36.

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Hermione non riusciva a dormire. La cicatrice le doleva e anche se in modo fioco, bruciava. Il giorno dopo si sentiva senza forze e la professoressa di Divinazione, dato che non riusciva a concentrarsi per il dolore, le predisse una morte immediata, facendo ridere tutta la classe. Il professor Silente la aveva guardata con occhi preoccupati e aveva persino cercato di fermarla dopo la lezione di Trasfigurazione, ma lei gli aveva sorriso e gli aveva assicurato che andava tutto bene, anche se sapeva che lui conosceva bene la verità, visto che lui sapeva sempre tutto.
Quando alla sera nella sua stanza continuava a rigirarsi nel letto, con le sue compagne di stanza che russavano, decise di alzarsi. Quando giunse nei corridoi bui un brutto presentimento s'insinuò senza una ragione nelle sue viscere. Sembrava come se quell'oscurità che si celava in ogni angolo, ogni cantuccio del corridoio che non era illuminato dalla luce ora spettrale della luna voleva comunicarle un messaggio. Un messaggio. Tenebroso. Cupo. Hermione non seppe descriverlo perché in un lampo ogni cosa le fu chiara e le lacrime minacciarono di scendere copiose se non fosse per la sua determinazione innata. La Camera dei Segreti. Doveva raggiungerla e vedere. Tom Riddle non doveva liberare il Basilisco. Altrimenti tutto sarebbe stato perduto. Egli avrebbe gustato il sapore dell'omicidio e lì tutto sarebbe ricominciato daccapo. No. Non poteva permetterlo. A costo di sacrificare la sua vita. A costo di morire.
Si precipitò su per le scale nel modo più veloce che le permettevano le gambe. E si ritrovò in un attimo al secondo piano del castello.
Aprì velocemente la porta del bagno e arrivò davanti al lavandino non usabile. E fu lì che il dolore alla cicatrice aumentò di scatto, iniziò a pulsare fortemente, insopportabilmente bruciante, mentre la trascinava in un'agonia. L'orologio batté la mezzanotte e Hermione si sentì spaccare i timpani con quei battiti cupi che sembravano moltiplicarsi all'infinito. Hermione riuscì solo ad alzarsi la maglietta fino al petto, e senza un motivo preciso iniziò a ripetere quelle lettere incandescenti come il fuoco, sussurrandole in preda a quel tormento.
-Hheshasssa .... heshassssa....heshassa....-
E proprio quando le sembrò di svenire sbattendo contro il pavimento freddo, il dolore scomparve completamente come d'incanto.
Ma ecco che il lavandino iniziò a muoversi verso il basso, scoprendo un buco nero come il vuoto che sembrava infinito.
-L'entrata per la Camera dei Segreti...- sussurrò ancora con la voce flebile. -...Quello era... Serpentese...Heshassa....Apriti... Ma certo!-
E lì Hermione fu di nuovo grata alla natura per averla creata tanto intelligente.

Tomione-sei il mio passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora