Se qualcuno gli avesse chiesto di definire l'affetto incondizionato, a Claudio sarebbe venuto in mente Mario.
Non sapeva neppure il motivo per il quale gli fosse così legato. Sentiva solo che, sin dal primo momento in cui l'aveva visto seduto tra i banchi di scuola, aveva sentito nei suoi confronti un istinto primordiale, come di appartenenza, sebbene non si conoscessero nemmeno.
Sapeva anche che la vita è fatta di attimi di sensazioni, e quel ragazzino seduto in un angolo solitario della classe gli aveva subito ispirato fiducia e familiarità. Gli si era seduto accanto, e non avevano dovuto neppure parlare per rendersi conto di essere simili.
"Mario, ti ricordi quando ci siamo conosciuti?", gli chiese osservandolo riporre i boccali di birra sulla mensola in alto.
"Eh?"
"Quando ci siamo conosciuti, in classe. Ti ricordi?"
Mario cominciò a strofinare i bicchieri dandogli le spalle.
"Certo che mi ricordo, Clà. Non ho qualche strano problema di memoria... Perché?"
Claudio riprese a lavorare. Passò lo straccio umido sul bancone cercando lo sguardo di Mario che, ancora di spalle, lo aiutava a sistemare l'Urban prima dell'inaugurazione del locale.
"Niente, pensavo a..." esitò un istante prima di continuare. Chissà se Mario lo avrebbe reputato un ragionamento stupido. "Pensavo a come sarebbe stata diversa la mia vita se quella volta in cui sono venuto in classe la prima volta mi fossi seduto da un'altra parte."
Alzò lo sguardo su di lui e notò che i movimenti erano leggermente cambiati. Erano diventati più lenti, meno decisi.
"Cioè?"
"Mah, non lo so... mi sembra che tutta la mia vita dipenda da quel giorno in cui ho scelto di sedermi lì. Chissà che cosa sarebbe successo se avessi fatto una scelta diversa."
Mario si voltò verso di lui, il bicchiere di vetro lucido in mano. "Magari ci saremmo conosciuti comunque. Avresti comunque cominciato ad uscire con Alessia."
Claudio alzò le spalle. "Alessia non mi aveva colpito da subito", disse bagnando lo straccio e strizzandolo nel secchio. Vide Mario ricominciare a lucidare i bicchieri. "L'ho conosciuta per te. Cioè, magari nemmeno saremmo mai stati insieme se io e te non fossimo stati amici."
***
Si sentiva come un animale in gabbia.
Era completamente sopraffatto da un senso di nausea, un disturbo costante, la sensazione di essere sull'orlo del precipizio. Aveva la bocca impastata da giorni ed il pensiero delle settimane precedenti lo tormentava. Un'inquietudine senza scampo lo stava soffocando, e Claudio faticava a respirare. Aveva litigato con Paolo perché lo aveva trattato male senza motivo. Aveva l'istinto di trattare bruscamente tutti, pur non essendo mai stato una persona aggressiva. Inizialmente nessuno sembrava essersi accorto del suo umore instabile. Poi però era diventato così evidente che sarebbe stato assurdo non notarlo.
Claudio non sapeva esattamente perché si sentisse in quel modo, ma era perfettamente cosciente che il suo stato non riguardasse solo se stesso, ma anche la situazione con Mario.
Aveva vissuto per anni con la consapevolezza di essere per Mario ciò che Mario era per lui. Il punto fermo più importante della sua vita. La persona che non lo avrebbe mai abbandonato, neppure se avessero attraversato una tempesta a piedi nudi e senza riparo.
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L'altra parte di me
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Mario e Claudio sono amici. Un'amicizia viscerale ma piena di ombre e di tormenti. Un'amicizia che li rende complementari e dipendenti l'uno dall'altro, ma mai veramente vicini. Non come vorreb...