49.

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-Se ci sono novità?- chiese Hermione e poi arrossì. -No, se ti ho spiegato tutto ieri!- disse, un po' troppo velocemente del normale.
-A me invece sembra proprio che sia successo qualcosa...- replicò Minerva guardandola maliziosa. Poi si chinò per sussurrarle nell'orecchio:-Quando torniamo andiamo alla capanna.-
Poi si voltò come niente fosse per osservare la Foresta e lasciò ad Hermione tempo per pensare.
Era sicuro al cento per cento che non sarebbe venuto a Hogsmeade. Lo conosceva abbastanza bene ed Harry le aveva raccontato così tante cose sul suo conto, sul suo carattere da ragazzo che le sembrava più che scontato che non sarebbe venuto. Eppure una parte di lei avrebbe dato qualsiasi cosa pur di vederlo in quelle stradine, anche solo a passeggiare. Si sentiva frullare in testa mille pensieri sconnessi che riguardavano lui, il suo aspetto, i suoi occhi, quel suo primo sorriso che aveva visto la sera prima e che la aveva fatta sprofondare ancora di più nel sentimento che provava per lui. Ma a tutta questa confusione di pensieri Hermione non era abituata, lei era sempre stata quel tipo di ragazza che controllava egregiamente lo studio, i suoi pensieri, senza lasciarli fluire come un fiume in piena che sfonda una diga. Però in quel momento questo era tutt'altro che spiacevole.

Appena arrivati davanti alla stazione tutti dovettero scendere. A quell'epoca la strada fino al paese non era ancora stata costruita, dunque dovevano passare tutti per uno stretto sentiero tra gli alberi. Il sole faceva capolino tra gli alberi ed eseguiva uno spettacolo luminoso agli occhi di chi si muoveva.
Hermione guardò avanti nella fila indiana di studenti chiassosi e le parve di vedere una figura molto simile a colui che desiderava vedere. Ma subito si diede della stupida e constatò che lo faceva troppe volte. Appena varcarono il cancello di Hogsmeade venne trascinata da Minerva verso i negozi, dato che voleva svolgere le compere al più presto possibile. -Sai io non amo i negozi. Voglio evadere tutto velocemente, credo tu pensi lo stesso. Ti conosco abbastanza, ormai!- le disse Minerva, tirandola per un braccio. Hermione si lasciò trascinare, concordando con lei. Quando ebbero finito tutti gli impegni, comprato i vestiti per il ballo e fatto un salto da Mielandia per qualche bacchetta di liquirizia Riscaldante si misero in cammino per i Tre Manici di Scopa.
-Mi serve proprio una bella Burrobirra, sto congelando! Sbrigati Minerva, se non vuoi bagnarti con la pioggia!-
Infatti qualcosa aveva iniziato a cadere dai grandi nuvoloni grigi e il freddo gelido non aiutava affatto. E non avevano gli ombrelli. Hermione continuò a camminare per un po', ma quando non sentì più l'amica dietro di sé si fermò e si voltò. Minerva era ferma in mezzo alla piazza deserta che avevano appena attraversato  con le mani in alto e la testa inclinata all'indietro, il sorriso stampato sulle labbra.
-Hermione!- esclamò estasiata, chiamandola a sé.
-Nevica!-
E infatti, quella che stava cadendo dal cielo non era pioggia, ma neve candida, in grossi fiocchi che ricoprivano poco a poco il terreno.

Tomione-sei il mio passato, presente e futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora