1.10

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Mario aveva gli occhi chiusi ed il cuore batteva ad un ritmo irregolare. Stringeva con le dita l'estremità del bancone freddo dell'Urban, cercando di concentrarsi su quella sensazione piuttosto che sull'incredibile calore che partiva dalla mano ferma sulla sua spalla e che si propagava per tutto il suo corpo. Gli arti, gli organi, la sue mente, i suoi pensieri, erano ormai indistricabilmente legati al ragazzo in piedi accanto a lui. Era così da sempre, ma nell'ultimo periodo qualcosa era decisamente cambiato. Mario non era più lo stesso, ma soprattutto Claudio non lo era.

Non poteva essere una suggestione del suo corpo il fatto che i tocchi di Claudio su di lui, da un po' di tempo a quella parte, fossero completamente diversi dal solito.

Non poteva essere una suggestione del suo corpo la carezza che Claudio gli aveva lasciato sul volto mentre credeva che stesse dormendo.

Eppure Mario non voleva pensare a nulla di tutto quello che stava accadendo. Non solo perché lo reputava impossibile. Non solo perché non era in grado di immaginare un rapporto con Claudio diverso rispetto a quello che avevano sempre avuto. Non voleva pensarci soprattutto perché era ben consapevole che non sarebbe mai stato in grado di gestire un rapporto con Claudio che fosse diverso da quello a cui era abituato. Non sarebbe stato giusto né naturale. Il suo pensiero fisso da qualche giorno a quella parte era Alessia.

Anche se nei fatti si stava comportando come sempre, dentro di sé stava cominciando a nutrire una speranza che il rapporto tra lui e Claudio potesse cambiare, ed era la prima volta che accadeva.

Strinse più forte l'estremità del bancone ed aprì gli occhi per soffiare sulla candelina.

Mario e Alessia compivano ventisei anni, ma lui era ancora ben lontano dall'essere una persona completa, sia lavorativamente che emotivamente. Eppure, quando si trattava di esprimere un desiderio, il suo pensiero correva sempre ad una persona.

In quel momento aveva realizzato che, sebbene fosse sempre stato consapevole che alcuni dei suoi desideri non si sarebbero mai realizzati, non faceva in tempo a disilludersi perché la sua mente li aveva già incamerati e buttati fuori.

Anche quella sera il desiderio di Mario era legato a Claudio.

Sperò con tutto se stesso che qualsiasi cosa fosse accaduta il loro rapporto non si sarebbe mai incrinato. Sperò che sarebbero rimasti in qualche modo vicini, qualunque fosse stata la forma che la vita avrebbe concesso al loro legame.

Alzò il volto dalla torta con su scritto il suo nome e quello di Alessia ed incontrò i suoi occhi spenti. Non aveva voluto neanche soffiare le candeline. Non voleva festeggiare. Era lì solo per inerzia, perché Mario l'aveva obbligata per fare in modo che si distraesse. Dopotutto era anche il suo compleanno, anche se lei si stava comportando come se non lo fosse. Ebbe un tuffo al cuore. Vederla stare in quel modo lo straziava.

Non gli aveva confidato in che rapporti fossero lei e Claudio. Non gli aveva detto per quale motivo stesse così male, né Mario aveva insistito a parlarne con Claudio. Sapeva che alcune cose andassero gestite tra di loro, e non voleva affatto intromettersi. Eppure non sapere in che rapporti fossero le due persone più importanti per lui lo stava divorando.

Aveva la sensazione che tutto il suo mondo stesse cambiando, che tutto si stesse completamente ribaltando.

Claudio e Alessia che si ignoravano la sera del loro compleanno. Claudio e Alessia nella stessa stanza, che non si rivolgevano la parola, né si scambiavano uno sguardo o un sorriso da lontano. Alessia in disparte, sebbene fosse anche il suo, di compleanno, fuori da tutto, lontana da lui. Claudio vicino, più vicino che mai.

Vicino in un modo che il loro rapporto non aveva mai sperimentato.

"Hai espresso il desiderio?", chiese Claudio nel suo orecchio, contrastando la musica che era partita dalla consolle del dj che avevano chiamato appositamente per quella sera. Mario non avrebbe voluto, ma Claudio aveva preferito fare le cose in grande.

L'altra parte di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora