35.

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Riddle si alzò praticamente illeso e Hermione si chiese apertamente come avesse fatto. Raccolse la bacchetta e si avvicinò a lei.
-Diffindo.- sussurrò quasi impercettibilmente, tornando in sé.
-Riddle, io ti volevo solo dire che...- iniziò Hermione, ma lui si era già voltato e con passo veloce ed elegante si stava allontanando. -ti ringrazio.- mormorò mogia ed una seconda lacrima rotolò sulla sua guancia, spingendo la prima a scenderne, cadendo nell'erba. Ma non pianse. Non lo avrebbe fatto per colpa di quell'idiota del padre di Harry che avrebbe acquistato un po' di maturità solo quando si fosse messo insieme a Lily. Sì, perché aveva visto che Severus non stava bene, la sera prima.
Nel frattempo Riddle stava riflettendo accanito. Aveva disonorato il suo antenato. E lo aveva fatto proprio un giorno prima di seguire i suoi passi. Il suo cervello si era praticamente fuso. E ora Potter lo avrebbe spifferato a tutti. Proprio in quel momento sentì la sua odiosa voce nel corridoio.
-...e sai Lily chi mi ha attaccato?- parlava James rilassato. Riddle prese in mano la bacchetta. -Non ci crederai proprio! E credo che quando te lo dirò mi darai dello stupido, ma non è così!-
-Oblivion.- disse Riddle appena in tempo, modificando la memoria al ragazzo occhialuto.
-James, non cercare di creare l'atmosfera perché non pendo dalle tue labbra ma... per l'amor del cielo, vai al punto!- protestò Lily piatta.
-Un ragno! Sai le aconantule o acronamtule, come si dice?-
-Acromantule, James!- disse Lily con una nota di disgusto bella voce.
-Ma che ti prende Lily? Cos'è successo?- chiese James.
-Nulla, non preoccuparti.- rispose Lily con una voce tutt'altro che convincente, ma Riddle si allontanò troppo per sentire il resto della conversazione. Sentì come se un peso gli fosse stato sollevato dal cuore.

Hermione sedeva sul suo letto, con un libro in mano che per la prima volta in vita sua non stava svolgendo la sua funzione. Infatti la sua proprietaria guardava la prima parola della pagina senza vederla, anzi aveva letto quella parola più volte senza trovare un significato compiuto. Il problema era che la parola era "sedia" e Hermione era con la testa sognante. Continuava a ripercorrere con la mente quello che era successo in giardino, da capo a fondo, senza pensare. Ma sapeva che si sentiva bene, perché quella giornata poteva turare fuori solo il meglio delle cose. E sognante si addormentò, incastonando quel ricordo tra quelli piacevoli, non tra quelli sgradevoli.

Tomione-sei il mio passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora