38.

2K 116 17
                                    

La camera che si presentò dinnanzi agli occhi di Hermione era molto più grande di quanto si fosse immaginata dai racconti di Harry. Molti pilastri sorreggevano il soffitto alto e grondante d'acqua, il cui sgocciolio rimbombava continuamente tra le mura. Statue di enormi serpenti con la bocca spalancata si erigevano ai lati della sala ed in fondo ad essa la scultura del Gran Fondatore Salazar Serpeverde emanava tutto il suo splendore. Ma proprio lì notò un particolare che le fece gelare il sangue nelle vene. La sua bocca era aperta.
Davanti alla statua c'era una figura avvolta in un mantello grigio scuro, nella divisa di Hogwarts. Aveva i capelli neri ben pettinati e una portatura elegante.
Hermione si sentì gonfiare il petto di odio e disperazione e per non scoppiare lì sul posto si mise al centro della soglia della Camera, senza più nessuna esitazione.
-Riddle, dio Riddle, no! Non è possibile!- gridò affranta, portandosi le mani al petto e sentendosi morire dentro.
Lui si girò spaventato e sconcertato, con gli occhi sgranati.
-Granger... cosa...- mormorò per poi assumere un'espressione di terrore.
-Granger, vattene via di qui! Devi andartene via subito! Ti prego!- urlò come non aveva mai fatto Riddle.
Ma la sua voce fu coperta da un forte sciabordare d'acqua alle sue spalle.
L'acqua sul pavimento che quasi inondava completamente il pavimento della Camera si alzò, spinta da una forza brutale, come una fontana e dopo aver toccato il soffitto alto cadde giù con un frastuono assordante. Una biscia gigantesca dalle scaglie luccicanti era comparsa dalla tubatura. Il Basilisco aprì le fauci scoprendo i denti lunghi e affilati, impregnati di veleno letale ed emise un lungo sibilo terrificante. Hermione trasalì, chiudendo istintivamente gli occhi, e questo fu un bene perché i suoi occhi gialli la guardarono subito.
Riddle si mise a correre sibilando angosciato qualcosa in Serpentese.
Il serpente rispose con un sibilo aggressivo e si voltò di nuovo verso la sua preda.
-Scappa!- gridò allora a Hermione che non se lo fece dire due volte. Imboccò l'imboccatura di una tubatura che la portò fino alla statua di Serpeverde. Riddle lanciava un incantesimo dopo l'altro sul Basilisco che non riuscivano a scalfire minimamente la sua spessa corazza. Hermione sentì scattare il serpente dietro di lei nel tentativo di azzannarla, ma un incantesimo lo fermò bloccato da una barriera. Riddle gridava ora in una litania assurda per domare il Basilisco affamato di una fame perenne. Ma lui, come un cagnolino non domato non lo ascoltava minimamente ed inseguiva Hermione indemoniato.
Riddle dovette quindi fare una scelta che gli costava molto. Tutta la sua vita. Però doveva farlo, sennò quel serpente troppo cresciuto avrebbe finito per uccidere Hermione e mangiarla. E lui questo non poteva permetterlo.
-Bombarda Maxima!- gridò puntando la bacchetta contro la scultura di Serpeverde sotto il quale il Basilisco stava strisciando. La statua esplose sgretolandosi in un frastuono di schegge e pietra.
Una miriade di massi e rocce si abbatterono sulla bestia sommergendola completamente e poi l'enorme naso del Fondatore cadde proprio sul punto dove in quel momento stava giacendo. L'aria si riempì di polvere che spezzava i polmoni. Ma nonostante i colpi di tosse, Riddle corse verso l'ammasso di pietre. Il suo primo e unico pensiero era che Hermione poteva essere stata travolta anche lei da tutti quei detriti.
Iniziò a cercare freneticamente, travolto dalla disperazione.
-Hermione!!!- gridò.
Sotto alcuni sassi una mano si mosse. Hermione cercò di alzarsi, ma non ci riuscì. Era riuscita ad uscire illesa da quella valanga di massi perché si era accovacciata su se stessa. Aveva solo qualche piccolo graffio qua e là, ma era la cicatrice ad impedirle di alzarsi senza problemi. Aveva ripreso a bruciare come una dannata.
-Hermione!! Dove sei, Hermione?-
Dall'altra parte della distesa Riddle continuava la sua ricerca quasi con le lacrime agli occhi.
-Hermione... Rispondimi!-
Hermione riuscì a sentirlo. La stava chiamando per nome.
Riuscì a raccogliere tutte le sue forze e si alzò lentamente.
-Tom... sono qui!- mormorò, cercando di farsi sentire da lui.
Il ragazzo si alzò. Hermione vide i suoi occhi lucenti di un pianto trattenuto.
-Oh mio dio Hermione!!!-
Si mise a correre più veloce che poteva, mentre lei riuscì solo a muovere qualche passo verso di lui. Appena la raggiunse, Tom la prese per la nuca e si avventò sulle sue labbra, cercando di schiacciare il corpo al suo. Dal primo contatto con lui la cicatrice aveva smesso di dolere a Hermione e le aveva permesso di realizzare quello che stava succedendo.
Riddle la stava baciando.
Le labbra del ragazzo si muovevano febbrili, così calde e roventi che non sembravano appartenere a Riddle ed a Hermione sembrava di non avere bisogno altro che di esse. Appena ebbe l'occasione, spinse la lingua nella bocca di lui per percepirlo meglio, per saggiarlo perché aveva bisogno di lui, di andare più a fondo, di sentirlo. Dopo che lo ebbe fatto lui emise un gemito e il bacio diventò ardente. Le loro labbra si muovevano desiderose e Hermione mise d'istinto le mani tra i capelli neri di Tom tirandoglieli quasi per strapparglieli. Per tutta risposta lui le mise le mani dietro la schiena, arpionandole le vesti in una presa d'acciaio, nel tentativo di tirarla ancora di più a sé. A Hermione sembrava che tutta la Camera e il luogo in cui si trovavano fossero scomparsi, come per magia e in quel momento c'erano solo loro due, insieme, in un posto che non esisteva, che faceva parte della fantasia. E Tom non aveva mai provato qualcosa del genere. A lui, che era abituato sempre alle certezze e ad una vita dove non si faceva condizionare dai sentimenti, baciare Hermione e stare attaccato a lei in quel modo, sentendo il bisogno di restare così per sempre, era una cosa nuova, qualcosa che poteva definire una maledizione se non fosse per il fatto che si sentiva, al contrario, completo e ammaliato da ogni centimetro della sua pelle.
Ma di questo si rese conto solamente quando lei si staccò dalle sue labbra, senza fiato, con il cuore che batteva all'impazzata contro il suo, provocandogli dei piacevoli brividi in tutto il corpo.
E tutte queste sensazioni spaventarono entrambi.
Hermione, la cui cicatrice aveva riiniziato a bruciare instancabilmente si girò e iniziò a correre mentre Tom rimase fermo lì, realizzando lentamente l'accaduto. Ma intanto Hermione aveva già imboccato la tubatura che portava verso il tunnel. Svoltò a destra e poi subito a sinistra, disperata. Come aveva fatto a fare una cosa simile? Baciare Voldemort?
Non riusciva a orientarsi più, si era persa nelle tubature, ma continuò a correre via da Riddle che ora la stava inseguendo. Correva piegata in due dal bruciore, ma continuava, senza fermarsi. Svoltò a sinistra e si ritrovò davanti ad una grata. Con la vista appannata dalle lacrime e dall'acqua che la inzuppava da capo a piedi tornò indietro, scegliendone un altra. Dopo poco notò che il dolore, più che correva, più spariva. In quel momento non sapeva più se correva per allontanarsi da Riddle o per diminuire il dolore. Aveva fatto una mossa sbagliata, si era lasciata incantare dall'unico ragazzo dal quale avrebbe dovuto tenere lontani i propri sentimenti. Ma il problema era che non poteva più tornare indietro. Davanti a sé vide che il soffitto era scomparso e la luce lunare illuminava il pavimento, probabilmente era da lì che provenivano quegli sprazzi di luce che aveva visto quando scivolava giù per lo scivolo qualche ora prima.
Poi le venne un'idea, anche se non era molto allettante.
Cercò di sorridere ed estrasse la bacchetta. -Expecto Patronum!- ansimò e in un attimo si ritrovò la foca madreperlacea a fianco che correva insieme a lei.
-Porta questo messaggio a Minerva McGranitt: Minerva, manda per favore fuori dal castello la tua scopa, per favore, è importante. -
La foca virò in alto e scomparve.
Hermione si fermò. Sentiva che Riddle era sempre più vicino, la sua voce la chiamava disperata.
"Minerva, fai veloce, ti scongiuro!" pregò lei.
-Accio.-
La figura di Riddle comparve al capo del corridoio.
-Hermione, aspetta!-
La scopa irruppe dalla notte come un razzo, e Hermione ringraziò mentalmente Minerva.
Si mise a cavallo di quel bastone e per un attimo ebbe paura. Ma quando vide Tom correre verso di lei, spiccò il volo. Il vento le sferzò la faccia come mille lame e Hermione si sentì traballare. Nonostante ciò si voltò indietro. Tom era lì, con la mano alzata nell'intento di fermarla. Ma poi sentì la scopa virare incontrollata e dovette rigirarsi e prendere, anche se difficilmente in mano la situazione.
Hogwarts si ergeva a qualche centinaio di metri da lei.

Tomione-sei il mio passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora