23.

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Hermione non riusciva a crederci. Quella che aveva in mano era la bacchetta di Tom Riddle. Tasso, con cuore di piuma di fenice, 13 pollici e mezzo. E lui aveva la sua. Scoppiò a ridere. Lui aveva incantesimi! Chissà che figuraccia che aveva fatto! Ma poi si diede subito della malefica e tornò seria.
Mentre si chinava a raccogliere la borsa però, un forte bruciore al petto le mozzò il fiato, facendole fare una smorfia di dolore. Si appoggiò alla parete raddrizzandosi ansimante.
Doveva andare in infermeria, subito. Con la borsa in spalla s'incamminò un po' traballante per i corridoi. Stava per svoltare l'angolo quando sbatté contro qualcosa o meglio qualcuno, cadendo all'indietro e si ritrovò stesa sulle piastrelle gelide del corridoio sotto il peso di quel qualcuno che le era caduto addosso.
Voltò la testa per guardare chi era e così facendo incontrò gli occhi smeraldini di Tom che la guardava esterrefatto a poca distanza dal suo viso. Rimasero così per qualche attimo, persi negli occhi degli altri, i fiati che si mischiavano. Hermione ebbe una sensazione di solletico al livello del ventre, come se qualcosa si muovesse dentro di lei. Non riusciva a distogliere lo sguardo dai suoi occhi per una ragione a lei ignota, non aveva la capacità di fare un qualsiasi movimento, le risultava impossibile interrompere quel momento. Sembrava che la parte razionale del suo cervello si fosse addormentata nel momento del bisogno. Il cuore le martellava nel petto e sentiva anche quello di Riddle che non aveva freni. Però collegò tutto al bruciore per il quale era dovuta andare in infermeria.
Fu Riddle ad interrompere quell'atmosfera.
-Granger... stai più attenta.- mormorò con voce a lui estranea, più vulnerabile. Sentiva come se una barriera in lui si fosse rotta, e non riusciva trovare una stabilità, soprattutto ora che si erano separati. Questo lo irritò. Non gli piacevano le situazioni nelle quali non aveva il controllo della situazione, figuriamoci se ne era lui il protagonista. Si alzò in un modo alquanto impacciato e guardò Hermione che si stava alzando. Ma in un attimo ella si accasciò con un gemito di dolore, piegandosi su se stessa. Non riuscì a trattenere l'impulso di chinarsi verso di lei, e come se il suo corpo agisse prima del cervello si inginocchiò con il cuore che batteva all'impazzata. La testa gli girava, le emozioni che provava in quel momento erano troppo forti per riuscire a sostenerle, non ne era abituato.
-Granger... Francesina!- sussurrò con una nota di disperazione nella voce.
Hermione iniziò a respirare sempre più lentamente fino ad aprire gli occhi, e quel rinnovato contatto lo fece ritornare alla realtà. Si discostò di scatto, all'improvviso nuovamente serio e freddo. Si alzò e Hermione, con uno sforzo immane lo imitò.
-Devi andare in infermeria.- disse di nuovo glaciale, per poi allontanarsi, scordandosi della ragione per cui anch'egli era andato in infermeria.
Hermione d'un lampo si ricordò della bacchetta.
-Riddle! La bacchetta!-
Però lui già non la sentiva più, si stava dirigendo in biblioteca. Negli ultimi tempi trascurava troppo le sue ricerche sulla Camera, e continuandola lo avrebbe aiutato a distrarsi da quell'avvenimento inverosimile.

Tomione-sei il mio passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora