c'era una cosa che non aveva mai sopportato era deludere Claudio. Quando vedeva il suo volto contratto in una smorfia che sapeva di delusione si sentiva un po' morire dentro.
"Mi odi?", gli chiese alla fine.
Claudio scosse la testa. "No, tu non c'entri. So che faresti di tutto per me."
Mario si chiese cosa avrebbe mai fatto nella vita se non avesse incrociato quegli occhi che riuscivano a frugare così a fondo nella sua anima.
"Io non riesco a nasconderti nulla, Clà. È così. Non ce la faccio a tenere un segreto con te neppure per qualche ora."
"Perché questa cosa ti ha turbato?"
Il respiro di Claudio era irregolare tanto quanto il suo. Mario chiuse gli occhi per cercare di trovare le parole.
Avrebbe voluto cambiare argomento, o fingere che non ci fosse alcun problema. Avrebbe voluto fare tante cose, ma al cospetto di Claudio non gli sarebbe riuscita nessuna di quelle. Optò nuovamente per una mezza verità.
"Perché so di essere io la causa della frattura con i tuoi.", ammise. "E a volte mi chiedo se..."
"Shhh, basta Mario. Non voglio sentirti più dire questa cosa. Non mi interessa cosa pensano. Io sono qui, sanno entrambi dove trovarmi, se vogliono. Io non rinuncio alla mia vita. Mi stai chiedendo questo, Mario?"
Un fruscio di vento attraversò lo spazio che divideva i loro corpi. Mario si sentì investito da tutte le sensazioni del mondo.
"Mi stai chiedendo questo, eh?", chiese con insistenza.
Mario scosse la testa. Non avrebbe mai potuto chiedergli questo. Non avrebbe mai potuto chiedergli di rinunciare a loro due.
"No."
"E allora?"
Mario alzò le spalle. La felicità di Claudio sarebbe venuta sempre prima della propria. "E allora prova a parlare con lei."
STAI LEGGENDO
L'altra parte di me
FanficOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Mario e Claudio sono amici. Un'amicizia viscerale ma piena di ombre e di tormenti. Un'amicizia che li rende complementari e dipendenti l'uno dall'altro, ma mai veramente vicini. Non come vorreb...