11.

2.2K 132 5
                                    

Hermione si era recata in sala da pranzo, con una fame da lupi. Il professor Silente aveva insegnato come trasfigurare un pappagallo in un gatto. Hermione ci era riuscita al primo colpo, guadagnandosi delle occhiate penetranti. Riddle era riuscito dopo un'ora di continui tentativi, mentre gli altri alunni non ci erano riusciti, o lo avevano fatto solo a metà con un risultato finale di un gatto che ripeteva tutte le cose che si dicevano e con la cresta di piume rosse o di un pappagallo coi baffi e le orecchie a punta.
Quel pomeriggio aveva un'ora buca quindi stava camminando verso la capanna che in futuro sarebbe appartenuta ad Hagrid, lontano dagli sguardi indiscreti dei suoi compagni. Non era molto affatto diversa da quella che ricordava, tranne per il fatto che all'esterno non vi erano poste le enormi zucche di Hagrid.
-Buon pomeriggio Hermione.-
La diretta interessata si girò per vedere Minerva che le si avvicinava.
-Hai scoperto dunque il mio posto segreto.- aggiunse enigmatica, con un mezzo sorriso che le increspava le labbra. I suoi occhi verdi ammiccarono facendo segno ad Hermione di seguirla.
L'interno della capanna era una specie di sgabuzzino, pieno di polvere. Hermione si meravigliò del fatto che la sua professoressa da giovane frequentava quel tipo di posto. Era abituata a lei così perfettina, severa, con un'immensa inclinazione all'ordine. Invece la giovane Minerva sgattaiolò dietro ad un arazzo che per caso pendeva da una pila di oggetti, seguita dalla mora. Dall'altra parte dell'arazzo era improvvisato un certo tipo di giaciglio. Minerva accese un piccola lampadina che illuminò con luce fioca il piccolo spazio con delle coperte rosse ammucchiate per rendere più comodo sedersi e con un cassetto pieno di cianfrusaglie di un enorme armadio che non si poteva vedere da lì. Si sistemarono con fatica, visto che il loro corpi occupavano quasi tutto lo spazio.
-E quindi tu vieni qua ogni giorno? È un bellissimo posticino, è tanto accogliente!- disse Hermione prendendo in mano una biglia che mutava colore continuamente dal blu mare al lilla.
Minerva rispose dopo un sonoro sbadiglio.
- Quasi, ci vado quando ho bisogno di avere un po' di pace. -
Poi sgranò gli occhi, fermando la mano di Hermione che lanciava la biglia in aria.
-Ferma!!! Poverina, le stai facendo male!-
Si chinò per prendere delicatamente quella sottospecie di biglia tra le mani, facendo ricadere i suoi capelli neri sugli occhi.
-È una Bollina, esse sono creaturine rimbalzanti che si nutrono di polline di farfalla. Sono di diversi colori, a seconda del posto in cui sono nate. Adesso stai attenta.-
Prese un po' di polvere accumulata sul pavimento e ne mise un po' sulla punta dell'indice, per poi avvicinarlo alla Bollina.
Ad un tratto essa si dischiuse come un riccio senza aculei rivelando una piccola testa dagli occhi splendenti. Si sporse verso la polvere toccando la polvere con il musetto a forma di ippopotamo. Si esibì in quello che doveva essere uno starnuto, un verso molto acuto e si ritrasse riprendendo la forma della biglia.
Dopo qualche secondo Minerva parlò. -Non è tenera? Questa è ancora un cucciolo, da grandi il loro colore inizia a brillare.-
Hermione sorrise intenerita dalla visione che aveva appena visto ed era anche interessata perché delle Bolline non aveva ancora sentito parlare.
-Sì sono stupende. Non le avevo mai viste prima d'ora. Poi in lontananza si sentì il battito cupo e austero dell'orologio principale. Scoccò a Minerva un'occhiata d'intesa. -È tempo di andare.-
Sgattaiolarono fuori dal giaciglio improvvisato e s'incamminarono verso il castello.

Tomione-sei il mio passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora