A Valentina,
che mi ha regalato questa scena
Due settimane prima
Lo sentiva.
Dentro le ossa, sotto la pelle. Sentiva quel calore all'altezza del suo petto, e più giù, nel suo sesso.
Quel piacere gli scorreva nelle vene, come torbido sangue bollente. Un taglio netto e sarebbe uscito fuori, schizzato via, su di lui. Un taglio e quel sangue torbido avrebbe attraversato le pendici del monte, come lava.
Ed era così strano, il cervello era andato il tilt, incapace di partorire un pensiero sensato. Eppure lui lo sentiva. Dentro le ossa, sotto la pelle. E non poteva farci nulla. Non aveva senso fare finta che non esistesse.
Quelle mani vagavano sul suo corpo. Mani callose e dure. Un corpo spigoloso sopra il suo.
Il corpo di un uomo.
E poi la barba che gli solleticava il collo, che lo pungeva. Le gambe magre, nessuna curva. Il petto senza seno. Un petto piatto, di uomo.
Il respiro duro e la voce roca, la voce di un uomo.
E quelle mani, oddio quelle mani. Sapevano muoversi sul suo corpo, esperte, lasciando che varcasse i confini dell'immaginabile. Quelle mani su di sé come una condanna. Il sapore di un bacio sporco. Il sapore della passione.
La violenza, la forza, l'ardore.
Un corpo simile al suo, il corpo di un uomo.
Il piacere cresceva, il suo respiro era affannoso. E quelle mani lo toccavano, sapevano cosa fare. Lo possedevano come se fosse la più fragile delle cose sulla terra. Lo voltavano, lo stringevano, gli regalavano un'assurda follia.
Perché era una follia.
Per quanto gli sembrasse impossibile, se focalizzava la sua figura era proprio lui.
Mario.
Claudio sobbalzò. Quando un sogno finisce trascorrono sempre due o tre secondi in cui realizzi che il mondo in cui eri catapultato fino a poco fa fosse solo una suggestione. Inspirò a fondo per prendere aria. Sentì soltanto l'aria viziata della notte entrare nei suoi polmoni e bloccargli il respiro.
In quanti modi si può morire?
Lui si sentiva così. In bilico tra la vita che era sempre stata la sua, e la morte. Qualcosa di irrequieto, di nuovo, di inspiegabile. E quella sensazione di sogno non andava via.
Come se non si trattasse soltanto di un sogno.
Si voltò alla sua sinistra e trovò Mario steso al suo fianco. Durante la notte gli si era avvicinato. Era lì, il volto ottenebrato da chissà quali pensieri. E non era un sogno. Era lì, di fronte a lui. Era lì, steso nella sua parte di letto, a ricordargli quanto la sua vita stesse andando in rovina.
Sentì il suo sesso gonfio di piacere. No, non era un sogno. Il suo corpo reagiva davvero a quegli impulsi. Era madido di sudore, un sudore freddo ed invadente, come se avesse corso a lungo e senza meta. Come se stesse rincorrendo qualcosa che non riusciva ad afferrare mai.
Da quanto non stava insieme ad Alessia? Settimane? Mesi?
Da quanto stare con Alessia aveva significato qualcosa? Di certo, non significava quella cosa, quello che aveva provato nel sogno, quello che sentiva nel petto in quel momento.
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L'altra parte di me
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Mario e Claudio sono amici. Un'amicizia viscerale ma piena di ombre e di tormenti. Un'amicizia che li rende complementari e dipendenti l'uno dall'altro, ma mai veramente vicini. Non come vorreb...