capitolo 11

32.3K 939 48
                                    

Mi ritrovai distesa sul letto a pensare alle cose della vita, e non è affatto una cosa bella. 



Vedi, ho una tendenza di pensare troppo. Questo è il motivo del perché odio stare sveglia quando cerco di addormentarmi. Preferirei sbattere la testa contro un muro. Chiamami pazza ma mi fa disperare pensare a troppe cose. 



Sospirando, mi alzai dal letto massaggiandomi le tempie cercando di calmarmi prima di impazzire. 

Erano quasi le due del pomeriggio e non mi ero ancora addormentata e non avevo idea del perché. 

I miei genitori erano a lavoro e non sarebbero tornati fino a tardi. Ero bloccata lì a vagare nei miei pensieri. Non era una bella combinazione. 

Se solo non fossi stata in punizione. Sarei uscita e sarei andata a casa di Carly o qualcosa del genere. Togliendo la coperta di dosso, allungai le gambe facendole penzolare. Guardandomi intorno provai a trovare qualcosa che potesse distrarmi … Ma non fui fortunata. . 



I miei genitori mi aveva sequestrato tutto. La mia TV, computer, iPod, laptop, mp3 (non chiedermi perché ne avessi ancora uno perché non ne ho idea.) e il mio cellulare.

Sì, mi avevano sequestrato il telefono un’ora dopo da quando ero ritornata. Questo significa che mi era andata bene. Non mi avevano sgamata questa volta. Se solo fosse successo anche la prima volta .. 



Quindi ero di nuovo bloccata lì, annoiata al massimo, a non fare assolutamente niente e a pensare a qualunque cosa. 

Trascinandomi fuori dal letto, mi incamminai verso il bagno dove mi tolsi tutti i vestiti lanciandoli nella cesta della roba da lavare prima di entrare nella doccia e lasciare che l’acqua calda scivolò sul mio corpo.

Questa sensazione era come il sesso --



Spremendo lo shampoo nel palmo della mia mano iniziati a strofinarmi la testa. Chiusi gli occhi, sentendomi alle stelle. Il momento migliore del giorno è quando fai la doccia e sei solo perché non ci sono interruzioni e puoi stare sotto l’acqua quanto vuoi -- beh, fino a quando l’acqua non diventa fredda. 



Strofinandomi la spugna su e giù le braccia e gambe, iniziai a canticchiare a bocca chiusa un ritmo inventato. Chiudendo gli occhi un’altra volta, mi spostai sotto l’acqua lasciando il sapone scivolare via dal mio corpo e capelli. 

Muovendo le mie mani su e giù per il mio corpo, mi sentii arrossire le guance al pensiero delle mani di Justin che accarezzavano il mio corpo. Mi sembrava come se le mie mani fossero le sue. Mordendomi il labbro inferiore, spostai le mani a strofinare delicatamente il mio collo dove immaginai Justin che lasciava baci su ogni centimetro. 



Sussurrai un gemito all’immagine così reale nella mia mente … come se stesse succedendo.



I miei occhi si spalancarono. Mi guardai intorno notando che ero nella doccia, da sola e non c’era nessun Justin nei dintorni. 



Che diavolo era successo?



Stavi facendo sesso con Justin nei tuoi pensieri. La voce nella mia testa disse con un tono seccato, facendomi sussultare.

Maledicendomi mentalmente, mi sciacquai i capelli velocemente prima di chiudere l’acqua. Uscendo dalla doccia, afferrai un asciugamano da avvolgere intorno al mio corpo. 



Ritornai in camera mia e mi cambiai velocemente con dei pantaloni della tuta e una t-shirt per poi asciugarmi i capelli con un asciugamano. 



Sedendomi sul bordo del letto, feci scorrere le mie dita nei miei capelli strizzando i miei occhi. 



Avevo davvero fatto quello che pensavo di aver fatto nella doccia? Non volevo crederci. Non potevo. Voglio dire … io? Che pensavo a Justin … in quel modo? Non potevo immaginarlo. 



Ma l’hai fatto prima. La voce nella mia testa parlò un’altra volta, facendomi innervosire.



Mi distesi sul letto lasciando le ginocchia al bordo del letto. Mi stavo innervosendo. 

Voglio dire, come potevo io, Kelsey Aderson, fare quello? Pensare a quelle cose?

E’ possibile, lo so. 

Ma su Justin?

Uccidetemi. 



E’ attraente e lo sai. La voce si fece sentire di nuovo. 

Lo so che è attraente. E’ un fumatore ma anche un criminale. Un criminale davvero attraente, misterioso, coraggioso … 


Smettila Kelsey, smettila di pensare in questo modo. Lui rimane sempre un assassino bipolare. Mi imposi mentalmente. 

Grugnii. 



Perché a vita deve essere così confusionaria?



“Kelsey!” La fastidiosa voce di mio fratello mi chiamò. 

“Che c’è?” Urlai.

“Carly è qui!” Urlò in replica. 



Immediatamente mi alzai e corsi giù per le scale dove, effettivamente, Carly era. 



“Carly!” Urlai, correndo verso di lei per stringerla in un abbraccio. 

Carly era la distrazione perfetta per farmi dimenticare dei pensieri su Justin. 

Ridacchiò abbracciandomi. “Hey Kelsey!” 

“Che ci fai qui?” Domandai per poi ricordarmi che lei non sapeva che ero in punizione. 

“Perché? Non posso fare visita alla mia migliore amica?” Mi guardò seria per poi sorridere facendomi capire che stava scherzando. 

Risi. “No, certo che puoi. E’ solo che … Non importa.” Scossi la mia testa. 

Mi guardò in modo strano. “O--kay?” Rise prima di camminare verso il salotto dove Dennis stava giocando con i videogames. 

“Sparisci perdente. Io e Carly dobbiamo parlare.” Indicai dietro di me le scale. 

“No,” Rispose continuando a giocare.

Inarcai un sopracciglio. “Sei sicuro?” Camminai verso la sua xBox avvicinandomi verso il pulsante di spegnimento. “Dillo di nuovo.” Lo avvertii. 

“Okay!” Saltò in aria portando le braccia di fronte a lui e scuotendo la testa supplicandomi di non farlo. 

Sorrisi. “Sparisci.” 

Alzò gli occhi al cielo prima di mettere pausa e camminare su per le scale fino alla sua stanza. 

Mi girai verso Carly con un sorriso di soddisfazione. “Funziona sempre.”

Scosse la testa. “Sei così meschina con lui.”

“Non è vero.” Dissi in difesa. “O se ne va oppure ascolta i nostri discorsi.” Alzai le spalle, sedendomi accanto a lei sul divano.

“Come vuoi.” 

Mi guardai le unghie aspettando che iniziasse una conversazione. Ovviamente era venuta a farmi visita per un motivo, tralasciando il fatto che volesse vedermi. 

Come aspettavo, iniziò a parlare. “Dove sei andata dopo la festa l’altra notte? Sei tipo scomparsa!” 

“Cosa? Io ti stavo cercando! Non ti ho trovata da nessuna parte!” La guardai incredula. 

“Quando?”

“Esattamente!” Alzai le mani in aria. “Non sapevi neanche te quando. Dove eri andata? Ho provato a cercarti ma tu mi avevi letteralmente lasciato lì.”

“Non ti avevo lasciato. Ero andata in bagno.”

“In che senso che sei andata in bagno? Non eravamo ad una festa a casa.” 

Si irrigidii chiudendo la bocca prima di arrossire abbassando lo sguardo, imbarazzata. “Beh, vedi … Io …”

“Oh Dio, Carly … Cosa hai fatto?” Potevo immaginare solo le cose negative. “Non sei andata a casa di qualche ragazzo, vero?”

“Cosa? Ew, no!” Scosse la testa velocemente.

“Allora dove sei andata?” Aggrottai le sopracciglia.

“Io, beh … Vedi, dovevo davvero andare al bagno e come hai detto tu non ce n’erano nemmeno uno perciò io sono andata nel bosco e beh, ho pisciato.” Distolse lo sguardo. 

“Carly!” Urlai ridendo.

“Cosa?” Mi guardò imbarazzata.

“Che schifo!” Urlai. “E’ peggio di andare a casa di un ragazzo! Preferirei andare con qualche sconosciuto invece che in un bosco!”

“Sh! Puoi non urlare? Tuo fratello è al piano di sopra!” Sbottò.

“Non mi interessa! Non sai chi ti avrebbe potuto vedere o che razza di creature ci sono lì dentro.” Scossi la testa alla sua stupidità.



Voglio dire, Carly non era la più brillante nel gruppo ma, dannazione, non pensavo che era così stupida. 

“Lo so, ma ero davvero ubriaca e dovevo davvero pisciare…” Distolse lo sguardo di nuovo. 

Sospirai. “Sei pazza, lo sai vero?”

“Ma tu mi vuoi bene, vero?” Sbatté le ciglia facendomi la faccia da cucciolo.

Risi. “Sono felice che non ti sia successo niente di grave.” Ripensai a quando trovai Justin e il suo gruppo nel bosco, il mio stomaco si attorcigliò. 

“E invece te?” Carly si mise un piede sotto il culo, girandosi completamente verso di me. 

“Io cosa?” 

“Dove eri andata? Ti ho cercato dappertutto ma non ti trovavo.”

“Io …” Mi fermai. Non potevo esattamente raccontarle di Justin e di cosa avevo visto. Avevo promesso che non avrei detto nulla e, beh, non volevo morire. “Sono tornata a casa. Voglio dire, era tardi e pensavo che tu te ne eri già andata quindi.” Alzai le spalle incurante. 



Odiavo mentirle su un problema. Ma questa aveva una buona ragione e ne valeva la pena.

“Scusa.” 

Sorrisi. Carly era sempre così dolce. Anche se aveva una corazza forte, odiava fare innervosire le persone. Non che lei mi avesse davvero fatto innervosire o altro. 

“Non preoccuparti.” 



Carly stava per dire qualcosa quando qualcun altro parlò per primo, interrompendola.

“Kelsey?” Girai la testa di scatto per vedere mia mamma sul portone di casa.

“Oh, hey Signora Anderson.” Carly salutò educatamente sventolando la mano. 

“Ciao tesoro,” Mia mamma ricambiò il sorriso. “Come stai?”

“Sto bene. Lei come sta?”

“Tutto bene.”



E’ strano. Mia mamma non aveva detto niente sul fatto che Carly era qui. 

“Perfetto tesoro.” Mia mamma ricambiò il sorriso di nuovo. “Non prenderla a male ma cosa ci fai qui?” Aggrottò le sopracciglia mentre aggiustò la borsa sulla sua spalla. 

“Pensavo di fermarmi a parlare un po’ con Kelsey.” Carly mi indicò con la sua mano. 

“Oh, mi dispiace tesoro ma Kelsey è in punizione.”

Carly si voltò verso di me. 

Innocentemente mi morsi il labbro. 

“Non te l’ha detto?” Chiese mia mamma. 

“Mi hai sequestrato il telefono, ricordi?” Biasimai con il tono più dolce che potessi fare. 

Quasi mi ignorò. 

“No, non me l’aveva detto.” Carly mi lanciò un occhiata.

Alzai le spalle.

Carly guardò nuovamente mia madre. “Mi dispiace Signora Anderson. Non lo sapevo.” Si alzò in piedi. 

“Non importa, non preoccuparti.” 

Carly mi guardò dall’alto verso il basso. “Ci vediamo --”

“A scuola.” Mia mamma finì la frase.

Indicai mia mamma. “Quello che ha detto lei.”

Annuì prima di girarsi verso mia madre. “Giusto, scusi l’intrusione.”

“Non ti sei intrusa, tesoro. Ci vediamo in giro, okay? Saluta tua madre!” Agitò la mano in aria nel momento in cui Carly uscì da casa.

Quando Carly urlò un ‘Okay’, mia madre chiuse la porta. 

“Non ti avevo detto che eri un punizione?” Mia madre mi guardò aspettando una risposta.

“Non avevi detto che eri a lavoro?” Risposi scocciata.

“Non usare quel tono con me.” Mi avvertì con occhi socchiusi. 

Distolsi lo sguardo. “Stronza,” Sussurrai abbastanza piano da farlo sentire solo a me stessa.

Ma avendo occhi da falco, aveva sentito. Camminando verso di me, si fermò a pochi passi dal divano. “Cosa hai detto?” 

“Ho detto: cosa ci fai a casa?” Ignorai il suo sguardo minaccioso. 

Non continuò l’argomento non volendo iniziare una discussione.

Grazie Gesù Cristo.

“Mi hanno fatto uscire prima perché i pazienti che erano schedati per oggi avevano già finito tutto e non c’era più niente da fare.” Iniziò a incamminarsi verso la cucina.

“Oh okay,” Mi alzai dal divano pronta a lasciare la stanza quando la sua voce mi fermò. 

“Non voglio nessun ospite a sorpresa Kelsey. Ricorda, sei in punizione.”

“Come potrei dimenticarlo?” Mormorai prima di alzare il pollice e fingere un sorriso. Quasi non scosse la testa girandosi e lasciandomi andare via. 



Una volta al piano di sopra, aprii la porta di camera di mio fratello. Allungando la testa per vedere cosa stesse facendo, lo vidi lanciare una balla da basket in aria per poi riprenderla e farlo di nuovo. 

“Puoi andare al piano di sotto. Carly se ne è andata e mamma è tornata a casa.”

“Okay,” Si alzò dal letto facendo cascare la palla sopra una pila di vestiti prima di correre giù per le scale. 

Scossi la mia testa prima di entrare nella stanza e chiudere la porta dietro di me.

Camminando verso il mio letto, mi lasciai cadere sopra di esso. Prima la testa contro il cuscino. 

Prima che ne avessi l’occasione di realizzare, mi ero finalmente addormentata. 


--------------------------------------------------------------------------------




Colpo.



Mi rigirai nel letto girandomi su un fianco. 



Colpo. 



Lamentandomi provai ad ignorare il rumore. 



Colpo. 



Che cavolo … ?



Girandomi guardai l’orologio sopra il mio letto il quale segnava le 20:45



Crollo, urto, colpo. 



“Merda,” Sentii qualcuno mormorare innervosito. 



Mi sedetti sul letto una volta che realizzai che il rumore proveniva da fuori la mia stanza. “Dennis?” Sussurrai. 

Nessuna risposta.

“Mamma?”

Nessuna risposta di nuovo. 

“Papà?” Mi alzai lentamente appoggiando i piedi sul pavimento di legno, il mio cuore accelerò ad ogni passo. “C’è nessuno?” 

Camminando verso il punto da dove proveniva il fuoco, sentii il mio stomaco stringersi alla vista della mia finestra spalancata. Era chiusa quando mi ero addormentata.



Girandomi intorno mi scontrai contro qualcosa o dovrei dire, qualcuno.

Aprii la bocca, pronta ad urlare quando una mano la ricoprì. Iniziai ad andare nel panico cercando di togliere la mano dalla mia bocca. 

“Ti puoi calmare? Sono solo io!” Sentii qualcuno sibilare. 

Qualcuno con una voce familiare. Mi calmai abbastanza da far togliere la mano dalla mia bocca, mi girai per vedere Justin in piedi di fronte a me.

“Che cazzo?” Sibilai velocemente, ricordandomi che mia madre era al piano di sopra. 

“Puoi smettere di essere così rumorosa? Mi stai facendo venire l’emicrania.”



Stavo per rispondere alla sua stupida domanda quando la luce dall’esterno illuminò il suo corpo, lasciando intravedere il contrasto di colore sulla sua pelle -- ma quello non era nessun colore. 


Era sangue.

DangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora