Un passo, un altro, un altro ancora senza dover raggiungere nessuna meta. L'aria di fine settembre nelle narici, sulla pelle. Claudio sorrise e si sentì un idiota. Com'era possibile che la vita potesse cambiare così velocemente, in un battito di ciglia?
Infilò le mani nelle tasche dei jeans e riprese a camminare avanti e indietro attendendo con ansia che il turno di Mario da Tally finisse. Non sapeva che fosse lì.
Claudio aveva acquistato un altro biglietto, dopo l'ennesimo colpo di testa, e aveva deciso di raggiungerlo. Dopo la chiacchierata con Paolo di due giorni prima aveva sentito la necessità di dirgli tutto ciò che provava. Non potevano continuare a vedersi e a sentirsi come se nulla fosse accaduto, senza confessarsi chiaramente ciò che provavano. Per Claudio sarebbe stato particolarmente difficile. Non riusciva mai a rendere concretamente a parole i propri sentimenti senza sentirsi a disagio, senza sentirsi sbagliato. L'imbarazzo aveva sempre prevalso sull'istinto.
Recuperò il cellulare in fondo alla tasca e lo sbloccò. Pochi minuti dopo Mario sarebbe uscito, avrebbe terminato il turno. L'aveva osservato da lontano, attento a non farsi vedere, passando di sfuggita fuori dal negozio. Era intento a parlare con una cliente mentre le consigliava qualcosa su un acquisto. Era bellissimo, stretto nel suo maglioncino leggero, con il jeans che gli fasciava tutte le forme. Bellissimo e sensuale, come Claudio non l'aveva mai visto prima che cominciasse a rendersi conto di esserne attratto.
Adesso gli sembrava di avere davanti un altro Mario. Un uomo in tutta la sua semplice ed imponente bellezza, ma soprattutto un uomo dall'incontrovertibile sensualità. Lo vide spostarsi i capelli all'indietro in un gesto abitudinario che lui compiva con naturalezza, ma che a Claudio non era mai parso così sexy.
Gli era arrivato l'ennesimo messaggio.
Sbloccò la tastiera del cellulare ed aprì la chat con Mario. Era da quella mattina che non rispondeva ai suoi messaggi. In un primo momento lo aveva fatto perché stava decidendo se raggiungerlo o meno in giornata. Aveva poi pensato di fargli una sorpresa, e aveva deciso di non scrivergli finché non fosse arrivato a Roma.
Finalmente era lì, ma si rese conto troppo tardi che Mario si fosse probabilmente preoccupato. Non erano più abituati a non sentirsi. Negli ultimi giorni si erano scritti e telefonati di continuo.
Lesse con assoluta tenerezza l'ultimo messaggio che Mario gli aveva mandato qualche minuto prima.
Clà, ma che fine hai fatto? Ho detto qualcosa di sbagliato?
Sorrise e ripose nuovamente il cellulare in tasca. Mancavano pochi minuti e sarebbe uscito, e preferiva dirgli tutto di persona. Preferiva guardarlo negli occhi e dirgli quanto gli fosse mancato.
Preferiva osservare la sua reazione, la mimica del suo volto, la sua espressione quando gli avrebbe rivelato i suoi sentimenti.
Mai un ti amo gli era pesato tanto nella cassa toracica. Mai un sentimento aveva fatto quel fracasso per farsi sentire.
A volte gli sembrava che la sua pelle glielo urlasse, che il suo corpo pretendesse che quelle due parole venissero fuori in tutta la loro urgenza.
In quell'istante vide Mario uscire dal negozio con lo sguardo basso sul cellulare e un'aria concentrata.
Claudio non si sarebbe mai abituato all'effetto che sortiva sul suo corpo la presenza di Mario a qualche metro da lui. Gli si parò davanti in pochi attimi, e Mario, intento a guardare lo schermo del telefono, non se ne rese conto e gli andò addosso.
"Ma che cavolo...", disse piccato, per poi alzare lo sguardo e incontrare gli occhi di Claudio. Trattenne il fiato qualche attimo, completamente immobile. "Clà... mi fai prendere un colpo ogni volta!", esclamò portandosi una mano sul cuore e aprendo il suo volto in un sorriso.
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L'altra parte di me
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Mario e Claudio sono amici. Un'amicizia viscerale ma piena di ombre e di tormenti. Un'amicizia che li rende complementari e dipendenti l'uno dall'altro, ma mai veramente vicini. Non come vorreb...