capitolo 47

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' non posso più essere visto con te.”

Il mio cuore smise di battere il secondo dopo che quelle parole uscirono dalle labbra di Justin. Il mio corpo si bloccò e la mia vista si annebbiò. Inumidendomi le labbra cercai di capire. Dopo secondi che sembravano ere, riuscii ad aprire bocca. “C-Cosa vuoi dire?”

Justin fece scorrere le dita tra i miei capelli e, nel mentre, mi accarezzò una guancia con il palco della mano. La sincerità riempì i suoi occhi color nocciola che fissavano in modo profondo i miei color cioccolato. “Intendo dire quello che ho detto.” Sospirò scuotendo la testa. “Non posso essere visto con te.”

“Perché no?”

“Se i poliziotti ti vedono con me, ti aggiungeranno subito alla lista dei sospettati. Ti chiederanno di tutto e di più su di me: i posti che frequento, come mi hai conosciuto, la nostra relazione … Cercheranno di estorcerti informazioni e, anche se mi fido di te, è di loro che non mi fido; sanno come poterti far parlare e ottenere delle confessioni involontarie.”

“Non posso stare qui e aspettare che tutto questo finisca.” Mi inumidì le labbra. “Non è facile Justin.”

“Piccola, lo so … ma devi.” Sospirando mi accarezzò i capelli. “Fidati di me, è meglio per tutto e due.”

“Ma io voglio aiutarvi.” Lo guardai nei suoi occhi grandi. 

“Vuoi aiutare?” 

Annuii.

“Allora ascoltami e stammi lontana per qualche giorno. E’ meglio così.” Mordendomi l’interno della guancia spostai lo sguardo verso terra riconoscendo la verità. “Non voglio che tu sia sotto pressione, specialmente ora che i tuoi genitori sanno di noi. Se la polizia viene a casa tua per interrogarti si scatenerà l’inferno.”

Dopo aver immagazzinato le sue parole, annuii comprendendo ciò che voleva dire. Aveva ragione -- i miei genitori avrebbero voluto sapere il motivo dell’arrivo della polizia a casa nostra e se gliel’avessi detto, mi avrebbero ucciso. Mi avrebbero vietato di vedere Justin e mi avrebbero rinfacciato ciò che Carly aveva raccontato; non potevo farlo succedere. 

“Che situazione di merda.” Mormorai mordicchiandomi il labbro. “Hai ragione, non possiamo mai prenderci un momento di riposo. Te più di me ma quando è stata l’ultima volta che siamo stati insieme senza avere problemi?”

Justin mi guardò negli occhi con tristezza sapendo che quello che stavo dicendo era la verità. “Lo so piccola,” Mormorò. “Ma … Ti prometto: una volta che tutto questo sarà finito, mi farò perdonare. Ok?”

Non riuscii a non sorridere. “Okay.”

Premendo le sue labbra contro le mie, riuscii a percepire la passione e l’ansia che provava. 

Dopo qualche minuto, riuscimmo a staccarci l’uno dall’altro. Il nostro respiro era affannato anche se Justin provò a regolarlo. 

“Presto o tardi,” Mormorò contro le mie labbra. “staremo insieme. Te lo prometto.”

Posando la mia fronte contro la sua, catturai le sue labbra con le mie prima di allontanarmi. “Lo so …” Sorrisi dolcemente. “Mi mancherai.”

Justin ridacchiò. “Penso che riuscirai a viverci per un po’ di giorni.” Fece l’occhiolino scherzando prima di baciarmi sulla guancia. 

“Un po’ di giorni?” Sollevai le sopracciglia. “Mi prendi in giro?”

“Investigano su un omicidio, piccola; non risolveranno il caso in poche ore.”

Sospirai. “Vero …” Scrollando le spalle, distolsi lo sguardo. L’aria fredda mi accarezzò. 

“Hey,” Mi accarezzò gentilmente il mento con il pollice facendomi voltare verso di lui. “Ti amo, okay? Sto solo cercando di tenerti al sicuro.”

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