capitolo 17

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“Kelsey Anne, alzati! Arriverai in ritardo a scuola!” Mia mamma entrò in camera come un uragano, la sua voce acuta rimbombava nei miei orecchi infastidendomi. 

Grugnii, girandomi sul fianco. “No.” Mormorai, sprofondando la testa nel cuscino sperando di farla uscire fuori da camera. 

Non ero in vena di vedere i ragazzi della mia scuola, di ascoltare le domande di Carly o di seguire le lezioni noiose. Volevo solo dormire dato che ero stata assente per gli innumerevoli incontri con Danger alias Justin. 

“Kelsey!” Urlò togliendomi di dosso la coperta esponendomi all’aria fredda. 

non avrebbe funzionato lo stesso.

“Cinque minuti, ti prego.” Mormorai, prendendo il cuscino e portandomelo sopra la testa. 

Forse adesso se ne sarebbe andata. 

“Kelsey!” Tolse il cuscino, tirandomelo in testa. 

O forse no …

''Dio, mamma!” Mi tirai su di scatto, infastidita e stanca. “Sono sveglia!” Sbottai, strofinandomi gli occhi.

“Non ti azzardare a nominare il nome di Dio invano.” Strillò con un acuto. 

Quasi alzai gli occhi al cielo. Rispettavo il nome di Gesù e restavo fedele alla mia religione ma dannazione, mia madre era ad un altro livello. 

''Dovresti vergognarti di te stessa, Kelsey Anne.” Continuò con il suo discorso scuotendo la sua testa, borbottando. “Vestiti e muoviti, non abbiamo tutto il giorno.”

“Ho bisogno di farmi una doccia prima, mamma.” Mi alzai in piedi, pronta ad andare in bagno quando mi fermò. 

“No, non la farai. Io e Dennis non abbiamo tempo per la tua doccia di un’ora. Dobbiamo andare o faremo tardi solo per colpa della tua irresponsabilità nell’andare a letto presto.” Mi puntò un dito contro. “Lavati il viso, i denti, vestiti e vieni al piano di sotto.”

''Ma mamma, non mi faccio la doccia dalla notte --”

“Che sei stata beccata mentre ritornavi a casa?” Finse un sorriso. “Sì beh, non è colpa mia. Nessuno ti ha chiesto di essere così smemorata e negligente.” Iniziò ad andarsene. 

“Oh e non pensare di aver finito la punizione, signorina. Voglio che ritorni a casa dopo scuola. Capito?” 

“Sì, come vuoi.” Mormorai distogliendo lo sguardo. 

Sospirò, non volendo iniziare un’altra discussione. “Sarà bene che tu sia pronta per quando avrò messo tutte le cose in macchina.”

Agitai una mano dietro di me in modo sbrigativo verso la sua direzione mentre mi diressi verso il bagno. Una volta che sentii chiudere gentilmente la porta, lasciai fuoriuscire un gridolino dalle mie labbra. 

Amo mia mamma ma può essere così ossessionata nel controllarmi. Mi fa impazzire. 

Aprendo il rubinetto del lavandino, mi lavai la faccia prima di lavarmi i denti per poi asciugarmi faccia e bocca con un asciugamano. Spazzolandomi i capelli maledii la mia vita -- facevano schifo. Grazie a Dio non sembravano oleosi. Non erano così male come pensavo ma complessivamente non erano attraenti o affascinanti. Facendomi alla meno peggio una crocchia, uscii dal bagno. Camminando verso il mio armadio, strinsi le labbra, chiedendomi cosa avrei indossato. 

Decisi per un semplice paio di jeans neri stretti, una canottiera bianca, un golfino rosso e per finire delle ballerine.

Una volta che trovai la borsa, la misi a tracolla pronta per andare quanto mi diedi un’ultima occhiata allo specchio notando che avevo le occhiaie.

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