"Venti, diciannove, diciotto, diciassette..."
Un coro di voci proveniente dall'interno della casa giungeva alle sue orecchie in un soffio appena sussurrato. Fuori, distante dal mondo, dove non faceva altro che pensare alla sua vita, ai suoi giorni lontano dalle abitudini, dalle certezze.
Ai suoi giorni in solitudine, quella immensa di essere l'unico ad amare. Quella di non essere ricambiato.
Il suo pensiero corse a lui, come sempre.
"Dieci, nove, otto, sette..."
Claudio che rideva in modo buffo portando la lingua in mezzo ai denti. E sembrava veramente un bambino quando lo coinvolgeva in scherzi stupidi. Claudio, il suo Claudio. L'unico con il quale avesse mai desiderato condividere la vita. E non importa se a vent'anni ti dicono che l'amore è qualcosa di passeggero. Non importa se cercano di convincerti che cambierà stagione, che avrai un nuovo amore, nuovi sentimenti e nuove convinzioni. Non importa se sei veramente innamorato di quell'amore assoluto e totalizzante. Di quell'amore oltre il quale non si riesce ad andare. Di quell'amore che t'incatena, t'imbavaglia, t'imprigiona.
Questo era Claudio per Mario.
L'amore totalizzante senza il quale non riesci nemmeno a respirare. Quello che ti lascia i segni sulla pelle. Come una scottatura in pieno inverno, quando non sei preparato alla luce solare e non sai come difenderti. Non ci sono protezioni.
Claudio, un marchio sulla pelle di Mario che scava in profondità più dell'ago per completare un tatuaggio. Più indelebile di un tatuaggio.
"Sei, cinque, quattro..."
Claudio, che si era messo insieme ad Alessia. E, Dio santo, com'era possibile? Come poteva sopportare di vederli insieme? Come poteva tollerare di vederli abbracciati, intimi, complici? Come poteva sopportare che il loro rapporto fosse solo subordinato a quello che aveva con Alessia?
Non sapeva più dove sbattere la testa. Lì, in quella prima notte di gennaio. Fredda, lontana come la fioca luce della luna. Chiusa nel suo cuore la certezza di dover rinunciare per sempre all'amore.
No, l'amore non era quello che gli raccontavano. L'amore non muta di giorno in giorno. Non fugge via. Non si scioglie al sole della primavera.
L'amore vero resta.
L'amore che provava per Claudio era vero.
"Tre, due, uno... buon anno!"
Buon anno amore mio.
Buon anno accanto a me, eppure lontano da me.
In quel momento il cellulare vibrò nella sua tasca e Mario si costrinse ad estrarlo. Un messaggio campeggiava sul display.
"Auguri, idiota!"
Era lui, il suo idiota. L'amore della sua vita, che non avrebbe mai conosciuto i suoi sentimenti.
Il suo per sempre ed il suo mai.
***
Sfrecciare verso Verona con una consapevolezza diversa non lo spaventava più. Quella volta tornare a casa avrebbe avuto un sapore differente.
Sapeva che avrebbe ritrovato Claudio ad aspettarlo, sapeva che ci sarebbe stato lui a supportarlo in ogni sua scelta, a sorreggerlo, ad accompagnarlo. Sapeva di poter contare su qualcuno in maniera incondizionata, e non come aveva fatto fino a pochi mesi prima nascondendogli il suo sentimento, ma con la consapevolezza che ciò che li legava fosse tanto forte da non poter essere spazzato via neppure da un uragano.
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L'altra parte di me
FanfictionOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Mario e Claudio sono amici. Un'amicizia viscerale ma piena di ombre e di tormenti. Un'amicizia che li rende complementari e dipendenti l'uno dall'altro, ma mai veramente vicini. Non come vorreb...