capitolo 61

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ustin’s Point of View:

"bene" disse Bruce battendo le mani insieme, e lasciando uscire un profondo sospiro a causa di tutta la pressione che avevamo addosso.

Ci eravamo tutti concentrati e avevamo tutti lavorato sull'ultimo incontro tra me e Luke nelle ultime cinque ore senza neanche una pausa, e dire che eravamo solo stanchi era un eufemismo. Eravamo completamente esausti.

"ora è davvero tutto in ordine e dobbiamo assicurarci che tutto vada come previsto, tutto deve essere perfetto. Non ci è permesso combinare casini in questo momento" gli occhi di Bruce si posarono su tutti e tre, ma sentivo il suo sguardo urgere su di me prima che parlasse ancora "Luke ha scelto il posto. Sa quello che sta facendo, noi dobbiamo dimostrare di essere un passo davanti a lui"

"come possiamo farlo se non sappiamo nemmeno quello che lui ha pianificato?" chiese Marcus, nella sua voce c'era un misto di disperazione e determinazione "voglio dire, se ha addirittura scelto il posto, chi ti dice che non ci soprenderà con una sparatoria?"

Sospirai, scuotendo la testa "non è stupido come pensiamo. Lui sa quello che sta facendo, ma solo in parte. Non è cosi idiota da arrivare a soprenderci con una sparatoria"

"sentite, non sappiamo di cosa sia capace. Per quanto ne sappiamo questa può essere anche una messa in scena. Dobbiamo stare attenti che niente vada storto..." esclamò Marco, forse pensando ad alta voce.

Prima che avessi la possibilità di dire qualcosa, Bruce si introdusse nella conversazione "- ecco perchè noi ci stiamo lavorando ora. Abbiamo pensato a questo almeno un milione di volte fino ad ora. Ormai è un'abitudine. Dobbiamo essere positivi e pensare che tutto andrà secondo i piani"

Annuii, mentre intrecciavo le dita delle mie mani insieme, il mio gomito sul mio ginocchio "ha ragione"

"certo che ho ragione" disse con una smorfia, mentre si puliva la spalla in segno di superiorità, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"non montarti la testa ora" dissi, leccanodmi le labbra e concentrandomi di nuovo sul nostro lavoro "ora, ripassiamo ancora una volta quello che dobbiamo fare" dissi annuendo verso Bruce che si gonfiò il petto onorato prima di cominciare a parlare.

"ok. Allora una volta che siamo arrivati la, ci confrontiamo faccia a faccia. Penso che lui arrivi prima di noi e che ci aspetterà, quindi noi aspetteremo che lui venga fuori per primo. Una volta che avremo finito, parleremo con lui facendoci dire tutto quello che vuole perchè, lo terremo in ginocchio davanti a noi mentre pregherà perchè noi abbiamo pietà di un insetto come lui"

Ridacchiai, sfregandomi le mani. Solo il pensiero che avrò il bastado tra le mani e potrò ucciderlo dopo tutto quello che ha fatto passare a me e a Kelsey, mi faceva sentire vivo, volendo che arrivasse di già la notte del fatidico incontro.

FINALMENTE AVRO' LA MIA FOTTUTA RIVINCITA.

"tutte le pistole sono in una scatola giù in taverna. Justin la tua è al sicuro in una scatola a parte e sono sicuro che tu ne farai buon uso giusto?" Bruce alzò un sopracciglio guardandomi.

Annuii fermamente "quando non uso il mio giocattolino?" dissi ridendo.

Sulla faccia di Bruce comparve un sorriso, mentre si leccava le labbra e rideva "se ci sarà davvero una sparatoria, noi dobbiamo essere pronti in tutti i sensi, ma siate intelligenti e attenti. Non dobbiamo far loro capire che li abbiamo praticamente in pugno. Lasciamo che loro credano di essere più furbi di noi"

"cosi loro penseranno che avranno la vittoria in tasca quando invece le cose non sono esattamente cosi. Rivolteremo la situazione a nostro favore, come meno se l'aspettano"

"esatto" Bruce annuì, guardandoci tutti ancora una volta "allora abbiamo ben capito?"

"certo amico. Praticamente ho tutto, passaggio per passaggio, disegnato nella mia geniale mente" ridacchiai, stiracchiandomi le gambe.

"bene, dovresti. Niente deve andare storto. Lo abbiamo lasciato andare troppe volte. E' ora che pagi per tutto quello che ha fatto a te e a Kelsey"

Pressai le mielabbra l'una contro l'altra pensando alla mia fidanzata che in questo istante sta dormendo tranquilla nel suo letto comodo senza di me "abbiamo finito qui?" 

Bruce sospirò, passandosi una mano tra i capelli e facendola cadere poi sulla nuca, stringendola "si, per ora abbiamo finito. Riposatevi ragazzi perchè abbiamo davanti una lunga notte" alzandosi dal divano, ci diede una pacca sulla schiena prima di sparire verso le scale, e presumetti che stesse andando nella sua camera da letto.

Una volta che sentii il rumore della sua porta sbattere, mi alzai dal divano, stando in piedi. Stiracchiandomi le braccia tirandole verso l'alto e tirando i muscoli della schiena, camminai verso la mia giacca, prendendola. Infilandomela, presi anche le chiavi della mia macchina "ci vediamo dopo ragazzi"

"dove stai andando?" chiese Marcus alzando in contemporarea le sopracciglia, in segno di confusione.

Mi girai per guardarlo una volta che aprii la porta principale "vado a passare un pò di tempo con la mia ragazza. Sono stanco morto, tutto quello che voglio è stringerla tra le mie braccia. Questa notte sarà davvero faticosa e devo rilassarmi al massimo prima di distruggere Luke"

Annuirono tutti all'unisono, capendo cosa volevo dire.

"divertitevi!" mi urlò John ma non gli diedi troppa attenzione dal momento che ormai ero uscito di casa e stavo camminando verso la macchina.

Mi sedetti davanti al volante prima di chiudere la portiera e accendere il motore e mettere la retromarcia, mettendo una mano su uno dei sedili posteriori in modo tale che potessi vedere dove stavo andando. Assicurandomi di non aver urtato niente mentre uscivo dal vialetto, mi immisi in strada, correndo verso la casa di Kelsey. Non appena arrivai, parcheggiai come il mio solito poche case più indietro. Spensi il motore e tolsi la chiave dal cruscotto, uscendo dall'auto per dirigermi verso il giaridno sul retro della casa della mia ragazza. Vedendo la scala, cominciai a salire verso la finestra.

Aprendo lentamente la finestra in modo da non fare rumore e non svegliare nessuno, mi assicurai di far entrare una gamba dietro l'altra all'interno della stanza, e una volta dentro feci un piccolo salto, cercando di essere il meno rumoroso possibile. Una volta nella stanza, mi tolsi le scarpe e la giacca, mi sfilai la maglietta rimanendo a petto nudo e presi tra le mani il lenzuolo con cui Kelsey era coperta, e mi misi accanto a lei.

Il calore del suo corpo subito scaldò il mio, mentre annusavo il suo naturale profumo di vaniglia. Il mio corpo subito si sentì a suo agio vicino al suo, la mia mente era finalmente calma mentre mettevo un braccio attorno a lei, tirandola vicino al mio petto "ti amo" mormorai, prima di accarezzarle i capelli e poggiare la mia guancia contro di lei, chiudendo gli occhi.

I primi raggi di sole facevano luce alla stanza, entrando dalla finestra e posandosi su di me e su Kelsey. Cercavo di ignorare la luce mantenendo gli occhi chiusi e cercando di continuare a dormire.

"amore?" la voce di Kelsey mi fece aprire gli occhi e mi fece grugnire, dato che non volevo svegliarmi.

“Hm?” mormorai, mentre giravo la tetsa verso di lei e la guardavo con soltanto un occhio, la mia mano che la accarezzava.

"dov'eri?" mi chiese mentre mi accarezzava la guancia, prima di prendermi il viso tra le mani.

“Huh?” dissi confuso, mentre aprivo anche l'altro occhio. Sbadigliai stanco, mentre mi giravo e mi mettevo di schiena.

"non eri qui quando mi sono svegliata ieri notte" disse, i suoi occhi fissi nei miei mentrela guardavo confuso.

"cosa vuoi dire?" mi alzai di poco, la mia schiena contro la testiera del letto. Disegnando dei piccoli cerchi sul palmo della sua mano con il pollice, gliela strinsi.

"mi sono svegliata stanotte aspettandomi di trovarti di fianco a me ma non c'eri" disse, guardando verso il basso "dove sei andato?"

"oh" dissi, mentre mi grattavo il naso. Speravo di tornare da lei senza che si accorgesse che me ne ero andato "sono tornato a casa per sistemare delle cose con i ragazzi"

Uno sguardo di confusione le attraversò il viso, ma la vidi rilassarsi sotto il mio tocco "oh, ok"

"perchè?" chiesi, stringendo le labbra insieme.

Vidi le sue guance prendere colore "pensavo che ti fossi imbatutto nei miei genitori o qualcosa di simile" disse ridendo.

Ridacchiai anche io, scuotendo la testa "se li avessi visti e mi fossi messo nei casini credi davvero che ti abbiano lasciata dormire in pace? ti avrebbero ucciso esattamente come avrebbero fatto con me"

Kelsey sembrò sollevata da quello che avevo appena detto, e la vidi sorridere "hai ragione" scosse la testa "saresti stato buttato fuori a calci mentre ti urlavano contro"

"piccola, tu e io sappiamo che saremo morti se i tuoi ci avessero scoperto. Credo che i tuoi genitori stiano ancora negoziando sulla nostra relazione"

Kelsey sorrise "sono felice che non siano entrati in camera. Noi abbiamo la tendenza a venire interrotti nei momenti meno opportuni, l'hai notato?"

"certo che l'ho notato" dissi sorridendo mentre mettevo un braccio attorno a Kelsey portandola più vicina a me "sono sorpreso anche io dal fatto che sono riuscito a fare l'amore con te senza essere interrotti da Bruce che entra in camera senza bussare, urlando solo dio sa cosa"

Kelsey si mosse al solo pensiero, nascondendo il suo viso sulla mia spalla" te lo immagini? oh mio dio.."

Mi abbassai verso di lei, prendendole il viso in modo che potesse guardarmi "allora, cosa farò con te?" sussurrai mentre la tenevo stretta, non volevo lasciarla andare.

"non lo so" disse, ridacchiando.

Un silenzio confortante cadde tra di noi, mentre ci guardavamo a vicenda. Le accarezavo lentamente la guancia.

“Kelsey—”, “Justin—” iniziammo a parlare tutti e due nello stesso momento, ma ci fermammo subito e cominciammo a ridere.

"prima tu" disse Kelsey, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e guardanodmi con quei suoi meravigliosi occhi.

Mi mossi sul letto, mantenendo il mio sguardo su di lei "sembra che tu mi stai anscondendo qualcosa. Cosa ti passa per la mente piccola?"

Kelsey si leccò le labbra, mentre i suoi occhi assumevano uno sguardo nervoso "eri qui un paio di ore fa?"

"sii un pò più precisa piccola" la incoraggiai, cercando di capire quello mi stava per dire. Il mio stomaco si contorse.

"mi sono svegliata verso le tre stamattina.." disse mordendosi il labbro nervosamente ""eri ancora qui tu?"

Ci pensai su un attimo prima di scuotere la testa "no, io me ne sono adnato attorno a mezzanotte" leccamdomi le labbra, la guardai interrogatico mentrele accarezzavo le guance "perchè?"

Scosse la testa "niente, è che..niente" fece roteare gli occhi in modo confuso, e capii che qualcosa la turbava.

"non è vero che non è niente piccola" le accarezzai una guancia "dimmelo" la incitai.

"è solo che.." comicniò "ho sentito qualcuno vicino a me.." disse guardando la stanza. Dalla finestra entrava un venticello fresco.

Il mio cuore perse un battito "cosa vuol dire?" dissi farfugliando, non sapendo neanche formulare una frase come farebbe un perfetto idiota.

"mi sono svegliata perchè ho sentito qualcuno che mi accarezzava la guancia, ma quando mi sono alzata per controllare, nella stanza non c'era nessuno. Pensavo che fossi andato in bagno ma dopo cinque minuti ho visto che dal bagno non usciva nessuno quindi ho realizzato che ero da sola"

Sentii il colore svanire completamente dalla mia faccia, mentre cominciavo a sudare freddo. Cercavo di mantenermi il più calmo possibile e non pensare a quello che mi aveva appena detto.

"sei sicura piccola?"

Annuì lentamente prima di scuotere la testa "io..io non lo so Justin. E' stato strano" le sue labbra diventarono una linea dura, mentre sospirava " forse me lo sono solo immaginato" disse confusa "forse erano solo i miei capelli contro la mia guancia. Capita a volte"

Forzai un sorriso sulle mie labbra, cercando di non far vedere quello che stavo provando in quel momento. Sapendo che Kelsey avrebbe notato il mio stato di disagio mi avrebbe chiesto cosa non andava, e non dovevo dirglielo "si, forse hai ragione" dissi, baciandole una guancia "o forse erano solo i tuoi genitori che sono venuti a controllarti"

"si" annuì Kelsey "loro vengono a controllarmi molte volte" disse ridendo "penso che sia stato un bene che tu non fossi qui allora" disse ridacchiando, poggiando la sua guancia sul mio petto.

"si..grazie a dio" dissi spostandomi sul letto ma tenendola stretta vicino a me, le mie braccia ferme attorno a lei. La mia gola divenne secca, i miei muscoli tesi, i palmi delle mie mani sudati, e tutti i nervi del mio collo tesi.

"E' MEGLIO CHE TIENI LA TUA RAGAZZA SOTT'OCCHIO" SPUTO' LUKE "PERCHE' NON STO TENENDO SOTTO CONTROLLO SOLTANTO TE, MA ANCHE LA TUA TROIETTA"

I miei denti si strinsero, il mio petto comicniava a muoversi più velocemente a causa della rabbia che cresceva dentro di me.

"amore?" Kelsey attirò la mia attenzione, le sue ma contro il mil petto, le sopracciglia alzate mentre mi guardava "cosa ti succede?"

La mia mascella era serrata, i miei occhi che la guardavano senza muoversi, sentivo dentro di me crescere una sensazione di tristezza " baciami" dissi, con voce roca, i miei occhi determinati e fissi su di lei.

"cos-"

" ora" sussurrai, il mio respiro pesante. Vedendo che non si mosse di un centimetro, le misi le mani attorno alla vita e la attirai verso di me " baciami dannazione" dissi ancora una volta e subito Kelsey mi sovrastò con il suo piccolo corpo prima che le nostre labbra si legarono insieme con amore, necessità e forza.

Le mie mani accarezzavano la sua pelle calda, stringevo i suoi fianchi sotto le mie dita, il suo corpo premeva contro il mio. Mossi le mie dita sulla sua schiena, attaccando le sue labbra.

Cn un movimento veloce, mi ritrovai sopra di lei, il mio peso la spingeva contro il materasso, le mie mani erano ai lati della sua testa cercando di tenermi su, per non toglierle ogni possibilità di respirare. Baciandola con una necessità che fino ad allora non avevo mai provato, le leccai il labbro inferiore prima di far entrare la lingua tra le sue labbra, senza neanche faticare per l'accesso.

Un gemito scappò dalle sue labbra, le quali vibravano sotto il mio bacio mentre i nostri corpi cominciavano a sudare, pronti per il passo successivo. Presi il suo corpo tra le mani e mi staccai dal bacio attendendo che approvasse quello che stavo per fare.

Notando nei miei occhi un dubbio crescente, mi baciò il mento, facendomi capire che andava tutto bene.

Senza neanche fare rumore, i miei pantaloni e i miei boxer furono scaraventati a terra, e subito dopo, molto lentamente, entrai in lei, i nostri respiri pensanti mentre cercava di non essere sopraffatta dalla sensazione di avermi dentro di lei; ci muovevamo in perfetta sincronia, come se fossimo stati un corpo solo.

Fidandoci l'uno dell'altro, dei piccoli gemiti fuoriuscirono dalle labbra di entrambi, ma cercammo di essere il meno rumorosi possibile per non attirare l'attenzione di nessuno in casa.

Dopo circa un'ora, il mio corpo era collassato sopra il suo, stanco e sudato. Baciandole le labbra ancora una volta, uscii da lei, mantenendo il lenzuolo sopra di noi mentre respiravamo velocemente, cercando di far tornare il nostro respiro regolare.

" me lo dirai ora o poù tardi?" disse Kelsey, rompendo il silenzio che si era formato tra di noi mentre ci tenevano stretti l'uno all'altra.

La guardai, cercando di mostrare quanta più confusione possibile " cosa stai dicendo?"

Sospirò, mentre mi teneva stretto a lei abbracciandomi il petto " so che ti passa qualcosa per la testa" mormorò, tracciando delle linee immaginarie sui miei bicipiti.

" non é niente" scossi la testa " ho solo avuto un momento di Debolezza, ecco tutto" 

" per cosa?" chiese, confusa, cercando di capire quello che avevo appena detto.

Pressai le mie labbra insieme, cercando di non ascoltare la voce dentro di me mentre urlava che dovevo raccontarle tutto " dimenticalo" dissi, mentre distoglievo lo sguardo da lei per guardare le sua stanza.

" non fare questo di nuovo Justin" disse Kelsey frustrata, mentre faceva scorrere le sue dita sul mio braccio " dimmelo e veloce anche. Io ti ho detto quello che mi stava succedendo, ora tocca a te"

Strizzai le mie labbra insieme, e lasciai che la mia spalla si rilassasse sotto il suo tocco, sapendo che aveva ragione " ho soltanto un sacco di cose per la mente, ecco tutto"

" cose tipo?" mi chiese ancora, volendo che rispondessi.

Pensai alla prima cosa che mi venne in mente " i tuoi genitori..."

Mosse la sua testa lontano da me in modo che potesse guardardmi dritto in faccia " i miei genitori?" chiese incredula.

Annuì, capendo dal suo sguardo che probabilmente non mi stava credendo fino in fondo.

" amore, non devi preoccuparti di niente. Loro ci hanno accettati" disse sorridendo, mentre alzava la testa per far toccare le mie labbra con le sue " loro hanno capito quanto ci amiamo"

Grugnii nonostante quello che mi stava dicendo " é solo questione di tempo" ridacchiai " ma non é questo. É solo dhe mi rende nervoso doverli affrontare dopo tutto quello che é successo"

" Justin" la sua faccia mostrò una smorfia " sei nervoso?" ridacchiò, pensando di aver toccato il mio punto debole.

Decisi di prenderla in giro, sapendo che forse ci fosse cascata "nervoso? Io? Justin Bieber?!" ridacchiai, scuotendo la testa " No ma sono preoccupato dal fatto che non so come potrebbero reagire vedendomi di nuovo da te" abbassai lo sguardo, mentre i ricordi di quella notte mi tornavano in mente.

" loro ci hanno messo una pietra sopra Justin. Dovresti farlo anche tu" sorrise, toccando dolcemente le mie labbra " vado a fare una doccia".

Mi leccai le labbra mentre la guardavo uscire dalle lenzuola, prendere la mia maglietta dal pavimento e infilarsela. Questa le scese sopra il corpo in modo leggero, fermandosi appena sopra le sue ginocchia " stai bene con la mia maglietta" dissi divertito, mentre si girava per guardarmi.

" sta zitto" disse arrossendo, mentre si dirigeva verso uno dei suoi cassetti per estrarne un paio di jeans, una maglia con lo scollo a v, un paio di calzini e tutto quello che le serviva prima di darmi un bacio veloce e chiudersi la porta del bagno alle spalle.

Aspettai fino a che non sentii l'acqua della doccia scorrere prima di uscire dal letto, prendere i miei boxer da terra e indossarli e prendere il mio telefono tra le mani. Componendo il numero di Bruce, portai all'orecchio il cellulare aspettando impazientemente che lui rispondesse.

" pronto?" mi rispose con voce roca e capii che lo avevo svegliato.

" il coglione ha completamente perso la testa" Sputai al microfono, tenendo talmente stretto il telefono che avrei anche potuto romperlo per quanta forza stavo mettendo nella presa.

" per l'amor del cielo Justin, cosa é successo ora?" grugnì, ovviamente non dell'umore adatto per sentire una delle mie sfuriate, ma dovevo dirglielo, altrimenti avrei perso il controllo.

" non solo il bastardo la sta osservando, é anche entrato nella sua stanza" dissi, cercando di mantenere un tono di voce decente, in modo tale che Kelsey non sospettasse nulla.

Avevo catturato l'attenzione di Bruce, lo capii perchè sentii muoversi il letto, segno che si era seduto " come cazzo fai a saperlo?"

" Kelsey me lo ha detto" farfugliai furioso, mentre la rabbia scorreva nelle mie vene al solo pensiero del suo fottuto corpo contro quello della mia ragazza.

" lei lo ha visto?" Bruce mi chiese completamente confuso, non credendo a quello che stavo dicendo.

" non esattamente..." sospirai, passandomi le dita tra i capelli e cercando di mantenere comunque un tono di voce basso mentre guardavo la porta del bagno, sapendo che la mia Kelsey era li dentro.

" ok Justin, allora..non ho tempo per ascoltare le tue solite cazzate. Lo ha visto o no?" disse urlando attraverso il microfono del telefono.

" ascoltami bene Bruce, il bastardo ha toccato la mia ragazza e io sto per perdere la testa" Ringhiai " lei ha sentito qualcuno toccare la sua guancia mentre io non ero vicino a lei" sputai " ecco perché sono sicuro che é stato quel figlio di puttana"

Dopo alcuni secondi di silenzio, sentii un " merda" provenire dall'altro capo del telefono.

Sbattei più volte il piede sul pavimento, mentre mi mordevo il labbro aspettando che Bruce parlasse.

" ok" disse Bruce respirando pesantemente mentre io scrollavo le spalle " devi tenere sotto controllo la tua ragazza e fare in modo che non vada da nessuna parte da sola. Mi hai capito?" 

" cazzo Bruce" sospirai.

" cosa?" sputò impaziente.

" non le ho parlato né di Luke né di stanotte. Non posso dirle una cosa del genere senza spiegare la ragione di tutto questo"

" pensa a qualcosa" disse Bruce in modo sbrigativo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Feci roteare gli occi alla sua idiozia " Non posso idiota. Non crederà mai alle mie bugie e io non posso continuare a mentirle. Le sto nascondendo già troppe cose, non voglio aggiungere altro"

" Gesù Cristo Justin..." disse Bruce, sicuramente passandosi una mano tra i capelli per poi farla ricadere sul viso " devi pensare a qualcosa ok? No puoi non proteggerla"

Annuii con la testa anche se lui non poteva vedermi " penso di avere un'idea" un rumore provenì dalla porta del bagno, facendomi girare lo sguardo " ti chiamo dopo, ciao" 

" ciao" e proprio mentre toglievo il cellulare dall'orecchio, Kelsey entrò in camera, i capelli umidi le cadevano morbidi sulla schiena, la maglietta era un po' bagnata.

" con chi stavi parlando?" Mi chiese mentre camminava verso lo specchio, prese a spazzolarsi i capelli con leggerezza.

Sospirai, gettando il telefono da una parte, prima di camminare verso di lei " con nessuno" dissi, mettendole le braccia attorno ai fianchi e poggiando la mia guancia contro la sua " é stata rilassante la doccia?"

" mm" mi guardò attraverso lo specchio " sarebbe stata meglio se ci fossi stato anche tu"

Le mie sopracciglia si alzarono mentre sul mio viso si faceva sulle mie labbra " oh, davvero?" enfatizzata baciando la pelle sotto il suo orecchio.

Chiuse gli occhi sotto il mio tocco " si" disse, mentre il suo respiro cominciava a diventare affannoso.

Le accarezzai i fianchi prima di staccarmi da lei " ora vado a farmi anche io una doccia" dissi girandomi, prendendo i miei vestiti e andando verso il bagno. 

Sospirò, mentre mi guardava vidi la sua bocca formare una o " mi stai stuzzicando" disse, disapprovando e scuotendo la testa alla mia decisione di farmi una doccia dopo di lei.

Le mandai un bacio prima di chiudermi in bagno per la doccia.

Kelsey’s Point of View:

Cosa farò con lui?

Sospirai, ridendo leggermente. Non appena finii di pettinarmi e lisciarmi i capelli, presi una molletta e la misi tra i capelli,cercando di tenerli in ordine.

Sapendo che tra pochi minuti Justin sarebbe uscito dal bagno, presi una bottiglietta di smalto rosa shocking tra le mani e mi incamminai verso il mio letto dismesso, prima di sedermi di peso sul materasso. Piegando il ginocchio e poggiandovi il mento sopra, cominciai a dipingere le unghie del piede destro, passando poi a quello sinistro.

Quando finii, mossi leggermente le dita dei piedi e chiusi la bottiglietta di smalto, prima di girarmi e lasciar ciondolare le gambe dalla parte destra del letto. Cominciai a soffiare sulle unghie in maniera leggera, cercando di non rovinare lo smalto che avevo steso in maniera a dir poco perfetta.

Dopo circa tre minuti da quando avevo cominciato a soffiare-senza pause- Justin uscì dal bagno con soltanto un'asciugamano avvolta attorno ai fianchi, goccioline di acqua che gli cadevano sul petto e sugli addominali, cercando disperatamente di distrarmi da ciò che stavo facendo.

Scuotendo la testa, alcune goccia di acqua mi caddero addosso, mentre si avvicinava a me sul letto " che stai facendo piccola?"

" sto soffiando sulle mie unghie per far si che si asciughino, cosa ti sembra che io stia facendo?" dissi incredula facendola sembrare la cosa piu ovvia del mondo. Alzando la testa, gli rivolsi una po' sguardo rassicurante per fargli capire che stavo solo scherzando.

L'ormai famosa smorfia apparse sul viso di Justin mentre mi guardava attraverso il mio specchio " io ho qualcos'altro che potresti asciugare soffiando" disse leccandosi le labbra, facendomi l'occhiolino.

Realizzando ciò che aveva appena detto, presi un cuscino e glielo tirai addosso, facendolo sbattere contro la sua schiena e facendolo così ridere in maniera rumorosa.

" stavo solo scherzando" fece una pausa " forse"

" non é divertente" dissi aggrottando le sopracciglia.

Ridacchiando, Justin camminò verso di me prima di abbassarsi e mettere le mani da entrambi i lati dei miei fianchi, prima di catturare le e labbra in un dolce bacio. Staccandosi così che potesse parlare ma non allontanandosi troppo, un sorriso gli affiorò sul viso " stavo solo scherzando piccola"

Scrollai le mie spalle quando alcune ciocche di capelli mi caddero davanti al viso. Cercai di spostarle invano, perché ricaddero sul viso un secondo dopo. Sospirando, stavo per tirarle via un'altra volta quando Justin mi mise le ciocche dietro l'orecchio, lasciandomi un bacio soffice sul naso prima di allontanarsi " Hai qualche vestito per me piccola" non ho voglia di rimettermi i jeans"

" si, cerca nel mio cassetto-aspetta" mi fermai " io dovrei ancora essere arrabbiata con te"

Mi guardò, ridendo " sono troppo tenero per avere qualcuno che si arrabbiato con me"

Alzai un sopracciglio, guardandolo per quella che mi parse un'eternità prima che scoppiassi a ridere.

" cosa c'è di divertente?" mi chiese divertito mentre prendeva dal cassetto un paio di pantaloni della tuta. Se li infilò, lasciando cadere a terra l'asciugamano " Sai che é vero"

Scossi la testa, abbassando lo sguardo e guardandomi i piedi " si, certo" mostrandogli la linguaccia, mi alzai per rimettere in ordine il letto quando sentii due braccia forti prendermi da dietro, prima di gettarmi sul letto.

" Justin!" urlai, guardandolo confusa.

Un sorriso enorme gli si dipinse sulle labbra, mentre mi sovrastava " ammettilo"

" ammettere cosa?" dissi ridendo, mentre mi divincolavo cercando di uscire dalla sua presa.

" che sono tenero" disse, aspettando la mia risposta.

Sapendo che avrebbe potuto tenermi in quella posizione per sempre, roteai gli occhi " sei tenero" ammisi.

" cosa?" disse stuzzicandomi " non ti ho sentito"

" ovvio che non hai sentito" ridacchiai sospirando " ho setto che sei tenero"

" lo so" disse rispondendo, prima di baciarmi e prendermi per le braccia per tirarmi su.

" ti odio"

" non é vero" disse con la sua solita smorfia.

" stupido" mormorai, tornando a togliere le lenzuola sporche dal mio letto e prendendone alcune di pulite, mentre mettevo quelle da lavare in un cesto coprendole con alcuni cuscini " perfetto" Dissi soddisfatta.

" esattamente come te" disse Justin mormorando tra i miei capelli, un braccio attorno alla mia vita.

Misi le mie mani sopra le sue, poggiando la mia testa sulla sua spalla. Sospirando, mi inarcai per riuscire a vederlo meglio. Un pensiero mi girava per la testa " Justin?"

" mm?" disse guardandomi dall'alto, i suoi dolci occhi che incontrarono i miei.

Mi leccai il labbro prima di morderlo " hai mai pensato al futuro?"

Non disse una parola per quella che a me sembrò un'eternita, i suoi occhi fissi nei miei, quando finalmente, fece un respiro profondo " cosa vuoi dire?"

" cioé" mi spiegai meglio " il futuro-cosa vedi?"

Sorrise, la sua stretta su di me si fece ancora più forte " te" si fermò per un attimo " vedo te"

Le mie guance arrossirono, potevo sentire nel calore.

" tu sei tutto per me, sai" disse dopo un po' di secondi " Non so cosa farei senza di te...Solo l'essere stato separato da te ieri notte per poche ore, mi é parsa una vita. Era come se una parte di me mancasse ed é vero perché tu sei una parte di me" si bloccó per alcuni secondi, guardandomi con occhi pieni d'amore " sei la mia vita, il mio cuore...quando stai male, io lo sento. Quando sei distante da me,bramo il tuo tocco. Non c'é giorno in cui io non pensi a te"

Le lacrime mi offuscarono gli occhi ascoltandolo. Tutto quello che avevo sempre sognato mi dicesse un ragazzo lo stava dicendo la persona che più amavo al mondo, la persona che per me significava tutto.

" abbiamo litigato un sacco di volte, lo so. Sono pazzo, isterico e un testa di cazzo. Tu sei nervosa, e non la smetti mai di parlare, ma questo é quello che ci rende..noi. Noi ci urliamo a vicenda, facciamo e diciamo cose stupide, ma alla fine io farei di tutto soltanto per farti sorridere"

" tu sei l'unica ai miei occhi e farei di tutto, tutto quello che é in mio potere solo per renderti felice. Tutto quello che sei é quello che sono io ora. Tu mi hai aperto gli occhi, mostrandomi la vita e non soltanto le cose brutte. So che puó sembrare strano detto da me ma é tutto vero. Sono stato buttato giù dal piedistallo un sacco di volte, non avrei mai pensato di riuscire ad amare qualcuno di nuovo fino a che non sei entrata nella a vita" ridendo, scosse la testa " sai, hai presente quando la gente dice che le migliori relazioni nascono inaspettatamente?"

Lo guardai, asciugando le lacrime che mi rigavano il viso " no"

" be', lo dicono, ed é vero" Justin mi rivolse uno sguardo amorevole, asciugando le mie lacrime con il suo pollice. Leccandosi le labbra, mi guardò solennemente " sei troppo bella per piangere" sussurrò sulle mie labbra.

" sono lacrime di gioia, non preoccuparti". Sorridendo, gli feci spostare il braccio dai miei fianchi prima di attirarlo a me in un abbraccio, mentre lo stringevo avvolgendo le braccia attorno al suo collo.

Baciandomi la testa, Justin mi strinse a se prima di spostarmi e poggiare la sua fronte contro la mia " ti amo" mormorò.

" ti amo anch'io" mi fermai, sorridendo " tanto"

Baciandomi le labbra, Justin mi strisce sul suo petto, abbracciandomi " sei il mio angelo" sussurrò, il suo petto che si muoveva naturalmente su e giù.

Non potevo evitarlo, avrei voluto stringerlo a me per sempre. Qualcosa dentro di me mi diceva di non lasciarlo mai andare perchè se lo avessi fatto, me ne sarei pentita. Quindi diedi ascolto alla mia coscienza, e lo strinsi a me il più a lungo che potei.

Qualcosa in lui, la maniera in cui mi stringeva, quasi cercando di proteggermi, mi fece pensare.

" Justin?"

Un lungo silenzio seguì prima che lui rispondesse " si?"

" sei sicuro di stare bene?" non potei evitare di tremare al solo pensiero che qualcosa lo turbasse.

Il suo copro si irrigidì per un momento ma si rilassò subito sotto il mio tocco, la sua testa che si mosse verso il basso per guardarmi " sto benissimo, perché?"

Scossi la testa " non lo so..sembri teso. Te l'ho già chiesto un sacco di volte ma voglio solo essere sicura. Sei certo che niente ti disturba?"

Sulle sue labbra spuntò un leggero sorriso, prima di baciarmi leggermente " non c'è niente piccola. Sto bene, te lo giuro. Comunque, non m'importa quante volte me lo chiedi, vuol dire che ti interessi e questo per me significa più di quanto tu possa immaginare"

Annuii con la testa, non volendo che tutto si trasformasse in una discussione. L'ultima cosa che volevo era che litigassimo su un argomento a dir poco idiota.

Qualcuno bussò alla porta, facendoci prendere uno spavento e causando la rottura del nostro abbraccio " Kelsey? Sei li tesoro?"

" merda" disse Justin cercando di non farsi sentire, mentre cercava le sue cose in giro, assicurandosi di non aver lasciato niente che potesse far pensare che lui era li.

" ehm, si mamma, sono qui" dissi rivolgendomi a Justin, guardandolo con lo stesso guardo scioccato con cui lui guardava me.

" puoi farmi entrare? Devo parlarti velocemente di una cosa"

" ehm, ok...aspetta una secondo, mi sto vestendo!" dissi, pensando che avevo usato una scusa stupida soltanto per farla rimanere fuori qualche minuto in più.

" va tutto bene" mormorò Justin " mi nascondo nell'armadio"


Annuii con la testa " va bene, muoviti!" dissi con urgenza.

Vedendolo sparire all'interno del mio armadio, presi un respiro profondo, guardando la mia stanza e assicurandomi che tutto fosse in ordine prima di avviarmi verso la porta e aprirla "ciao mamma" sorrisi.

" buongiorno tesoro" 

" giorno" dissi, abbracciandola.

" hai dormito bene stanotte?" chiese prima di sciogliere l'abbraccio.

" si, come un bambino" la guardai ridacchiando, sperando che non avesse sentito alcun rumore riguardo me e Justin.

" molto bene" disse mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di portare le sue mani davanti a lei. " vorrei chiederti una cosa" disse sorridendo quasi quanto stavo sorridendo io, mentre nei suoi occhi potevo leggere la contentezza.

" dimmi"

" Io e tuo padre stavamo parlando di alcune cose ieri sera e dato la tua relazione con Justin, noi vorremmo incontrarlo di nuovo a cena, qui da noi. Così non dobbiamo preoccuparci di nemici o di altra gente che potrebbe attaccarti" anche se lei probabilmente lo aveva detto in modo ironico, sapevo che era seria.

Mordendomi il labbro, cominciai a sentire le farfalle nello stomaco alle sue parole. La mia vita non poteva andare meglio di così "suona bene mamma, lo farò sapere a Justin"

" ok, e poi fammi sapere cosa ti dice così posso mettermi subito al lavoro"

" lo farò"

Prendendomi le mani, mi bació la guancia prima di uscire dalla stanza e sparire sulle scale.

Quando fui certa che era scesa, lasciai fuoriuscire un grido di gioia, non credendo che tutto questo stesse succedendo a me.

I miei genitori stavano dando una possibilità a Justin, e questo significava per me più di quanto loro potessero immaginare.

" qualcuno é felice" disse Justin, uscendo dall'armadio.

Mi morsi l'interno della guancia " sta zitto" Risi " sono solo contenta che ti stiano dando una possibilità". Girandomi, corsi verso Justin prima di saltargli addosso abbracciandolo " te l'avevo detto che approvavano"

Ridacchiando, Justin mi baciò piu volte, tenendomi stretta " non ho mai detto che stavi mentendo"

" hai sicuramente dubitato di questo"

"forse solo un pochino"

" te l'avevo detto" Risi, stando in piedi davanti a lui " quindi" iniziai " riesci a venire stasera?"

Guardandomi, fece scorrere le sue dita tra i miei capelli, sperando in una mia risposta " non vedo perché no"

Gridando, lo abbracciai stretto " sarà divertente"

" oh posso immaginarlo piccola. Posso davvero immaginare la felicità sul viso dei tuoi genitori mentre entro in casa tua " disse con una smorfia.

" che negativo!" dissi, scuotendo la testa " pensa positivo!" dissi ridendo e strizzando le sue guance tra le mie dita prima di stampargli un bacio sulle labbra, non volendo che questo momento terminasse " ti amo" canticchiai, più felice che mai.

Ridacchiando, probabilmente divertito da quello che stavo facendo, mi guardò " ti amo anche io" mettendomi un braccio attorno ai fianchi, mi avvicinò "adesso vieni qui". Portandomi più vicino, mi baciò.

" non ti stancherai mai di questo vero?" Mormorai contro di lui.

" che cosa? Baciarti?"

Annuii.

Ridacchiò " no-bacio-non-bacio-mi-bacio-stancherò"

" sei matto" dissi ridendo, mentre poggiavo il mio mento contro il suo letto guardandolo in completa adorazione, non volendo che questo momento terminasse.

" e tu sei sexy" disse alzando un sopracciglio, sorridendomi.

Sospirando soddisfatta, presi un respiro profondo " perché non può essere così tutti i giorni...in pace, tranquilli e pieni di amore?"

" perché questi tre aggettivi non si adattano esattamente allo stile di vita che seguo io piccola"

Sospirai " possiamo fare in modo che funzioni"

" si possiamo" baciandomi ancora una volta, Justin si spostò " devo tornare a casa presto"

" no" dissi, abbracciandolo stretto " no ti prego"

" devo piccola, devo occuparmi di alcune cose" disse in maniera triste, capendo che neanche lui voleva andarsene.

" cose tipo?"

" non ti preoccupare di questo. Concentrati sulla cena di stasera. Scelgo in vestito sexy e sii stupenda, il che non é difficile dato che tu per me lo sei sempre"

" Justin.."

" sono serio Kelsey" disse, prendendomi le mani e stringendole " ce la farò stanotte. Forse arriverò un po' in ritardo, ma verrò"

" lo so che verrai Justin, ma il problema é un'altro. Non voglio lasciarti andare..."

" Kelsey" chiuse gli occhi, respirando profondamente " non rendere tutto questo difficile"

" non sto cercando di renderlo difficile... Sto solo dicendo che ci stavamo divertendo e non voglio che tutto questo finisca"

" pensa così fino a stasera. Dopo questa cena, pensa che potrai vedermi tutte le volte che vuoi senza che io entri di nascosto in camera tua"

Pensai a quello che aveva detto fino a che non capii "va bene" annuii, sorridendo debolmente " hai ragione"

" certo che ho ragione piccola. Quando ho torto?" disse con tono di superiorità.

" mai" dissi enfatizzando la parola prima di far roteare gli occhi e ridere.

" esattamente" ridacchiò, spostandomi " ci vediamo più tardi ok?"

Annuii, guardadnolo mentre mi contemplava come se volesse studiare ogni minimo particolare di me. Prendendomi il viso tra le mani, Justin mi baciò dolcemente sulle labbra prima di allontanarsi, mantenendo gli occhi ancora chiusi. Prendendo un profondo respiro, fece un passo indietro.

" ti amo" 

" ti amo anche io" guardandomi ancora una volta in modo rassicurante, Justin scomparì fuori dalla finestra. 

Camminai vicino ai vetri aperti, lo guardai mentre correva verso la sua macchina. Dopo alcuni minuti sentii il rombo di un motore sulla strada, segno che mi stava salutando.

Era ufficiale. MI ERO TOTALMENTE, COMPLETAMENTE E PERDUTAMENTE INNAMORATA DI LUI.

Justin’s Point of View:

" ho una proposta per te" dissi al telefono, il mio tono di voce era basso e cupo e chiunque fosse stato al di la del microfono avrebbe dovuto aver paura di parlare con me quando era incazzato.

" Cosa le serve signor Bieber?"

Sorrisi, sapendo che tutto quello che chiedevo sarebbe stato esaudito " incontrami da Bay alle dieci, non fare tardi o te ne pentirai" dissi minaccioso " É urgente e devo incontrarti il prima possibile"

" ogni suo desiderio é un ordine. Arriverò in tempo"

" bravo bambino" dissi prima di terminare la chiamata e gettare il cellulare da una parte, svoltando ancora una volta in macchina.

Pochi minuti dopo arrivai alla baia, ed era vuota, esattamente come mi aspettavo che fosse. Parcheggiai la macchina, aprii il cassettoni sul cruscotto, estrassi la mia pistola e me la misi nella tasca posteriore dei pantaloni prima di uscire dall'auto.

Accendendo una sigaretta, mantenni la giacca vicino al mio petto, aspettando che arrivasse Moshe. Facendo un lungo tiro, feci uscire quasi subito il fumo dalla mia bocca, formando in cerchio perfetto che si dissolse subito nel vento.

" cosa c'è di così urgente che dobbiamo affrontarlo in pieni giorno Bieber?" Girai la testa guardando il ragazzo che stavo aspettando.

" vedi di ritirare subito il commento idiota che hai fatto, altrimenti non esiterò a gettarti per terra mentre ti tengo per la gola, mentre tu implori per ottenere ossigeno" sputai, i miei occhi fissi su di lui.

Lo vidi irrigidirsi, non dicendo niente dopo la mia minaccia.

" ora" cominciai " ti ho chiamato perché devi tenere sotto controllo la mia ragazza. Questa notte ho un incontro pericoloso, ma non voglio stare qui a descrivertelo. Tu devi controllarla e tenerla al sicuro. Mi hai ben capito?" 

Si mise una mano sul fianco, i suoi occhi puntati dritti nei miei " vuoi che la tenta sotto controllo?"

" si"

Annuì " nessun problema"

" solo una cosa: lei non deve vederti. C'è un vecchio casale abbandonato vicino a casa sua da cui vedi perfettamente la sua camera, e li é dove starai stando attento che nessuno entri in camera di Kelsey, capito?"

" forte e chiaro"

" bene" prendendo una manciata di banconote dalla mia giacca, gliele diedi. Nonappena vidi che si protrasse in avanti per prenderle, le ritirai " ah, ah, ah" dissi rimettendole in tasca " queste le avrai Nonappena avró la sicurezza che la mia ragazza sta bene"

Rimettendo le mani apposto, Moshe pressò le labbra insieme " ho capito capo"

" ok, devo andare adesso. Vai subito dove ti ho detto di andare e non combinare casini" stavo per andarmene, quando mi girai di nuovo verso di lui " oh, ed é meglio che tu non guardi quando la mia ragazza mentre si cambia. Se vengo a sapere che qualcuno di indesiderato é entrato in camera sua, respirare sarà l'ultimo dei tuoi problemi" lo misi in guardia. Poi, con gli occhi assonnati, mi diressi di nuovo verso la mia macchina.

---

" dove cazzo sei stato tutto questo tempo?" mi urlò contro Bruce Nonappena entrai dalla porta.

" be' ciao anche a te" dissi sarcasticamente mentre mi toglievo la giacca e la gettavo da una parte.

" smettila di fare il coglione Bieber. Stanotte dobbiamo occuparci di un affare più grosso di noi e non possiamo non averti concentrato" mi rimproverò come se fosse stato mio padre, mentre mi fronteggiava.

Lo guardai arrabbiato " pensi che non lo sappia? dovevo occuparmi di alcune cose prima. L'ultima volta che ho controllato, era la mia ragazza quella che stavo proteggendo, non la tua. É lei la mia priorità"

" l'ultima volta" Bruce mi prese per il colletto della maglia, sbattendomi contro il muro mentre aveva cominciato a parlare " che io ho controllato, non mi pare di aver deciso da solo di aiutarti"

I miei occhi fermi sui suoi, mentre la rabbia e la estrazione crescevano dentro di me. Presi le mani di Bruce e le gettai lungo i suoi fianchi, poi lo presi per il collo e gli tirai un pugno, in modo che cadesse sul pavimento " toccami un'altra volta e giuro su dio Bruce, che ti uccido" ringhiai, mentre il mio petto si muoveva velocemente in su e in giù.

" Whoa, smettetela!" si intromise John, mettendoci le mani sul petto in modo da fermarci dall'attaccarci ancora una volta " non possiamo permetterci una vostra litigata prima di non aver sistemato per bene Luke. Volete uccidervi a vicenda? fatelo dopo stanotte. Non me ne frega un cazzo dei vostri problemi, dobbiamo concentrarci"

" ti sei trasformato in Ghandi? Vuoi pace e bene dappertutto?" dissi, togliendomi le sue mani di dosso e passandomi più volte le mani tra i capelli.

" finiscila con il sarcasmo Justin" la sua voce era irritata " sto passando la stessa merda che stai passando tu, quindi calmati e rilassati cazzo. Mancano poche ore al nostro attacco e tu riesci a litigare con tutti anche in queste situazioni"

Risi, scuotendo la testa " la fai tanto facile John" leccandomi le labbra, continuai " prova a metterti nei miei fottuti panni per un giorno-" mi fermai, riprendendomi "-no, basta un'ora nei miei panni, e poi ne riparliamo"

" so che ne stai passando tante. Cazzo amico, stando con te tutti ne abbiamo passate tante! Ma non devi continuare a perdere il controllo quando sei sotto pressione"

" c'è differenza tra me e te John" dissi a denti stretti, la mia mascella serrata "tu stanotte non hai un attacco che determinerà la tua vita, tu non hai una ragazza a casa che ti pensa sempre e che non ha idea di quello che sta succedendo, tu non hai un nemico che tiene gli occhi sulla tua ragazza e di sicuro non hai tutto il peso che ho io sulle spalle quindi scusami un secondo se sono un attimo nervoso"

" cazzo, amico...cosa vuol dire che sta tenendo d'occhio la tua ragazza?" John mi guardava con esattamente lo stesso sguardo in cui aveva trovato Jazzy morta quella notte - nervosismo, compassione....tristezza. Si stava rendendo conto del mio dolore.

Sospirai, distogliendo lo sguardo " hai presente quando ti ho detto che saveva quello che stava indossando?" quando lo visi annuire, continuai " ecco, bene, quando sono andato da lei stava indossando esattamente quello che Luke aveva detto che stava indossando. Aveva ragione"

" merda..." sputó John, non credendo a quello che stavo dicendo. Sapevo che dentro di lui stava crescendo il senso di colpa.

" non é tutto" mi leccai le labbra, mentre mi mordevo il labbro inferiore, i miei occhi fissi nel vuoto "é entrato nella sua camera nel mezzo della notte"

" non eri li con lei?"

Scossi la testa " me ne ero già andato"

" cazzo"

"Kelsey mi ha detto che ha sentito qualcuno toccarle i capelli, ma quando ha aperto gli occhi per vedere chi fosse, in camera non ha visto nessuno" la mia voce tremava.

" Gesù Cristo..." disse John mentre si teneva la base del collo con una mano " cosa farai?"

" ho chiamato Moshe perché la tenta sotto controllo e protetta. Ora lui la sta sorvegliando" mi girai verso Bruce, che ci guardava entrambi con gli occhi sgranati, la sua mascella rossa a causa del mio pugno " Ecco perché sono tornato un po in ritardo" dissi guardandolo con uno sguardo che non faceva trasparire alcuna emozione.

" mi dispiace ok?" Bruce venne verso di noi " so che ne stai passando tante ma voglio solo che stanotte vada tutto per il meglio. So che cosa ti ha fatto il bastardo e voglio che paghi tanto quanto lo vuoi tu, credimi"

" so che stai solo cercando di fare il tuo lavoro, ma non ho tempo per le tue cazzate. Volevo assicurarmi che Kelsey stesse bene e che fosse al sicuro dai giochetti di Luke, per questo non sono tornato presto"

Battendomi una mano sulla spalla, Bruce annuì " ti capisco, ti capiamo tutti"

" grazie. Lo apprezzo e sono sicuro che anche Kelsey apprezza quello che fate"

Sorridendo, Bruce mi diede un altro colpetto " sai che siamo sempre pronti a salvarti il culo"

Ridacchiai " mi sento come una ragazza in questo momento"

John rise, facendo roteare gli occhi " é ovvio. Dio non ha pensato che forse anche i ragazzi hanno bisogno di esternare i loro sentimenti a volte"

Lo guardai divertito " mi dispiace John. Ti andrebbe se ci sedessimo sul divano, spettegolassimo su tutto come fanno le ragazze mentre ci diamo lo smalto a vicenda?" sbattei le ciglia, cercando di mimare una voce femminile.

" ho capito" disse John ridendo, alzando le ma in segno di resa.

La suoneria del mio telefono ruppe il silenzio che si era formato tra di noi. Tirandolo fuori dalla tasca, fui sollevato nel vedere il nome di Kelsey illuminare lo schermo. Sbloccando il telefono con il pollice, me lo portai subito all'orecchio " pronto?"

" ok allora io ho detto a mia mamma che tu vieni stasera per cena e lei ha cominciato a mettersi al lavoro ai fornelli. Spero che ti piacciano il pesce, la pasta, il pollo, la carne, il riso e il maiale, perché sta cucinando tutto" la sentii ridere attraverso il telefono e non potei evitare di non sorridere, anche se sentivo il senso di colpa crescere dentro di me.

" é fantastico piccola" mi schiarii la gola " sono sicuro che qualunque cosa tua mamma prepari, mi piacerà. Mangeró tutto se questo la rende felice"

Bruce mi rivolse uno sguardo confuso, volendo sapere cosa stava succedendo.

" le ho detto di non preparare troppe cose dato che tu non mangi molto ma non mi ha dato ascolto, vuole che sia tutto perfetto" rise di gusto, e non potei fare a meno di immaginare il suo bellissimo viso.

" non ti preoccupare piccola. Lascia che cucini tutto quello che vuole, va bene, se avanzeró qualcosa, lo porteró a casa per i ragazzi" mi schiarii di nuovo la gola, cercando di evitare gli occhi di Bruce e John su di me.

" oh ok" smise di palmare per un secondo, probabilmente pensando a qualcosa " non so cosa mettermi"

" piccola, sei a casa tua, vestiti come vuoi. Sei bellissima con tutto, sopratutto per me, quindi non importa" mi poggiai contro il muro.

" grazie" rispose timidamente, e sicuramente arrossì.

Feci una smorfia, sapendo l'effetto che avevo su di lei anche se non potevo vederla.

" tu come ti vesti?"

Molleggiai sulle ginocchia, mordendomi l'interno della guancia "non lo so, probabilmente un paio di jeans e una camicia. Devo mantenere la mia immagine di bravo ragazzo se voglio che i tuoi genitori ci accettino davvero"

" lo faranno sicuramente, non preoccuparti" Ci fu un'altra pausa nella quale Kelsey lasciò il telefono per rispondere a qualcuno che l'aveva chiamata. Aspettai pazientemente fino a che non tornó al telefono " devo andare ora. Ci vediamo dopo ok?"

" certo, a dopo piccola"

" ti amo"

" ti amo anche io"


Termini la chiamata e fissai lo schermo del mio cellulare, volendo disperatamente essere vicino a Kelsey.

" e questo che cazzo era?" mi chiese Bruce, ovviamente arrabbiato da quello che avevo detto.

Sospirai, gettando il telefono da una parte " devo essere sicuro che sia felice per una volta ok? non potevo raccontarle di stanotte e questa é stata l'unica maniera per tenerla fuori da tutto questo"

" mentire alla tua ragazza non é la cosa giusta da sre Justin. Come fai a sapere a che ora torneremo stanotte?"

" meglio che sia arrabbiata con me piuttosto che preoccupata per quanto riguarda la mia vita stanotte!" ringhiai, zittendo subito Bruce " Conosco Kelsey e so che se sapesse tutto non se ne starebbe a casa tranquilla senza preoccuparsi per me e non voglio assolutamente che lei venga intromessa nella sparatoria" avvicinandomi a lui, mi passai le dita tra i capelli " comunque, se va tutto bene stanotte, forse riuscirò ad andare alla cena"

" sarà tardi quando avremo finito"

" meglio tardi che mai no? L'ho comunque già avvisata che sarei stato in ritardo comunque. Lei non sospetta niente. Devo solo preoccuparmi di uccidere Luke e stare attento che Kelsey non si faccia male. Ha bisogno di qualcosa di positivo ok? non posso negarglielo. Ne ha passate tante e lo sai"

Bruce prese un respiro profondo, calmandosi subito dopo " va bene, non abbiamo tempo di litigare ora su questo. É quasi il tramonto e dobbiamo iniziare a preparare le cose" leccandosi le labbra, Bruce ci guardò " é meglio che spegnate i cellulare perché non dobbiamo essere interrotti ancora. Stanotte deve essere tutto perfetto"

Annuendo con la testa, feci come mi era stato detto. Dopo aver preso tutto quello che mi serviva, mi rivolsi a Bruce " andiamo" dissi, facendo segno ai ragazzi di seguirmi.

---

Dopo alcune ore, eravamo vestiti ed equipaggiati, pronti per attaccare. Mi guardai allo specchio, mettendomi apposto la maglia e infilandomi i guanti, aggiustando ogni dito perché non scivolassero. Feci un respiro molto profondo.

" sei pronto?" John mi mise una mano sulla spalla, cercando di confortarmi.

Annuii " é ora che il bastardo paghi per tutto quello che ci ha fatto" guardandomi ancora una volta allo specchio, presi da terra il mio borsone " dove sono gli altri?"

" sono già in macchina, mi hanno mandato a prenderti"

Diedi un'ultimo sguardo alla stanza, prima di chiudermi la porta alle spalle e scendere le scale, John dietro di me. Nonappena finii di scendere le scale, mi diressi verso la porta, e controllai il mio telefono ancora una volta, indeciso se chiamare Kelsey o no, soltanto per sentire la sua voce.

" prima risolviamo questa faccenda, prima tornerai dalla tua ragazza per stringerla tra le braccia" mi rassicuró John.

Mettendo via il telefono, sospirai profondamente " si" Annuii " hai ragione. Forza, andiamo"

NARRATORE:

Justin camminò fuori dalla casa con John, tutti e due tenevano in mano alcuni borsoni, prima di riporli all'interno del bagagliaio del suv nero. Una volta chiuso il portellone, si diressero verso le portiere prima di sedersi all'interno della macchina.


" eccoci" disse Bruce accendendo il motore dell'auto " stiamo per tirare giù dal piedistallo il bastardo" immettendo la retromarcia, Bruce fece rombare il motore per le strade, fuori tutto scorreva veloce per quanto in fretta stesse andando.

Ogni secondo che passava, Justin diventava sempre più nervoso, sapendo che una volta per tutte l'avrebbe fatta pagare a Luke.

Alcuni minuti dopo, Bruce diminuì la velocità fino a che noarrivammo no al posto prefissato. Parcheggiando l'auto, rivolse uno sguardo ai ragazzi "siete pronti?"

Justin si pressò le labbra insieme, la sua mascella serrata " più pronto che mai" Tirando fuori la pistola dai suoi pantaloni, Justin controllò che questa avesse tutte le pallottole, prima di rimetterla da dove l'aveva presa. Leccandosi le labbra, Justin uscì dalla macchina, seguito da Marco e Marcus, l'aria fredda della sera li sferzava il viso.

Una volta che anche Bruce e John uscirono dalla macchina, i ragazzi tirarono fuori le loro armi, decisi a seguire il loro perfetto schema. 

Quando tutti i ragazzi si furono in qualche modo preparati, Justin fece una smorfia, sapendo che il divertimento stava per cominciare " é ora dello show, ragazzi"

Camminando in gruppo, stando vicino gli uni agli altri, i ragazzi tenevano alte le loro teste, mentre Justin preparava tutto il necessario, sapendo che Luke era li intorno e ne non ci avrebbe messo molto a uscire.

Come si aspettavano, alcune figure emersero dall'oscurità, e Luke era il primo di tutti. Il primo che stava affrontando gli occhi minacciosi di Justin.

Il colore degli occhi di Justin si trasformarono completamente, dal color caramello a cui ormai tutti erano abituati, questi diventarono scuri, neri come la notte. La furia scorreva nelle sue vene, il suo cuore accelerava.

" ce l'hai fatta" Disse Luke con una smorfia " non hai pensato che avresti dovuto tenere sotto controllo la tua ragazza Bieber. Le sei stato vicino per molto tempo, sono sorpreso che ti abbia lasciato venire qui"

" penso che sia meglio per te se lasci il nome della mia ragazza fuori da tutto questo Delgado. Ti sei già scavato la fossa da solo, non ti conviene farla ancora più fonda" disse Justin a denti stretti, calmandosi e trattenendosi dall'attaccare Luke in quello stesso istante.

" se non l'hai notato Bieber, io non ho paura di te" un sorriso amaro gli comparve sulle labbra " tu sei una merda per me e niente di quello che fai o dici può fermarmi. Io nomino il nome di Kelsey quanto cazzo voglio e lo sai perchè?" si fermò, sorridendo " perché sarò io quello che la sentirà gemere il mio nome una volta che ti avró ucciso"

Justin tenne fermamente le sue braccia lungo i fianchi, sapendo a che razza di sporco gioco Luke stesse giocando. Si era già preparato mentalmente a questo, ed era sicuro che non avrebbe perso il controllo.

" ha anche un bel corpo sai. Un bel paio di tette e davvero un bel culo. É stato davvero un peccato che tu non ci fossi stato quando ho accarezzato il suo meraviglioso corpo con le mie mani" Luke si morse il labbro, scuotendo la testa " ora ho capito come mai sei così preso da lei, lo merita davvero e immagino che a letto sia davvero una bomba"

Justin impallidì, il sangue gli si ghiacciò nelle vene.

" cosa? Sei senza parole Bieber? Pensavo che tu lo sapessi che ero li" fece una smorfia " voglio dire, é per quello che hai andato qualcuno a tenerla d'occhio vero?"

Justin si irrigidì, non sapendo cosa fare o dire. Scosse la testa " che cazzo hai fatto?" chiese a denti stretti.

Luke ridacchiò " ho ucciso il bastardo mentre non stava guardando. Una vergogna che lui non sapesse che ero li dietro" una smorfia si fece spazio sulla sua fottuta faccia " e mi sono goduto lo spettacolo"

" che spettacolo?" Ringhiò Justin, mentre la sua pazienza stava per finire.

" Kelsey é entrata in camera per cambiarsi proprio mentre io stavo uccidendo il tuo piccolo cane da guardia e allora mi sono chiesto: che razza di persona sarei se non rimango a guardare? Quindi sono rimasto li per tutto il tempo mentre la tua ragazza si cambiava e spogliava davanti ai miei occhi. Un peccato che non sapesse che ero li vero?"

" brutto figlio di puttana!" Urlò Justin e con questo, la lotta tra i due gruppi nemici cominciò.

John prese per il collo uno degli uomini di Luke e dopo avergli tirato un pugno, estrasse la sua pistola prima di puntargliela alla tempie, mentre questo giaceva a terra. John gli tirò vari calci nello stomaco, prima che questo non smise di respirare.

Bruce prese contemporaneamente per il collo altri due ragazzi e senza esitare, li gettò a terra, riempiendoli di calci e pugni fino a che, anche questi, non cessarono di muoversi.

Marco e Marcus lavorarono insieme, affrontando quelli che avevano deciso di mettersi contro di loro, tirando pugni su pugni e rovinando le loro maledette facce.

Dopo vari pugni dati a vuoto, Luke riuscì a gettare a terra il corpo di justin, e sovrastandolo gli diede un pugno sul naso, rompendoglielo. Rivoli di sangue scorrevano sulle guance di Justin.

Sputando sangue, Justin riuscì a ribaltare la situazione, tirando un calcio in pieno stomaco a Luke facendolo distendere a terra dolorante " questo é quello che ricevi dopo aver messo le mani sulla mia ragazza!" urlò Justin, non prestando attenzione alla quantità di sangue che Luke stava perdendo e continuando a picchiarlo.

Riuscendo a bloccare alcuni pugni, Luke fece cadere Justin, e alzandosi in piedi, gli diede un calcio sulla schiena, facendo inarcare Justin per terra, la sua faccia scoperta da do la possibilità a Luke di riempirlo di pugni.

Riuscendo a tirare il suo gomito sulla faccia di Luke, Justin lo sovrastò ancora una volta gettandolo a terra. Si fermò un secondo contemplando la faccia piena di sangue del suo nemico, ma a quel punto non gliene importava più niente. Tutto quello a cui Justin pensava era la faccia dolorante di Kelsey ogni volta che Luke le aveva fatto del male.

Quando Luke era ormai fruoi dai giochi, Justin si alzò in piedi, mettendo un piede sul letto del suo nemico mentre si puliva dal sangue che gli colava dal naso. Guardando Luke completamente distrutto, Justin estrasse dalle tasche posteriore dei jeans la sua pistola, puntandola verso il petto di Luke, dando al suo nemico una vista esatta di tutto quello che stava per succedere.

Luke guardava la pistola di Justin puntata verso di lui, sussultando -a causa della situazione- ogni volta che Justin respirava.

" tutto questo si sarebbe benissimo potuti evitare Delgado se tu mi avessi dato ascolto quando ti ho detto che non dovevi alzare neanche un dito sulla mia ragazza" tossendo, scosse la testa, uno sguardo vittorioso gli attraversò gli occhi.

" Justin, non farlo!" varie voci dietro di lui urlarono ma lui era troppo concentrato su quello che stava per fare, ovvero farla pagare all'unica persona che aveva veramente odiato. Le voci dietro di lui continuavano a urlare, cercando di evitare uno sbaglio di cui Justin avrebbe potuto pentirsi.

" credo che continuerò a mantenere il mio trono Delgado" Leccandosi le labbra, una smorfia comparve sul viso di Justin, mentre clicca va sul grilletto della pistola " Salutami Parker all'inferno"

" ci si vede la" rispose Luke, il sangue che gli usciva dalla bocca ogni volta che la apriva, i suoi occhi trionfanti nonostante la situazione.

Senza pensarci due volte, Justin premette il grilletto, sparando diritto nel petto a Luke per un totale di quattro volte.

" ricordati" Disse Justin, mentre rimetteva apposto la sua pistola " NON MI CHIAMANO DANGER PER NIENTE" disse, guardando gli occhi di Luke chiudersi.

Prima che avesse la possibilità di fare altro, delle luci illuminarono la figura di justin nel buio.

" alza le mani in do che possa vederle!" Una voce troppo famigliare fece sussultare Justin, e gli fece girare la testa in completo shock " ora Bieber!" urlò di nuovo. Quella voce continuava a ronzare nelle orecchie di Justin fino a che non si rese conto che alcuno poliziotti con le loro macchine lo avevano accerchiato. 

Justin respirò a fatica, guardandosi intorno per vedere che anche i ragazzi erano stati arrestati.

Justin alzò le mani in segno di resa, dandosi per vinto. Era stato preso.

" giù le armi!" urlò lo stesso ufficiale che era entrato in casa sua per fargli l'interrogatorio e che era entrato nel locale quella notte in cui Kelsey aveva rischiato di morire.non potendo fare niente, Justin gettó a terra la sua pistola.

" metti le mani dietro la testa" disse guardando Justin mentre metteva lentamente le sue mani dietro la nuca. Si girò lentamente verso i poliziotti per far vedere che aveva obbedito, e questi non esitarono ad avvicinarsi, prendergli le braccia e legarle dietro la schiena con un paio di manette, mentre lo avevano fatto distendere a terra, la sua guancia contro l'erba bagnata.

DEVI RIMANERE IN SILENZIO, TUTTO QUELLO CHE DIRAI POTRÀ ESSERE USATO CONTRO DI TE.


Kelsey’s Point of View:

"tesoro, puoi aiutarmi a preparare la tavola?" Chiese mia madre con voce dolce, mentre mi guardava.

Annuii, sorridendo " certo mamma" . Presi cinque piatti, forchette cucchiai e coltelli, per poi avviarmi verso la sala da pranzo, dove misi un piatto davanti ad ogni sedia, le posate ai loro posti in modo che fosse tutto in ordine. Ripetei l'azione per tutte le sedie prima di tornare in cucina da mia madre.

" sei nervosa?" mi chiese vedendomi entrare in cucina.

" no...be'..forse" dissi, mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio " voglio che sia tutto perfetto sai"

" lo so tesoro. Non devi preoccuparti di niente ok? Tuo padre e il siamo nervosi esattamente come te, vogliamo voltare pagina"

" sono contenta" dissi, sorridendole.

Prendendomi in giro, fece roteare i suoi occhi prima di riportare la sua attenzione su di me " forza, portiamo il cibo in tavola" porgendomi due piatti, uno pieno di pollo e l'altro di carne, ci dirigemmo insieme di nuovo nella sala da pranzo, e una volta li, mettemmo i piatti in tavola per poi dirigerci di nuovo in cucina e prendere la pasta, il pesce, l'insalata e il pane.

Una volta che sistemammo tutto sul tavolo, guardammo la nostra opera " abbiamo apparecchiato in maniera favolosa" dissi, battendo le mani insieme.

" é vero" Mettendomi un braccio attorno alle spalle, mi fece avvicinare a lei " Sei davvero bellissima stasera tesoro. Justin rimarrà senza parole vedendoti" disse mia madre sorridendo, esattamente come farebbe ogni madre del mondo quando la proprio figlia esce per il primo appuntamento.

Arrossii " grazie mamma"

" niente tesoro" disse, prima di poggiare le sue labbra sulla ma tempia e darmi un bacio " tesoro puoi spegnere la televisione? Tuo padre é andato di sopra a lavarsi e penso che si sia dimenticato di spegnerla"

" certo" allontanandosi da mia madre, mi diressi verso la televisione in salotto. Cercando il telecomando, lo trovai sul bracciolo del divano. Prendendolo, mi girai verso la televisione e stavo quasi per spegnerla quando sullo schermo apparve uno speciale del telegiornale.

Aggrottando le sopracciglia, vidi il solito giornalista apparire, teneva tra le mani i soliti fogli, uno sguardo costernato sul viso " interrompiamo i vostri programmi per informarvi su tutto quello che riguarda le ultime notizie a proposito del gangster della nostra città Justin Bieber, conosciuto come danger " un'immagine di Justin apparve in sovrimpressione " É stato preso in custodia stanotte dopo aver ucciso il signor Lucas Delgado" un'immagine di Luke apparve sullo schermo vicino a quella di Justin " per le prossime informazione vi terremo informati anche grazie al nostro fidato giornalista Goffrey Freeman..."

Il colore sparì dal mio viso, il telecomando che tenevo in mano mi cadde atterra con un tonfo sonoro. Il mio stomaco si contorse dolorosamente, il petto si mosse più velocemente, la gola diventò secca e i palmi delle mie mani sudati.

Scuotendo la testa, mi misi le mani sulla bocca continuando a fissare lo schermo del televisore. Mia madre mi chiamò piu volte, ma non la ascoltai, ero troppo scioccata. Le lacrime mi offuscarono la vista ed era come se attorno a me tutto fosse crollato.

In cerca di aria, mi misi una mano sul petto mentre le lacrime mi rigavano il volto . Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito in televisione, quindi strizzai gli occhi, in modo da isolarmi dal mondo.

Senza che me ne accorgessi, i miei occhi rotearono, il mio corpo cadde di peso mentre con la testa toccavo il pavimento, mentre l'oscurità mi avvolgeva. Le voci che chiamavano il mio nome furono le ultime cose che udii prima di svenire.

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