30.

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Hermione stava ordinando infastidita già da un bel pezzo quando l'orologio batté dodici colpi. Quando l'eco dell'ultimo rintocco si fu dissolto nel nulla un coro di grida gioiose ed ovattate si sentì dai sotterranei.
-Devono divertirsi molto i fantasmi, a quest'ora.- disse Hermione con voce piatta e al contempo tagliente, rompendo quella coltre di ghiaccio che c'era stata tra lei e Riddle per tutta la sera. Lui, che sedeva su una poltrona, alzò lo sguardo dal "Grande Volume dei Fondatori" che stava leggendo per guardarla, ma non le rispose.

Appena Pince se ne era andata lui si era seduto per approfondire segretamente la sua ricerca, scaricandole sulle spalle anche il suo lavoro e Hermione non aveva potuto fare altro che compiacerlo, lavorando il doppio per risparmiarsi un'altra situazione simile a quella successa in corridoio.

Hermione, dopo aver parlato prese una pila di libri abbandonati da un banco. Sentiva gli occhi di Riddle attaccati addosso. Negli ultimi tempi aveva notato che lo faceva spesso. Un pensiero le baluginò in testa.
"E se cercasse di leggermi nella mente?" Per convincersi che quella teoria fosse fondata lo guardò negli occhi.
Appena egli si accorse che lo aveva visto curvò bruscamente la testa sul libro.
Non era per questo motivo.
Hermione non sapeva proprio cosa pensare.
All'una e mezzo di notte Hermione mise l'ultimo libro a posto nello scaffale più alto, in bilico su una lunga scala a pioli.
-Sbrigati. Andiamo a dormire.- disse Riddle scrollando le spalle.
-Riddle, non dirmi cosa devo fare. Tu non hai fatto nulla tutta la sera.- protestò Hermione, troppo stanca per alzare la voce, mentre scendeva l'ultimo gradino della scala. -Piuttosto... ridammi la bacchetta-
-Anche tu mi devi la mia.-
-Sì, lo so.-
Lui prese dalla tasca del mantello la bacchetta di lei.
-Tieni.- disse secco.
Hermione prese quella di lui e gliela porse.
Quando per sbaglio Riddle le toccò la mano gli scappò un gemito dalle labbra ed in un lampo le afferrò la mano nella sua, stringendola in una morsa ferrea.
Hermione si spaventò da quell'improvvisa mossa. Non aveva fatto bene a dargli la bacchetta, ora lui l'avrebbe usata per farle del male. Ma si accorse che lei stringeva ancora la bacchetta di tasso.
Cosa stava succedendo? Le tremavano le gambe e avrebbe rischiato di cadere a terra se non ci fosse stato lo scaffale come appoggio. Aveva paura.
Riddle non si era mai comportato così e lei non faceva che desiderare di avvicinarlo a sé.

Riddle faceva fatica a respirare e si rese conto che non riusciva a pensare lucidamente. Questo non era un buon segno perché mai in tutta la sua vita gli era successa una cosa simile. Si ritrovò a premere Hermione contro lo scaffale di libri, spingendola contemporaneamente a sé, con le mani che le graffiavano la schiena e le scapole. I contorni eleganti del suo viso erano tesi, ansimava affannosamente con la bocca semiaperta, i capelli neri come la notte spettinati e madidi di sudore. Non aveva mai provato una simile attrazione per qualcuno, tutto il suo corpo agiva comandato dall'istinto e non dal cervello. Lui si diceva che non si sarebbe mai abbassato a lasciare le redini di esso, ma eccolo lì nella biblioteca di Hogwarts a perdere il controllo di sé solo per via di una stupida ragazza. Hermione lo guardò impaurita mentre avvicinava sempre di più il viso al suo. Il contatto stretto del suo corpo con il suo le toglieva il respiro, mentre le farfalle volavano impazzite nello stomaco, provocandole fitte che la spinsero a divincolarsi. In un attimo lui ringhiò tra i denti e la immobilizzò spingendola con più forza contro lo scaffale e con una mano imprigionandole le sue in alto. Lei non fece nulla per impedirlo perché era troppo concentrata sui suoi occhi smeraldini sgranati che si facevano più grandi via via che si avvicinavano. Il cuore di Tom palpitava nel suo petto come un forsennato e nel tentativo di calmarlo egli fece alcuni respiri profondi che gli fecero acquistare un minimo di lucidità, abbastanza per riuscire a rendersi conto della realtà, ed allontanarsi orripilato.
Anche Hermione si ridestò e, senza la pressione del corpo di Tom contro il suo, cadde in ginocchio. Raccolse la bacchetta che le era caduta di mano quando lui si era tanto avvicinato e si alzò tremante.
Si chiese perché non lo aveva fermato prima, si era abbandonata come una bambina, incantata dai suoi occhi. E proprio in quel momento li guardò, sorprendendosi di nuovo perché aveva di nuovo disubbidito agli ordini del suo cervello. Riddle li aveva puntati verso un punto indefinito del pavimento, con la mascella contratta.
-Non succederà mai più.- disse tutto d'un tratto altero. Non avrebbe mai più fatto uno sbaglio del genere. Si era lasciato andare troppo, quella ragazza era una maledizione per lui. Senza degnare Hermione più di uno sguardo raccolse la bacchetta da terra e si allontanò a passo rigido, ancora sballato da ciò che era successo pochi attimi prima.
Hermione ricominciò a respirare normalmente e s'incamminò a sua volta verso l'uscita. Sentì la maniglia cigolare e ripetuti colpi. Accelerò il passo per vedere cosa succedeva e vide Riddle che spingeva la porta.
Si voltò verso di lei. Il suo sguardo mandava lampi d'ira che le ricordarono troppo quello del mostro che viveva in lui.
-La vecchia bibliotecaria ha sigillato la porta, come ogni notte, e si è dimenticata subito che dentro c'eravamo noi. Hermione, presa dallo sconforto, chiuse gli occhi.

Tomione-sei il mio passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora