Kelsey’s Point of View:
Gesù, Giuseppe e Maria … cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo?
“Che ci fai qui?” Chiesi a Carly in tono agitato. Lo sguardo pieno di ira dei miei genitori mi fece rabbrividire.
“Avevo pensato di venirti a fare un saluto ma a quanto pare stavi venendo a casa mia per fare i compiti d’Italiano?” Mi fisso sorpresa.
“Già …” Mi dondolai sui talloni a disagio. “Sono arrivata a casa ma tu non c’eri …”
“Sono passate due ore Kelsey.” Mio padre sbottò, le sue labbra serrate. “Ti dispiacerebbe dirci dove sei stata per due?”
Mi sentii la bocca seccarsi, i miei piedi incollati al pavimento e nel mio stomaco si formò un nodo. “Io--”
“E non mentirci.” Disse mia madre con tono violento e freddo.
Lanciai uno sguardo a Carly, la quale era immobile. Aggrottai la fronte confusa.
Qualcosa doveva essere successo.
“Che sta succedendo?” Chiesi ad alta voce.
Carly si inumidii le labbra evitando il mio sguardo mentre i miei genitori continuarono a fissarmi delusi.
“Dicci la verità Kelsey.” Disse papà. “E non provare a cambiare argomento.”
“Non sto cercando di cambiare niente. Sono seriamente confusa …” Mormorai guardandomi intorno. Fu in quel momento che vidi Dennis sulle scale.
Cercai di decifrare l’emozioni sul suo volto e cosa stava cercando di farmi capire. Per facilitare le cose, Dennis mosse le labbra senza far uscire una parola. Lessi il labiale: ‘Justin’ ‘Carly’, quasi immediatamente capii cosa intendesse dire.
Serrando la mascella, annuii a Dennis per poi lanciare verso Carly il più sentito sguardo di disgusto.
“Kelsey … Stiamo aspettando… ” Mio padre tamburellò il piedi contro il pavimento impazientemente.
“Perché dovrei dirtelo?” Lo guardai. “Sono sicura che Carly abbia già detto tutto quello che avevate bisogno di sentirvi dire.”
La sua testa scattò non appena le parole uscirono dalla mia bocca. Il messaggio di Dennis era stata decifrato bene.
“Kelsey --”
“Come hai potuto?” Sbottai. “Eri la mia migliore amica!”
“Io sono la tua migliore amica!” Alzò il tono di voce.
“No!” Corressi. “Non lo sei perché se tu lo fossi stata, non mi avresti fatto questo.” Scossi la testa. “Ti odio.”
“Kelsey!” Mia mamma strillò delusa dalle parole che avevo usato contro Carly. Ma, onestamente, non mi interessa più.
“Esci da casa mia.” Indicai la porta. “E cancella il mio numero di telefono dal tuo cellulare. Ho chiuso con te.”
“Stai per mettere fine alla nostra amicizia per colpa di un ragazzo?” Disse incredula e shoccata dalla mia reazione.
Risi sarcasticamente. “Non centra niente Justin. E’ perché hai fatto la spia alle mie spalle.”
“Kelsey McAdamns!” Mia madre urlò. “Non ti azzardare di sgridare Carly quando ti stava solo proteggendo!”
“Proteggermi?” Urlai. “Pensi che stesse cercando di proteggermi? Proteggermi da cosa?”
“Da un criminale!” Mio papà sbottò, la sua voce piena di delusione. “Come hai potuto farci questo, farti questo?”
“Justin non è un criminale! Non lo conosci e neanche tu!” Indicai Carly.
“So abbastanza per sapere che è pericoloso!” Carly alzò il tono di voce in modo frustrante.
“E come lo sapresti?” La guardai dritto negli occhi.
“Perché le persone dicono--”
“Persone.” Risi scuotendo la tosta. “Loro, non sanno neanche chi sia! Nessuno lo sa. Solo perché non gira in città facendo conversazione con chiunque o perché non è amico di tutti i giocatori di football, non significa che lui sia tutta questa cattiveria.”
“Loro hanno visto. Kelsey, loro sanno cosa fa. Noi tutti lo sappiamo!” Sollevò le braccia.
“Stai con lui tutti i giorni? Sei cresciuta con lui? Come fai a sapere che tutte quelle cose che dicono le persone non siano bugie? Lo sai quanto si disperino le persone se non hanno un pettegolezzo!”
“Kelsey!” Disse mia madre.
“Che vuoi?” Urlai.
“Linguaggio!”
“Non me ne frega un cazzo!”
“Non usare quelle parole quando parli con tua madre!” Urlò mio padre.
Alzai gli occhi al cielo. “Io lo conosco e quello che la gente dice sul suo conto è solo una bugia!”
“Quindi è vero …” Sussurrò mia madre incredula. “Hai seriamente visto questo ragazzo alle nostre spalle?”
Mi voltai verso di lei. “Mamma…”
“La ragione dei tuoi ritardi a casa era perché dovevi stare con un criminale…” Mio padre scosse la testa.
“No, non è così … E’ che io,” Sospirai. “Vi prego, ascoltatemi.”
“Ci hai mentito, Kelsey.” Mio papà sbottò di rabbia. “Ti abbiamo chiesto infinite volte dove eri stata e ti abbiamo dato opportunità, opportunità e ancora opportunità per dirci la verità ma tu, invece, hai deciso di mentirci in faccia. Come facciamo a credere che tu non ci stia mentendo un’altra volta?”
“Se ve l’avessi detto, vi saresti arrabbiati con me e mi avreste proibito di vederlo--”
“Dannatamente vero! Te l’avremmo proibito!” Urlò papà. “Hai sedici anni, Kelsey. Esci di casa di nascosto, ci menti … da quanto hai iniziato a frequentare questo ragazzo, non sei più la stessa di una volta.”
“E come ero? … Confinata? Annoiata dal fatto di non poter vivere la vita a modo mio?” Sorrisi sarcasticamente incrociando le braccia contro il petto.
“No. Portavi rispetto e non andavi a giro ingannandoci. Eri semplice e riconoscevi cosa era sbagliato da cosa era giusto. Hai incontrato questo ragazzo da poco e già ha avuto un forte impatto su di te -- non positivamente.”
“E’ stata una mia decisione di mentirvi. Non sua. Lui non è me, papà. Non mi comanda. Faccio quello che io voglio fare.”
“Quindi è stata una tua scelta di andare in giro facendo la figura della puttana?” Disse a denti stretti facendo spalancare la bocca a tutti, inclusa me.
“Paul …” Sussurrò mamma posando una mano sulla sua spalla.
Papà, in ogni caso, scrollò le spalle continuando a fissarmi con uno sguardo pieno di delusione. “Sono veramente deluso di te Kelsey. Dopo tutto quello che io e tua madre abbiamo fatto per te … ci ripaghi così. Non riesco neanche a guardarti in questo momento.” Scosse la testa distogliendo lo sguardo. “Vai in camera tua e non uscire finché non ti viene detto.”
Sentii il cuore spezzarsi. Potevo sentirlo rompersi in mille pezzi mentre le lacrime arrivavano sulla superficie dei miei occhi.
Guardandomi intorno, deglutii. “Mamma?”
“Vai, Kelsey.” Sussurrò.
Sentii il mio cuore spezzarsi ancora di più mentre cercai il coraggio di annuire. Iniziai a salire le scale ma mi fermai quando passai davanti a Carly. “Grazie, migliore amica.” Mormorai in disgusto prima di sorpassarla e scomparire al piano di sopra.
Justin’s Point of View:
Sbattei un piede contro il pavimento mentre feci scorrere una mano attraverso i miei capelli. La rabbia bolliva ancora nelle mie vene e il desiderio di strappare il cuore dal petto di Jason era ancora presente.
Jason aveva superato i limiti stasera minacciando Kelsey e riportando a galla il passato. Avrebbe pagato per cosa aveva fatto qualche anno fa.
Era un favore che dovevo a Jazzy, la mia famiglia e a me stesso. Dovevo farlo.
Mi voltai nel momento in cui sentii la porta aprirsi: John. “Cosa vuoi?”
“Non farlo.”
Risi senza umorismo. “Lasciami indovinare … Bruce te ne ha parlato?”
“No, ti ho sentito e ti dico di non farlo. Concentrati su Luke, concentrati sul problema del presente non del passato.”
“Il passato trova sempre un modo per ritornare e pugnalarmi alle spalle.” Guardai John. “Lo sai. Riesco a controllare tutto ma questo … E’ personale.” Scossi la mia testa. “Questo ha a che fare con mia sorella. Sai quanto lei significasse per me e quel bastardo ha messo fine alla sua vita senza pensarci un secondo.”
John mi guardò tristemente, non sapendo cosa dire.
“Non eri lì quando ho cercato di ritornare dentro il magazzino per salvare ma il pompiere mi ha spinto via dicendo che non c’erano più superstiti. Non eri lì quando mi hanno detto che Jazzy era morta nell’esplosione …” Scossi la testa mentre i ricordi ritornarono in mente tutti insieme.
Uscii fuori dall’edificio in fiamme tossendo, il mio braccio che copriva la mia bocca, cenere che ricopriva il mio corpo dalla testa ai piedi.
“Woah, woah, woah. Fermati ragazzi!” Un uomo in uniforme mi prese dal braccio facendomi sedere su una barella. “Stai bene?”
“Sto bene. Mi fa male il corpo per tutto quello che mi è cascato addosso.” Mormorai tossendo un’altra volta.
“Va bene. Ti va male il petto. Mal di testa?”
Schiarii la mia gola. “Sì.”
“Non devi preoccuparti. Hai detto che ti sono cascate delle cose addosso?”
“Sì.”
“Questo è il motivo del dolore. Il forte impatto è la causa del dolore sul tuo petto e il suono dell’esplosione è la causa del mal di testa.”
“Passerà?” La mia voce era roca.
“Quasi sicuramente entro domani.”
“Grazie dottore.”
Ridacchiò. “Non preoccuparti. Sono qui per questo.”
“Mr. Bieber,” Alzai lo sguardo per vedere un ufficiale avvicinarsi a me con uno sguardo severo. Alzai gli occhi al cielo mentalmente. Provavano sempre di apparire forti ma non aveva nessun impatto su di me.
“Che?”
“Dobbiamo farle qualche domanda.”
“E’ appena uscito da un edificio il quale è esploso a causa di un’esplosione,” Disse il dottore che si era preso cura di me. “Non è in grado di rispondere a nessuna domanda in questo momento. Per quanto mi riguarda, dovrete aspettare domani; altrimenti contatterò la centrale e farò scattare una denuncia per essere andati contro una prescrizione medica.
Realizzando cosa il dottore avesse detto, si voltarono verso di me. “Ci vediamo domani, Bieber.”
Feci un mezzo sorriso. “A domani.” Quando se ne andarono, mi voltai verso il dottore. “Grazie.”
Agitò la mano in aria in segno di nessun problema. “Fa niente. Non ho mentito quando ho detto che non potevano farmi domanda. Dopo quello che è successo, non sei autorizzato ad avere conversazioni o argomenti.”
Annuii guardandolo mentre ripiegava le sue cose parlando con il suo collega prima di allontanarsi.
“Che cazzo è successo qui?” Sbottò Bruce, tossendo mentre si avvicinava verso di me.
“Non lo so, amico. Mi hanno detto di andare lì per avere un incontro quando mi sono accorto che Jazzy mi stava seguendo …” Mi ghiacciai, i miei occhi si spalancarono. “Fermo, dov’è Jazzy?”
“Hai detto che era lì dentro con te?” Bruce aggrottò la fronte.
Il panico immediatamente prese la meglio su di me. Mi alzai in piedi facendo aumentare il pompaggio del sangue in testa. Grugnii premendo una mano contro la fronte.
“Hey, stai bene?” Chiese Bruce tenendomi per le spalle.
“Sì, sto bene. Devo solo trovare Jazzy.” Togliendomi le sue mani di dossi, iniziai a camminare nel marasma. “Jazzy?” La chiamai a gran voce. “Jaz? Dove sei?”
Aspettai per una risposta ma tutto quello che ricevetti fu silenzio. Iniziai a guardare a destra e sinistra, sperando di vedere Jazzy seduta da qualche parte con un dottore al suo fianco. “Jazzy!” Urlai, disperato nel trovare mia sorella.
Mi arresi e decisi di andare a cercare all’interno del magazzino, magari era rimasta bloccata. Spingendo tutte le persone, continuai a urlare il nome di Jazzy pregando che potesse sentirmi e vedermi.
“Signore!” Urlò quando, lo ignorai.
“Signore!” Una mano afferrò il mio avambraccio facendomi fermare. “Non può entrare.”
“Devo trovare mia sorella!” Sbottai cercando di togliere la presa sul mio braccio ma non funzionò. Era più forte di me.
“Mi dispiace ma non è una buona idea …” Mormorò sincero. I suoi occhi diventarono tristi e immediatamente, capii che era successo qualcosa.
“Devo trovare mia sorella … So che è da qualche parte lì dentro. Se mi da solo qualche minuto. Uscirò il prima possibile. La prego …”
“Mi dispiace doverglielo dire ma la nostra squadra ha già ispezionato l’intera casa … non ci sono superstiti. Mi dispiace per la sua perdita.”
Nel momento in cui elaborai le sue parole, il mio stomaco si chiuse. Tutto intorno a me si fermò.
“No.” Mormorai, scuotendo la testa. “No, lei è lì dentro. Era con me. Ero … lì. L’ho vista prima che … no.” Scossi la testa.
“Mi dispiace.”
“NO!” Urlai togliendo la sua mano dal mio braccio. “Lei è lì dentro. Io sono uscito, cazzo. Era un passo dietro di me!”
“L’impatto è stato troppo forte per lei. Le scintille e la cenere che sono cadute su di lei, l’hanno bruciata.”
Con l’angolo dell’occhio vidi Bruce spalancare la bocca con uno sguardo di terrore.
Agitai la testa in protesta. Feci un passo indietro. “No … no …” Scossi la testa un’altra volta, le lacrime fecero diventare la mia vista sfuocata.
Bruce fece un passo verso di me ma si fermò quando vide in che stato ero.
“Era tutto per me … Ho provato a proteggerla, a lasciarla fuori da tutto quello che facevo. Sarebbe dovuta rimanere a casa, a dormire non doveva m-mor-mor …” Mi morsi il labbro, non riuscendo ad aggiungere una parola.
“Non può essersene andata …” Sussurrai. “La amo. E’ mia sorella. E’ la mia vita … Io … Ho provato a proteggerla.”
Gli occhi di Bruce diventarono sempre più lucidi mentre guardava un lato del Justin fuori di sé.
“Io … Le avevo promesso che l’avrei tenuta in salvo. Avevo detto che nessuno le avrebbe mai fatto del male.” Chiusi le mani formando dei pugni. “L’avevo promesso!” Urlai. “E l’ho delusa…” Il mio tono di voce ritornò un sussurro.
Le lacrime continuarono a scendere giù per le guance come coltelli. Il mio corpo non resse più e con un movimento rapido, le ginocchia entrarono in contatto con il terreno.
Ero incredulo.
Mia sorella era morta.
Ed era colpa.
Ritornai alla realtà fissando John. “Non sai cosa si prova quando ti viene detto che tua sorella è morta. Non sai cosa si prova nel guardare in faccia i tuoi genitori e dirgli che loro figlia è morta e, certamente, non hai idea di cosa si provi a sentire il tuo stesso padre dirti che, per loro, sei come morto.” Serrai la mascella. “Non ho perso solo mia sorella quella notte, John. Ho perso la mia famiglia e quel figlio di puttana merita di morire per avermi perdere tutto ciò.”
La faccia di John si rilassò nel momento in cui fece un respiro profondo strofinandosi la nuca. “Sono sicuramente sentimenti profondi, amico.”
“Jazzy merita giustizia. Jason merita di andare all’inferno per tutti i casini che ha fatto.” Sbottai.
“Lo so, amico. E credimi, ti aiuterei. Lo sai che lo farei, soprattutto ora che so esattamente cosa quel bastardo ha fatto a te e alla tua famiglia … ma Bruce ha ragione. Stai rischiando troppo.”
“Non mi interessa.”
“Ma forse a Kelsey sì.”
Mi ghiacciai.
“Ti sei almeno fermato un attimo a pensare cosa potrebbe pensare o fare se il suo ragazzo finisse in galera?” Disse lentamente.
Serrai i denti. “Capirebbe.”
John scosse la testa. “Non fare lo stupido. Probabilmente capirebbe il motivo ma non riuscirebbe a comprendere il fatto che tu sia stato così imprudente da farti arrestare.”
“Non mi arresteranno, cazzo.” Sbottai. “Non mi è successo nel passato e non succederà nel futuro. In ogni modo, senza McCann nel mezzo sarebbe tutto più facile, molto più facile e la polizia mi ringrazierebbe.” Alzai le spalle con non-chalance.
“Certo. Ti darebbero un premio, ti ringrazierebbero e poi ti arresterebbero per omicidio.” John alzò gli occhi al cielo. “Per la seconda volta, non fare lo stupido. Puoi essere molto più furbo di così. Sai i rischi e i possibili scenari a cui potresti andare incontro se continui.”
“So cosa sto facendo.” Lo riassicurai.
John fece scorrere in modo frustrato la mano tra i suoi capelli. “Stai lasciando che la collera parli al posto tuo. Non pensare con l’ira ma con la tua testa … con il tuo cuore sai cosa è veramente giusto e cosa non lo è.”
“Chi sei? Il *Dr. Phil?” Dissi ridacchiando.
“No ma sono il tuo migliore amico. E sai bene che se avessi pensato che quello che stavi facendo era giusto, non sarei qui adesso a cercare di farti cambiare idea. Ascoltami amico, è una cattiva idea. Dimenticati di Jason e concentrati su Luke.”
Distolsi lo sguardo. “Come vuoi.”
“Lo sai che ho ragione quindi ascoltami. Fai la cosa giusta almeno una volta.” Sospirando, mi diede una pacca sulla spalla prima di alzarsi chiudendo la porta dietro di se.
Scossi la testa.
Nel momento in cui stavo per andare in bagno a farmi una doccia, il cellulare iniziò a suonare. Aggrottai la fronte pensando a chi potesse essere. Prendendo il telefono, vidi il nome di Kelsey lampeggiare sullo schermo. “Pronto?” Dissi accettando la chiamata. Mi distesi sul letto fissando il soffitto.
“J-Justin?” Sentii la voce di Kelsey tremare dall’altra parte della cornetta.
Il mio cuore si fermò facendomi scattare in piedi. “Piccola? Che succede?”
“I miei g-genitori, Justin … l’hanno scoperto.”
I miei occhi si spalancarono. “Cosa significa che l’hanno scoperto?”
“C-Carly gli ha detto tutto.” Tirò su col naso e potei solo immaginare lo stato in cui si trovava in quel momento. Sentivo il bisogno di stringerla fra le mie braccia senza lasciarla mai andare.
“Come cazzo ha fatto --” Feci una pausa cercando di raccapezzarmi.
“Dopo che mi hai lasciato, sono entrata in casa e ho visto i miei genitori e Carly in piedi in salotto. I miei erano arrabbiati e delusi di sapere la ‘verità’. Qualcosa dentro di me mi ha fatto capire che c’entravi qualcosa … ho alzato lo sguardo e ho visto Dennis. Mi ha sussurrato il tuo nome e quello di Carly. Ho detto ai miei genitori che Carly aveva già detto tutto e lei è scattata sull’attenti. In quel momento ho capito che Dennis mi stava cercando di dire che Carly era la ragione di tutto quel casino.”
Chiusi le mani formando dei pugni. Maledii il giorno in cui Carly era stata concepita, qualunque fosse. “E?” La incoraggiai a continuare con tono sicuro.
Era una cosa sbagliata sentire il bisogno di uccidere quella stronza?
“I miei genitori mi hanno sgridato e io … Non so più cosa fare Justin. Carly ha mentito a proposito del tuo conto dicendo che eri un criminale --”
“Io sono un criminale.” Ridacchiai cercando di sdrammatizzare.
“Ma non sanno cosa c’è dietro. Carly non sa neanche cosa fai. Si è fatta un filmino mentale con tutte le voci che girano a scuola e ha rifilato tutte queste cazzate ai miei genitori. E tu sai quante cazzate dicono e quanto esagerino.”
“Gesù Cristo,” Mormorai, tirandomi le punte dei capelli. “Che altro hanno detto?”
“Hanno capito che questa era il motivo del perché tornavo a casa tardi e tutte le altre cose …” Si zittì per un momento e tutto quello che riuscivo a sentire era silenzio.
Qualcosa mi diceva che c’era qualcosa in più che non mi stava dicendo. “Piccola?”
“Hm?”
“Che altro hanno detto?”
“Uhm … Niente …”
“Non mentirmi.” Sospirai.
“Davvero Justin --”
“Kelsey.” Dissi lentamente. “Dimmelo.”
“Miopapàmihadatodellaputtana.” Disse tutto senza prendere fiato non facendomi capire una parola.”
“Puoi ripeterlo di nuovo e più lentamente?”
Sentii Kelsey muoversi per poi fermarsi. “Mio papà mi ha dato della puttana.”
Ci stetti qualche secondo prima di realizzare. “Lui cosa?” Urlai facendomi prendere dalla rabbia.
“Ti prego, non farmelo dire di nuovo.” Chiese.
Scossi la testa. “Non ha il diritto di chiamarti in quel modo! Non abbiamo fatto nulla. Per quale cazzo di motivo saresti una put- è una cazzata.” Sbottai. “Mi stai prendendo per il culo?” Dissi incredulo che suo padre avesse avuto il coraggio di dire qualcosa di così disgustoso a sua figlia.
“No…” Sussurrò.
Feci un respiro profondo. “Non preoccuparti piccola, ci penso io. Okay?”
“Justin, cosa vuoi fare?” Potevo sentire la preoccupazione nel suo tono di voce.
“Niente. Calmati e tranquillizzati, okay? Non voglio sentirti piangere mai più. Mi uccide sapere di non poter consolarti e stringerti.”
“Okay …”
“Brava. Devo andare adesso, okay? Ma chiamami più tardi se vuoi parlare. Ti amo.” Mi alzai dal letto avvicinandomi all’armadio per prendere la giacca di pelle.
“Ti amo pure io.” E con questo, riagganciò.
Misi il telefono in tasca, mi infilai la giacca e uscii di camera andando al piano di sotto. “Torno fra un po’ di minuti.”
Tutti i ragazzi si alzarono in piedi, Bruce e John furono i primi. “Dove stai andando, Bieber?”
“Da qualche parte. Tranquilli, McCann è fuori pericolo. Non ha niente a che fare con lui.” Li tranquillizzai e uscii senza ricevere una risposta.
Accesi la macchina e misi in moto accendendomi una sigaretta. La strinsi tra due dita, lasciando uscire dalla mia bocca dei cerchi perfetti. Guidai lungo Bentley Lane fino a che non mi fermai.
Conoscevo questa città come le mie tasche e non ci misi tanto ad arrivare alla mia destinazione. Tolsi le chiavi dal nottolino e scesi, assicurando di chiudere la macchina. Camminai lungo il viottolo che portava alla porta principale. Una volta raggiunta, non esitai a bussare. “Apri!” Alzai il tono di voce.
Dopo pochi secondi, la porta si spalancò rilevando la ragazza che volevo vedere da quando avevo chiuso la telefonata con la mia ragazza. “Ciao, Carly.” Il suo nome uscì dalla mia bocca con un tono di disgusto, come se l’avessi vomitato.
I suoi occhi si spalancarono. “Cosa ci fai qui?” Disse nervosa. “Come fai a sapere che vivo qui?!”
Feci un sorriso diabolico. “Ho le mie fonti, tesoro, non preoccuparti.” Mi avvicinai a Carly facendo in modo di respirarli in faccia. “Ma, ho saputo cosa hai fatto e devo dire, Carly, che non l’ho apprezzato molto.”
“Wow, te l’ha già detto?” Carly rise sarcasticamente scuotendo la testa. “Ci è veramente dentro…” Mormorò disgustata. “Ce l’hai fatta a farle il lavaggio del cervello,” Mi fissò con la testa chinata da un lato. “Come ti senti? Devi sentirti bene sapendo che hai tutto questo controllo su di lei.”
I miei muscoli facciali si contrassero. “Non parlare in questo modo di lei.” Sbottai. “Non sai niente su di me o della mia relazione con Kelsey quindi perché non vai a fare in culo?”
“So che sei buono a nulla se non nell’essere un criminale.”
“Quindi dovresti sapere che non esiterei a ucciderti.”
“Non avresti il coraggio di toccarmi.”
“Oh ce l’avrei e se pensi che io stia scherzando, continua a punzecchiarmi e ti ritroverai distesa nella pozza del tuo stesso sangue.” Dissi minacciosamente.
“Sai cosa? Mi stai solo provando quello che già pensavo.” Rise sarcasticamente. “Sei un criminale, non interessa di niente e di nessun; solo di te stesso.”
“Pensi di sapere così tante cose … perché continui a fare uscire stronzate dalla tua bocca?” Mi avvicinai così tanto al suo volto che riuscivo a sentire il suo corpo tremare. “Se tu fossi intelligente e sapessi cosa faccio veramente, non parleresti così tanto.” I miei occhi erano fissi sui suoi. “Non mi piace quando le persone sputtano le persone a cui tengo, soprattutto quando le fanno piangere.” Enfatizzai. “Hai avuto un sacco di coraggio a parlare con i genitori di Kelsey e continui a dire che sei la sua migliore amica?” Scossi la testa. “Sei lontano dall’esserlo.”
“Io sono la sua migliore amica!”
“Correzione,” Feci un mezzo sorriso. “Eri la sua migliore amica. Non sei niente per lei adesso. E se fossi in te, starei lontano da lei. Comprendi?”
Carly non disse una parola. Annuii leggermente serrando le labbra.
Sorrisi. “Brava.” Voltandomi, mi incamminai verso la macchina facendo un numero sul mio telefono.
“Pronto?”
“Mi sono occupato di tutto, piccola.”
“Justin, cosa hai fatto?” Chiese preoccupata Kelsey.
Alzai le spalle anche se non poteva vedermi. “Diciamo che non dovrai più preoccuparti di Carly.”
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Danger
FanfictionUna notte. Una festa. Un errore. Quello che pensava stesse per rovinare la sua vita, stava invece per diventare il contrario. Ma quando per tutta la vita sei stato usato da persone che ti ingannano, come si fa ad imparare a fidarsi di chi ti circond...