1.9

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Il verde degli occhi di Claudio aveva una sfumatura diversa quella mattina. Mario ebbe l'impressione che il colore fosse più scuro del solito, ma era lo sguardo ad aver attirato la sua attenzione. Quello era completamente diverso, come se nascondesse un intrico di cose non dette, di momenti non vissuti, di attimi eterni non ancora scoperti. Il vento gli scomponeva i capelli e sferzava quello splendido viso dorato. I capelli erano più chiari al sole, e la sua pelle sembrava ringiovanita.

Mario avrebbe voluto chiedergli cosa avesse fatto, cosa fosse cambiato in lui, ma temeva che lo avrebbe preso per pazzo. Probabilmente quel cambiamento era soltanto frutto della sua immaginazione, dovuto al fatto che il suo sentimento diveniva sempre più incontenibile.

"Come è andato il primo giorno?", gli chiese cercando di scacciare dalla mente l'immagine di Francesco che lo guardava in quel modo.

Claudio si passò una mano tra i capelli scompigliandosi il ciuffo. "Molto bene. È tutto bellissimo. In due giorni ho già imparato una marea di cose."

Mario lo guardò. Guardò la sua mandibola contratta, le sue labbra gonfie, il movimento dei suoi capelli. Il percorso dei suoi occhi indugiò sullo sguardo di Claudio. Come al solito era impenetrabile. Strinse un polso con la mano cercando con le dita la consistenza del braccialetto di cotone che gli aveva regalato Claudio anni prima, e che, chissà per quale ragione, non si era ancora scucito.

Era uno di quei braccialetti che i venditori ambulanti distribuivano in estate sulle spiagge in cambio di un'offerta. Era blu, il suo colore.

Buttò l'occhio al polso di Claudio, come se ci fosse bisogno di notare che il suo, di colore verde, non ci fosse. Si era rotto l'anno precedente, insieme a qualcosa nel petto di Mario. Lo aveva perso o buttato via, non ricordava. Certo, sapeva che il destino di quei braccialetti fosse lo stesso per tutti. Sapeva che la rottura di quel nastro non significasse la rottura del legame tra loro. Eppure perché stava male al solo pensiero di quella perdita?

Forse perché gli sembrò l'effettiva conferma che, in qualche modo, Claudio non avesse la sua stessa dipendenza dal loro rapporto. Gli parve il segnale che, se in qualche modo fosse finita, sarebbe stato Claudio il punto di rottura.

Il loro rapporto era come una strada sempre dritta che s'intersecava con altre vie secondarie. Eppure rimanevano sempre Claudio e Mario il centro di tutto. A dispetto di tutti, persino di Alessia.

Solo loro la strada principale, e tutto il resto delle stradine secondarie che s'intersecavano nelle loro vite.

Se solo Mario pensava alla possibilità di una vita senza Claudio gli veniva a mancare la terra sotto i piedi. Forse anche per quello aveva sempre accettato il rapporto con Alessia. Sentiva che, in quel modo, Claudio sarebbe stato un punto fermo anche nella sua, di vita.

"Clà, mi dici dove stiamo andando?", gli chiese curioso.

"A farti il regalo di compleanno!", gli rispose, finalmente, dopo l'ennesima volta che Mario glielo chiedeva.

"Ma no, Claudio! Non lo voglio scegliere io, dai! Non mi piace quando sono io a sceglierlo, lo sai."

"Infatti non devi sceglierlo", si giustificò lui. "Ma la tua presenza è necessaria."

Mario si voltò di scatto verso di lui. Il volto di Claudio tradiva un'emozione particolare. Era sereno, divertito. Mario non lo vedeva così da secoli.

Si lasciò sfuggire un sorriso a sua volta, il petto gonfio per la felicità di quel momento.

***

Lo sguardo di Mario indugiò qualche secondo in più sul corpo di Claudio. Aveva il costume bagnato incollato alle gambe. I ciuffi gli cadevano scompostamente sulla fronte sudata.

L'altra parte di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora