capitolo 50

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Justin’s Point of View:

“Che cazzo ci fai qui, Kayla?” Dissi innervosito dalla sua presenza, soprattutto con Kelsey al mio fianco. 
“Che c’è?” Inarcò un sopracciglio. “Non avrai mica pensato che sarei mancata alla festa, giusto?” Le sue labbra rosse formarono un sorriso. 
“Beh, non sei invitata.” Sbottai. 
Mi fissò. “Come se mi importasse.” Disse serrando i denti, i suoi occhi bruciavano nei miei. “Che ti piaccia o no, anche io faccio parte di questo gruppo, Bieber.”
“E questo non significa che mi devi stare simpatica,” Risposi esasperato. “Quindi, perché non fai un favore a tutti quanti e sparisci? Nessuno ti vuole qui.”

Tutti ci fissarono non sapendo cosa dire o fare. I ragazzi specialmente sapevano che quando iniziavamo discussione come questa, niente ci avrebbe fermato. Soprattutto perché avremmo continuato a fare quello che volevamo. 

“Vai a farti fottere Bieber.”
“Così mi prendo qualche malattia sessualmente trasmissibile? Non penso proprio.” Dissi sogghignando.
“E’ meglio che stai attento a cosa dici, Bieber. Penso che sia arrivato il momento che tu inizi a trattarmi con rispetto, anche perché nessuna malattia ti ha mai fermato prima.” Rispose con un mezzo sorriso. 
“Rispetto?” Enfatizzai con una risata prima di scuotere la testa. “Quale rispetto, tesoro? Se non riesci a rispettarti neanche tu, come puoi pretendere che lo faccia io?”

Il suo volto diventò pieno di rabbia, stava fumando. “Madre natura si scusa per aver fatto un essere umano come te, lo sai?”
“Meglio essere così che essere una puttana buona a nulla come te.”

Quello la mandò fuori di sé perché provò a scaraventarsi contro di me ma Bruce la tirò indietro prima che potesse anche sfiorarmi con un dito. “Okay, basta!” Urlò cercando di controllare Kayla. 

Tolsi le braccia dalla vita di Kelsey e la spostai accanto a me; in caso Kayla facesse un attacco a sorpresa. 

“Lo uccido!” Urlò cercando di graffiarmi il volto. 
Ridacchiai facendo un passo indietro. “Buona fortuna, tesoro.”

Continuai a fissare divertito il modo disperato con cui cercava di togliersi Bruce quando noi tutti sapevano che non ci sarebbe mai riuscita. 

“Possiamo stare un cazzo di pomeriggio insieme senza che voi vi ammazziate?” Sbottò chiaramente infastidito. 
“E’ colpa sua.” Mormorai. 
“Non mi interessa sapere di chi sia la colpa, Bieber! Volevo divertirmi, non volevo avere un incontro fra voi due.” Disse alzando il tono della voce. 
Feci spallucce. “Non voglio avere niente a che fare lei.”

Bruce alzò gli occhi al cielo cercando di non continuare questa conversazione. Una volta che Kayla fu calmata, la lasciò andare prima di fermarla subito dopo quando cercò di attaccarmi di nuovo. 

“Ti stai rendendo ridicola, spero tu lo sappia.” Con un mezzo sorriso la guardai contorcersi. 

Kelsey rimase in silenzio di fianco a me senza muoversi di un centimetro. Sapevo che non era contenta di vedere tutta questa sceneggiata e il disgusto che provava verso i confronti di Kayla era ovvio.

La spinsi contro il mio fianco dandole un bacio sulla tempia. “Stai bene?” Mormorai nel suo orecchio. 
Annuì. “Sì, tutto bene.” Alzò lo sguardo facendo un sorriso. 
Premetti le mie labbra contro le sue per poi essere interrotto da Kayla.

“Aw,” Disse facendo un falso sorriso. “Quanto siete adorabili?” Il sarcasmo tingeva ogni sua parola.
Kelsey si allontanò, inumidendosi le labbra voltandosi verso di lei. “Scusami?” Alzò un sopracciglio. 
Kayla serrò le labbra prima di lanciarle un occhiata. “Non ci siamo mai presentate,” Allungò la mano verso Kelsey. “Sono Kayla.”
Kelsey guardò la sua mano prima di riguardarla in faccia. “Kelsey.” Disse senza scomporsi. 
“Hm,” Kayla riportò la mano sul suo fianco per poi scannerizzare Kelsey come se fosse immondizia. 

Serrai la mascella. “Guardati per te, Kayla.” Sbottai. 
“O sennò, Justin?” Disse sapendo cosa volessi dire. 
“Farò ciò che avrei dovuto fare parecchio tempo fa.” Dissi a denti stretti, i miei occhi si fecero più cupi guardando dritto nei suoi. 

“Devi rilassarti, Justin. Sembri un po’ … teso.” Fece un mezzo sorriso. “Dovresti essere gentile. Magari posso aiutarti dopo.”

Aggrottai la fronte accentuando la stretta sulle spalle di Kelsey. “Zitta.”
Alzò le mani in segno di difesa. “Che c’è?” Sorrise innocentemente. “Era tanto per dire …”
“Facci un favore e non parlare.” Risposi irritato. 
“Ti stai comportando come se avessi cercato di commettere un crimine. Sto cercando solo di presentarmi in modo gentile alla tua ragazza. Lei è, infatti, la tua ragazza … giusto?”
“Non sono affari tuoi.” Mormorai con freddezza. 
Inchinò la testa su un lato, un sorriso cupo sulle sue labbra. “Mi chiedo se sappia di quante cose la stai tenendo allo scuro.” 

Prima di rispondere con un insultò, mi si accese la lampadina. Quella troia pensava che potesse minacciarmi con qualcosa di cui mi ero occupato già. 

Sorrisi alla sua idiozia; trovai divertente che non sapesse niente e che avessi già vinto il suo giochetto. “Ah sì?” La indicai. “Vuoi scommettere?”
“Non c’è bisogno. Farò a meno dei tuoi soldi.” Rise. 
“Sicura? Perché, davvero, io ci stò.”
“Stai rischiando davvero tanto … Sei sicuro di sapere cosa stai facendo?”
“Diamine sì.” Risi. “Qualunque cosa tu faccia o dica non cambierà niente.”
Kayla sposò il suo peso su una gamba. “Perché non lasciamo giudicare a Kelsey?”
Alzai le spalle togliendo il braccio dalle sue spalle. “E’ tutta tua.”

Kelsey mi guardò non sapendo cosa stesse succedendo. Le sorrisi rassicurandola, lasciandole capire che avevo tutto sotto controllo. 
Non appena mi sedetti accanto a John, chiedi di passarmi una birra. Mi guardò storto prima di darmi una Corona. 
Tolsi il tappo e lo gettai di lato. 

I tacchi di Kayla ticchettarono violentemente contro il pavimento mentre si avvicinava a Kelsey. Controllai che non allungasse una mano su di lei. “Quanto conosci Justin?”
Kelsey si inumidì le labbra. “Immagino abbastanza.”
Kayla alzò le sopracciglia. “Abbastanza?”
Kelsey serrò le labbra. “Arriva al punto.” Sbotto, ovviamente non in vena e onestamente, non la incolpavo. Kayla era la cogliona più fastidiosa. 

Kayla iniziò lentamente a girare intorno a Kelsey, cercando di intimidirla ma sapevo che nessuno riusciva a spaventare la mia ragazza. Neanche io. “Lo sai quanto può arrabbiarsi Justin?”
Kelsey quasi rise. “Ovvio.”

Sorrisi a me stesso realizzando che era questo che Kayla voleva sapere. 
Gli occhi dei ragazzi si spalancarono realizzando dove volesse arrivare ma sapevano che avevo già parlato con Kelsey di tutto quanto. 

“Sai cosa fa quando è arrabbiato?” Kayla continuò, questa volta, guardando Kelsey in faccia. 
“Tira un pugno alla parete?” Chiese in maniera apatica, facendo intuire che non era interessata a ciò che Kayla stava per dirle. 

“No, provaci di nuovo.”

“Lui … butta tutto all’aria?”

Kayla applaudì. “Ci sei vicina,” Scosse la testa. “Ma no. Vuoi provarci di nuovo o vuoi che te lo dica?”
Kelsey alzò le spalle. “Vai pure.”

Kayla si avvicinò così che il suo naso era quasi in contatto con quello di Kelsey. “Viene in camera mia e … mi tromba.” Si sforzò nel dirlo forte e chiaro, soprattutto per farlo sentire a Kelsey.

I ragazzi quasi si pisciarono addosso, fissandomi increduli dal momento che non mi stavo difendendo. 

Kelsey alzò le spalle. “Tutto qui?”

La bocca di John si spalancò sorpreso dal disinteresse di Kelsey su cosa Kayla aveva appena detto. Sorrisi. 

Il sorriso di Kayla scomparve immediatamente. “Cosa?”
“Ho detto, è tutto qui o hai qualcos’altro di inutile da dirmi?” Kelsey alzò le sopracciglia. 

Kayla non disse niente. 

“Posso dire una cosa, adesso?”
Kelsey si approfittò dello shock di Kayla per continuare a parlare. “Adesso che hai finito, mi piacerebbe dirti che sei patetica.”

Trattenni una risata cercando il più possibile di contenermi. 

“Insomma, il fatto che tu fossi così sicura di te stessa e pensavi di sapere qualcosa di cui io non fossi a conoscenza, è stato divertente.” Kelsey decise di iniziare a girare intorno a Kayla. “Pensi che non sapessi che Justin veniva da te quando aveva bisogno di dimenticare?”

Kelsey rise amaramente. “E indovina?” Sussurrò nel suo orecchio. “L’ha fatto e francamente, non mi interessa. Vedi; l’ha fatto quando non stavamo ancora insieme quindi non conta.” Alzò le spalle. “Non lo incolpo per essere venuto a cercarti perché onestamente; voglio dire, guardati …” Fece un passo indietro indicandola con le mani. “Sei un pasticcio e pagheresti per stare sotto al mio ragazzo.”
Kayla ritornò sul pianeta Terra, i suoi occhi si incupirono. “Se qualcuno qui è disperato, quello è lui. Veniva da me per un motivo.”

“Ah, ma è qui che sbagli. Eri tu quella che era sempre disposta a fare sesso con lui. Nonostante il tuo aspetto, a te piace spingere al limite. Riesco a vederlo dal tuo atteggiamento.”
“Quale atteggiamento?”
“L’atteggiamento dove tu cerchi di insultare Justin facendolo sembrare come se tu odiassi i suoi comportamenti quando in realtà, è il contrario.”

Aggrottai la fronte non sapendo dove volesse arrivare. Kayla mi odiava e viceversa. Tutti i ragazzi prestarono attenzione a ciò che aveva da dire. 

“Tu non lo odi, odi il fatto che lui è impegnato. Sei così abituata a vederlo sempre venire da te. Eri la ragazza da cui lui andava quando le cose si facevano difficili. Eri l’unica da cui andava per togliersi lo stress di dosso e poi sono arrivata io ed è finito tutto.” Risi umoristicamente. “Sii onesta, attizza e lo sai. Lo vuoi e ti uccide sapere che è impegnato e che non si avvicinerà a te mai più. Amavi essere al centro dell’attenzione, amavi essere l’unica da cui Justin veniva anche se era per del sesso. Ho ragione?” 

Tornai serio non appena realizzai che poteva avere veramente ragione. 

Kayla rimase in piedi senza dire una parola. Il suo volto era incredulo dal fatto che Kelsey aveva appena detto il suo piccolo segreto.

“Adesso stai facendo di tutto per averlo - si arrabbierà abbastanza da voler fare sesso con te. Odi sapere che il suo odio per te è vero e che non vuole avere niente a che fare con te. Vuoi che ci lasciamo ma indovina, amore? Io non vado da nessuna parte.” 

Sorrisi. Quella era la mia ragazza. 

“Sono qui per restare e se non ti piace, allora sono fatti tuoi. Non mi importa niente.” Sbottò Kelsey. “Ho già avuto delle stronze che hanno provato a dividerci ma sono ancora qui e stiamo ancora insieme.” Sorrise fissando gli occhi di Kayla. “Basta che sai questo,” Fece un passo avanti, la sua faccia era centimetri dalla sua. “Se provi a fare un‘altra scenata come questa, verrò io da te e non vuoi vedermi arrabbiata perché … cazzo, non saprai mai cosa potrebbe succedere una volta che avrò le mani su quel collo che ti ritrovi. Capito?” 

Sgranai gli occhi alla sua improvvisa temerità. Immagino di averle insegnato una o due cose anche se violente. Risi al pensiero — la mia ragazza era una tosta. 

Kayla sbuffò. “Chi cazzo sei per parlarmi in questo modo? Lo sai cosa potrei farti?” Kayla ringhiò. “Ti ucciderò.”

Adesso era il mio momento. 

“Non penso proprio.” Mi alzai avvicinandomi a loro. Portandomi Kelsey di fianco, andai sulla faccia di Kayla. “Sei pensi anche un per un secondo di allungare le mani su di lei, avrai una bella sorpresa. Ti ucciderò con le mie stesse mani.”

“Non mi toccheresti.” Sbottò. 

“Non mi piace sporcarmi le mani ma se lo dovessi fare per proteggere la mia ragazza, lo farei.” Inumidendomi le labbra, sorrisi in modo meschino. “E’ divertente però come tutto quello che abbia detto Kelsey sembra sia vero. Tutto ha un senso adesso,” Annuii mettendo i pezzi insieme mentalmente. “Tutte le volte che tornavo a casa e tu mi stavi sul collo chiedendomi dove fossi stato e se fossi stato con Kelsey …” Sbuffai scuotendo la testa. “La cosa divertente è che tu pensavi di poter vincere.”

L’aria si fece sempre più tesa. 

“Ne ho abbastanza di persone che cercano di buttarmi giù togliendo le cose belle della vita. Ho smesso con le stronzate e le minacce. Ti darò un ultimo avvertimento, Kayla. Stai lontana da me e Kelsey o ci saranno dei problemi.” Mi chinai al suo stesso livello. “Luke non sarà l’unico a finire ucciso. Lo sarai anche tu.” Trasferii tutta la rabbia che avevo in corpo nei miei occhi così che lei potesse intuirla e ricevere il messaggio forte e chiaro. 

Kayla rimase in piedi senza muovere un muscolo fino a quando, finalmente, distolse lo sguardo voltandosi e uscendo. 

Esattamente.

“Allora …” Kelsey si voltò verso di noi, dondolando sui talloni per il silenzio imbarazzante che era nell’aria. “Chi ha fame?”

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