63.

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Silenzio. Eternità. Vuoto.

La nebbia si muoveva come denso fumo, mossa dalla brezza di un momento senza fine. Un momento eterno, senza tempo, senza consistenza, surreale.

La luce pareva fuoriuscire dall'aria stessa, come se non avesse fonte, né origine.

Eterna.

Due figure scure erano sdraiate, con gli occhi assorti nel vuoto, estranee a quel luogo, prigioniere in quel momento immobile ed indifferente.
Nemmeno il suolo sembrava reale. A sostenerle pareva che ci fossero nuvole, nuvole pronte a dissolversi in un battito di ciglia, eterne eppure irreali.

Tutto era avvolto in una nube di ambiguità, quella stazione bianca e accecante non era un luogo ma un bagliore catturato nel tempo, in un millisecondo fermo ed inerte, che era destinato a vivere per sempre.

Hermione fissava l'immensa cupola di vetro con sguardo perso. Una lacrima solitaria si fece strada sulla sua guancia per poi cadere sul pavimento. Tom, che da un po' aveva smesso di contemplare il nulla e aveva gli occhi fissi su di lei, allungò una mano e le strinse le dita fredde, iniziando a disegnare lenti giri sul suo palmo delicato. Lei gli rivolse lo sguardo, sereno e con una punta di dolcezza che sembrò scaldare l'aria tutt'intorno.
Tom ne fu devastato. Quella tranquillità lo invase in pieno, una tranquillità intrisa di quel sentimento che riusciva ad invadere ogni angolo del suo corpo e della sua anima ogni volta che guardava Hermione negli occhi. Non c'era più nulla d'altro che importasse, soltanto quegli occhi, quel viso morbido, che infondeva felicità e che cancellava ogni amarezza. Quel viso che gli faceva dimenticare chi voleva essere e che gli illustrava chi era davvero.
Tom Marvolo Riddle voleva essere Voldemort, ma non lo era. Avrebbe sempre scommesso che l'unico scopo della sua vita sarebbe stato diventare il più grande e potente mago del mondo, avere il più totale controllo sui babbani e sui maghi. Era convinto che prima o poi avrebbe vendicato la sua sofferenza e che avrebbe ucciso coloro che non meritavano di vivere. Voleva che le persone provassero ciò che aveva provato lui, un dolore straziante, pieno di frustrazione, un sentimento di impotenza e di rabbia perché era stanco di rimanere nell'ombra. Bramava quel momento in cui tutto il mondo avrebbe risposto a lui e soltanto a lui, lo avrebbe ascoltato una volta per tutte e si sarebbe inchinato ai suoi piedi.
Ma in quel momento, quando guardava quella ragazza, avvolta nella luce brillante, come un angelo, la vendetta non importava più. E Tom sapeva, che non sarebbe mai più importata, perché era in pace con se stesso. Una pace che lo inghiottì in una morsa dolce e morbida, che cullava la sua anima tormentata e la curava dalle ferite ancora aperte e infettate dall'odio. E man mano che ogni ferita si rimarginava, Tom si sentiva più leggero, come se stesse rinascendo e stesse toccando quella luce che lo illuminava con le sue stesse mani.

L'erede di Serpeverde aveva ricominciato a vivere.

Le mani di Hermione si spostarono sul viso del ragazzo inondato di lacrime spontanee ed innocenti. Non era dolore quello che ella vide nei suoi occhi. Era un sentimento puro, che lo aveva inondato come un'onda di tempesta ed ora gli stava riempiendo le vene dalla testa ai piedi. Hermione prese a carezzare i suoi lineamenti perfetti, e si avvicinò a lui. Sfiorò con le labbra le sue guance, asciugando le lacrime, una ad una con piccoli baci delicati.
Gli baciò la punta del naso, le tempie, la fronte, il collo, le palpebre tremanti dal suo tocco. Tom faticava a respirare, ogni bacio lo prendeva alla sprovvista e il suo cuore batteva come mai prima. Non riusciva a pensare, non riusciva a controllare i suoi pensieri e questo non gli dispiaceva affatto. Hermione gli baciò il mento, il labbro inferiore e poi si fermò di colpo.
Alzò lo sguardo per cercare lo sguardo del ragazzo ed una scarica elettrica la attraversò quando i loro occhi si incatenarono di nuovo.
Voleva dirglielo. Voleva dirglielo ma la voce non voleva uscire fuori. L'aria le si era fermata in gola, tanto era rimasta incantata dai suoi occhi così vicini. Non erano più gli occhi freddi che era abituata a vedere. Questi occhi erano profondi, tanto vasti e tanto carichi di parole mai dette da poterci annegare dentro.
Poi le parole le scapparono di bocca.
"Ti amo."

Gli occhi di Tom si dilatarono.
Se prima un attimo poteva sembrare eterno, ora il tempo era diventato di pietra. Quell'attimo di realizzazione aveva fermato il tempo, come se fosse sprofondato nel mare.
Il suo cuore era diventato un cavallo impazzito, ignaro di tutto tranne che di quelle due parole.

"Ti amo." sussurrò, il respiro irregolare che si infrangeva sulle labbra socchiuse di Hermione.

A quelle parole la tensione si sgretolò.
Le loro labbra si scontrarono in un vortice di passione. Hermione afferrò le spalle di Tom e lui la spinse sul pavimento. I suoi capelli corvini le solleticavano la fronte mentre il suo tocco le faceva dimenticare di respirare. Nemmeno il vento che si era levato all'improvviso importava più. Tom aveva la mente persa, ipnotizzato dalle mani di Hermione che gli tiravano i capelli scompigliati, gli carezzavano la schiena e dipendente dalle sue labbra. Ad un tratto il pavimento scomparve.

Esistevano solo loro. L'uno nelle braccia dell'altro, per sempre. La nebbia fischiava nelle loro orecchie, ma loro non la sentivano, persi nel momento che da troppo tempo avevano bramato. Hermione sentiva in Tom quella dolcezza, quell'ardore nascosto, che ora aveva liberato, senza freni ed era irresistibile.

Ora era sicuro.
Lo amava.
Incondizionatamente e inequivocabilmente lo amava.
Allacciò le mani intorno al suo collo, mordendogli il labbro inferiore, le labbra rosse come il sangue.

E poi terreno comparve sotto i loro piedi. La nebbia si diradò e fiocchi di neve ghiacciati riportarono i due ragazzi alla realtà. Tom guardò Hermione affannato per poi spostare li sguardo su ciò che li circondava.
Si trovavano ai piedi del salice in riva al lago. Solo che questo non era innevato, così come tutto il paesaggio intorno. Che cosa era successo? Solo una cosa era sicura.

Erano salvi.
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Spazio autrice:
Buonasera a tutti! Rieccoci qui riuniti, dopo un anno della mia assenza. Mi dispiace veramente tanto di avervi fatto aspettare così tanto, ma con scuola e musica mi è risultato impossibile scrivere qualcosa di completo.
MI SIETE MANCATI TROPPO
BACI

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2020 ⏰

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