Capitolo 41

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Mirko p.o.v.

Ho seriamente paura che si faccia del male. Non potrei sopportarlo!

Gli ho fatto troppo male, me ne rendo conto, non ci ho pensato prima. Mi rendo conto della stupidità che ho avuto per fare ciò che ho fatto.

Sono stato un immaturo.

Lei è la mia ragazza ideale e non voglio perderla per nessuna cosa al mondo.

Sono io lo sbagliato! Non sono capace di tenermi strette le persone importanti.

Dovevi pensarci prima!

Mi ripeto in continuazione mentre il panico mi assale.

Il mio inconscio ha perfettamente ragione, dovevo pensarci prima, non dovevo fare questo grave errore.

Purtroppo l'ho fatto e ne pagherò le conseguenze.

Da fuori non si sente più nessun rumore.

Solo la mia voce che rimbomba.

La mia voce piena di rimpianto e dolore.

Io e Serena abbiamo scavalcato il recinto ed ora stiamo entrando dalla finestra.

Corriamo dentro.

Noto la sua borsa per terra, l'ansia inizia a salire. Sento piano piano le goccioline di sudore uscire dai pori della pelle, in seguito scorrere sul mio viso, come sta scorrendo la vita di Swami.

Cerco di restare lucido, perché se perdo la calma peggioro la situazione.

Penso un attimo a ciò che so deve fare.

<<Allora tu controlli nel piano di sopra e io in quello di sotto>> gli impongo e lei annuisce.

Controllo tutto, la cucina vuota, il bagno di sotto vuoto, camera da letto niente, la sua camera niente.

Appena esco dalla stanza sento che Serena lancia un urlo.

<<Oh Santo Dio, corri Mirko chiama l'ambulanza>> sento Serena gridare.

Mi precipito correndo sulle scale.

Ansia ormai prende possesso del mio corpo, cosa è successo?

Appena giro l'angolo la vedo. I mie occhi rimangono spalancati, le lacrime solcano il mio viso mescolandosi al sudore.

È distesa nell'altro bagno della casa, con tutto il sangue che cola. È pallida, cadaverica. Come ha potuto farlo! Io voglio lei e nostro figlio.

Estraggo il mio telefono della stanza e compongono numero del 118.

Non riesco neanche a parlare.

Tutto il mio corpo si è paralizzato davanti a questa scena orrenda!

<<C-correte c'è la mia ragazza che sta male. Forse è priva di sensi>> gli dico inizialmente. Poi gli do l'indirizzo.

Tutto questo per colpa mia! E di Serena, siamo stati degli insensibili.

Siamo sotto shock.

<<Vieni qui!>> grido a Serena.

<<Corro a cercare delle garze, stai con lei>> affermo, mi fissa senza dire niente.

Apro velocemente tutte le ante, ma le garze non ci sono. Inizio a girare come una trottola in cerca delle garze.

Do un occhiata nella colonna all'entrata del bagno e per fortuna le trovo.

<<Aiutami con queste!>> gli dico passandogli delle garze.

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